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Prima del 2014-9-15

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In Flanders

In Flanders
[1915]
Versi di Frederick William Harvey (1888-1957), amico di Ivor Gurney e come lui originario del Gloucestershire, come lui poeta e come lui soldato nelle trincee di Francia.
Musica di Ivor Gurney, che fu compositore oltre che poeta.




Una poesia sulla profonda nostalgia di casa, delle colline del Gloucestershire, mentre il poeta è sprofondato in una trincea nelle Fiandre, come in un enorme, orrida prigione brulicante di uomini…
I'm homesick for my hills again -
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2014 - 09:43
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Requiem

Requiem
[1916]
Versi di Ivor Gurney, nella raccolta “Severn and Somme” pubblicata nel 1917
Musica per voce e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese.

“Severn and Somme” è la prima raccolta di Ivor Gurney, che proprio nelle trincee della Somme, in Piccardia (ma con il cuore al fiume Severn della sua natale Gloucester), si scoprì poeta. Nell’aprile del 1917 venne ferito ma poi fu rimandato in prima linea dove continuò a comporre febbrilmente. Nel settembre successivo, quando “Severn and Somme” era stata completata e Gurney aveva già trovato un editore, il poeta-soldato fu vittima di un attacco col gas e rimase per lungo tempo ricoverato ad Edimburgo. La sua salute mentale, già provata da un periodo di depressione subìto in giovinezza, fu definitivamente compromessa e negli anni successivi Ivor Gurney entrò e uscì continuamente dagli ospedali psichiatrici.
Morì il... (continua)
Pour out your light, O stars, and do not hold
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 12/9/2014 - 09:02
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Salvador

Salvador
11 de septiembre de 2014
SALVADOR
(continua)
11/9/2014 - 23:35
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Out of Our Heads

Out of Our Heads
Album: Detours (2008)
If you feel you wanna fight me
(continua)
11/9/2014 - 22:57
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Manhattan Kaboul

Manhattan Kaboul
Finalmente il video dell'interpretazione di Joan Baez (del 2011)

11/9/2014 - 22:37
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If This Is Goodbye

If This Is Goodbye
Album: "All the Roadrunning" - Mark Knopfler & Emmylou Harris (2006)

The mobile phone has inserted itself into every crevice of our daily lives. Now, in catastrophe, if there is time enough, it is there in our dying moments. All through Thursday we heard from the bereaved how they took those last calls. Whatever the immediate circumstances, what was striking was what they had in common. A new technology has shown us an ancient, human universal.

A San Francisco husband slept through his wife's call from the World Trade Centre. The tower was burning around her, and she was speaking on her mobile phone. She left her last message to him on the answering machine. A TV station played it to us, while it showed the husband standing there listening. Somehow, he was able to bear hearing it again.We heard her tell him through her sobbing that there was no escape for her. The building was on fire... (continua)
My famous last words
(continua)
11/9/2014 - 22:08
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I cento passi

I cento passi
LA CENT PASXOJ
(continua)
inviata da ZugNachPankow 11/9/2014 - 16:52
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Chile herido

Chile herido
Ho riascoltato questa canzone e mi sono accorto che dice "su tierra" e non "su patria" (già corretto anche nella traduzione italiana) e anche "el mañana" e non "la mañana", quindi dovrebbe essere "il domani" e non "il mattino", giusto?
Lorenzo 11/9/2014 - 16:42
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Horror Follows Horror

Horror Follows Horror
[1918?]
Versi di Ivor Gurney, inediti fino al 1954 quando furono pubblicati in “Poems by Ivor Gurney: Principally Selected from Unpublished Manuscripts”
Musica per baritono e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese, nella sua raccolta intitolata “Of Fire and Dew: 21 songs”, 1998.

Una poesia che mi ha immediatamente ricordato Marlon Brando/Colonnello Kurtz in “Apocalypse Now” di Francis Ford Coppola: “Ho visto degli orrori, orrori che ha visto anche lei. Ma non avete il diritto di chiamarmi assassino. Avete il diritto di uccidermi, questo sì, ma non avete il diritto di giudicarmi. Non esistono parole per descrivere lo stretto necessario a coloro che non sanno cosa significhi l'orrore. L'orrore ha un volto e bisogna essere amici dell'orrore. L'orrore ed il terrore morale ci sono amici. In caso contrario allora diventano nemici da temere. Sono i veri nemici...
L’orrore… l’orrore….”
Horror follows horror within me
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/9/2014 - 15:10

From Omiecourt

From Omiecourt
[1918]
Versi di Ivor Gurney, nella raccolta intitolata “War’s Embers” pubblicata nel 1919
Musica per voce e pianoforte di John Jeffreys (1927-2010), importante compositore inglese.

Nella poetica di Gurney – che la Grande Guerra uccise molto tempo dopo la sua conclusione, nel 1937, dopo oltre 15 anni di continui ricoveri in ospedali psichiatrici – la guerra ed i suoi orrori non disumanizzano mai i protagonisti, nemmeno il nemico, e ciò che tiene in vita il soldato non sono certo il patriottismo, l’odio e la violenza, piuttosto le “small dear things” che dalle terre del conflitto – i muri crollati della case distrutte, i tetti sconquassati dai bombardamenti… – rimandano ai ricordi di casa: i tetti rossi, i covoni di grano dorato, i frutteti, il fiume Severn che tranquillo scorre bagnando Gloucester, la città natale del poeta…
O small dear things for which we fight -
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 11/9/2014 - 14:28
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Pleure pas

Pleure pas
(1984)

Pubblicata su 45 giri nel 1984 e poi nell'album dal vivo "Piano Public" del 1986
Y'a du soleil dans les ruelles
(continua)
inviata da Romain Didier, Catherine Petit 11/9/2014 - 14:15
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Storia dell'orso Bruno

Storia dell'orso Bruno
Daniza.

Così saranno contenti, ora: il pericolo pubblico è stato eliminato, con tutti quanti i protocolli di ordinanza. Possono tornare a avere i loro boschi-zoo, i loro intelligentissimi fungaioli, i loro leghisti di merda, le loro mele del cazzo superstrombazzate e col bollino e le loro pecore-simbolo. Tutti dobbiamo essere brave pecorine d'allevamento, e all'orso o al lupo cattivo ci pensano loro. Solo loro hanno il diritto di sfruttarti e macellarti a loro piacimento.

Perché agiscono, loro, nella legalità.

Un giorno sparano a un ragazzo perché sta sopra un motorino che non si è fermato all'alt, e quindi è automaticamente passibile di esecuzione immediata, sul posto. Dopo l'esecuzione, eccoli tutti a difendere il loro sbirro, a dire che un bravo ragazzo non sta "in giro di notte", a insultarlo, a dire che la vera vittima sarebbe il carabiniere.

Un altro giorno sparano l'anestetico... (continua)
CCG/AWS Staff 11/9/2014 - 13:54
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L'estaca

L'estaca
CREOLO PORTORICANO [CRIOLLO/BORICUA] - [BorikuaTainoGuerrero, 2014]
PUERTORICAN CREOLE [CRIOLLO/BORICUA] - [BorikuaTainoGuerrero, 2014]


Versione in Criollo portoricano di BorikuaTainoGuerrero. Il nostro contributore, che ringraziamo, è un guerriero (guerrero) Boricua (= portoricano) e Taíno.

A translation into in Puertorican Criollo by BorikuaTainoGuerrero. Our contributor, whom we thank heartily, is a Boricua (= Puertorican) and Taíno warrior (= guerrero).
L'ESTACA
(continua)
inviata da BorikuaTainoGuerrero 11/9/2014 - 11:31
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J'en veux pas d'votre guerre

J'en veux pas d'votre guerre
(1981)
Parole e musica di Romain Didier
Uscita come singolo (sul lato B di "Comme un premier amour") nel 1981, poi inclusa nel disco dal vivo "Piano Public" del 1986.




Una bellissima e viscerale canzone contro la guerra. Abbiamo cercato a lungo il testo, introvabile in rete, alla fine ci siamo decisi a scrivere al sito ufficiale di Romain Didier e in un paio di giorni ci hanno gentilmente inviato il testo. Lo stesso cantante si è detto d'accordo con la pubblicazione sul nostro sito e ci ha proposto anche un altro suo testo che inseriremo prossimamente.
Y’a pas un pays pas une terre d'asile
(continua)
inviata da CCG Staff & Catherine Petit 11/9/2014 - 10:24
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Vanzetti's Rock

Vanzetti's Rock
11 settembre 2014

Due parole del traduttore. Secondo la tradizione, la cosiddetta Roccia di Plymouth fu lo scoglio (in realtà un masso erratico ai piedi della Cole's Hill) sul quale posarono per primo i loro piedi William Bradford e i “Padri Pellegrini” sbarcati dalla nave Mayflower, il 21 dicembre 1620. In realtà, la tradizione non ha alcun fondamento storico certo; ma la Roccia di Plymouth ha un valore pressoché sacrale negli Stati Uniti. Valore che è rispettato da Woody Guthrie, ma che è messo a contrasto con la folla di curiosi e di “turisti della morte” venuti a presenziare all'esecuzione di Sacco e Vanzetti. Desacralizzata in modo così violento e volgare, la Roccia di Plymouth diventa allora la “Roccia di Vanzetti”. Il luogo sacro alla memoria collettiva degli Stati Uniti diviene il luogo dove si assiste alla più orribile delle ingiustizie, commessa verso due persone che, come un tempo... (continua)
LA ROCCIA DI VANZETTI
(continua)
11/9/2014 - 10:08
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Io so che un giorno

Io so che un giorno
Col nome del delirio
documentario storico e autobiografico di Bianca Pananti, Simone Malavolti e Leonardo Filastò (durata 105')

Un documentario storico e autobiografico sul su San Salvi, il manicomio di Firenze, realizzato da Bianca Pananti (psicologa), Simone Malavolti (storico) e Leonardo Filastò (videomaker). Un documentario che ha permesso agli autori di approfondire e conoscere meglio la storia del manicomio fiorentino, ma soprattutto di riflettere sulla malattia mentale ieri, oggi e, speriamo così di aver contribuito ad una riflessione anche per il futuro.

Verrò proiettato nel quadro della manifestazione Festival della Salute Mentale

MERCOLEDÌ 1 OTTOBRE – ORE 21,00
CINEMA ALFIERI ATELIER VIA DELL’ULIVO 6 – FIRENZE



L'Ospedale Psichiatrico Vincenzo Chiarugi di Firenze, o più semplicemente il Manicomio di San Salvi, venne inaugurato nel 1891 in una zona allora ai margini della... (continua)
10/9/2014 - 21:53

10 Settembre 2001: Il giorno mancato

Antiwar Songs Blog
10 Settembre 2001: Il giorno mancato
Ovviamente de Bortoli ed io non abbiamo affatto le stesse idee. Lui, ad esempio, concluse l’editoriale del 12 settembre con una frase famosa, che poi molti gli han tolto di bocca: ” Siamo tutti americani “. Bene, io no. Di fondo mi sento fiorentino, un po’ italiano e sempre di più europeo. Ma americano proprio […]
Antiwar Songs Staff 2014-09-10 20:53:00
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Dis à ton fils

Dis à ton fils
DÌ A TUO FIGLIO
(continua)
inviata da Fran 10/9/2014 - 16:09
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L'accordéoniste

L'accordéoniste
IL FISARMONICISTA
(continua)
inviata da Fran 10/9/2014 - 15:59
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In the Colosseum

In the Colosseum
[1992]
Scritta da Tom Waits e Kathleen Brennan
Nell’album “Bone Machine”

Ovvero, panem et circenses.

“[…] I just kind of imagine this modern 'Caligula' that government has become, and that we're all kind of marooned in this place where information and ideas become very abstract, but yet the hyena is still tearing at the flesh.” (Tom Waits)

“Yeah, he's saying actions speak louder than words, and while politicians fight with words and try to change things with ideas, we are being shot, stabbed, beat up, carjacked and robbed. They won't raise the minimum wage, they won't reform low-income locations, it's like they're the spectators who say ‘let's kill the poor but make it look like they're killing each other’.” (Commento di Shep420 da Songmeanings)
The women all control their men
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/9/2014 - 15:46

À la Guerre

À la Guerre
GEORGE BUSH SE NE VA IN GUERRA
(continua)
inviata da Fran 10/9/2014 - 15:36

Je suis la haine

Je suis la haine
IO SONO L'ODIO
(continua)
inviata da Fran 10/9/2014 - 15:27
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Je resterai ici

Je resterai ici
RESTERÒ QUI
(continua)
inviata da Fran 10/9/2014 - 15:07
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S.O.S.

S.O.S.
S.O.S.
(continua)
inviata da Fran 10/9/2014 - 14:58
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Quatre cents enfants noirs

Quatre cents enfants noirs
400 BAMBINI NERI
(continua)
inviata da Fran 10/9/2014 - 14:30
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Sera di Pasqua

Sera di Pasqua
[18 aprile 1975]
Versi di Eugenio Montale, nella raccolta intitolata “Quaderno di quattro anni” pubblicata nel 1977.
Musica degli Altera, dal loro album “Canto di spine (Versi italiani del ‘900 in forma canzone)” dove la canzone è interpretata con Manuel Agnelli degli Afterhours.
Alla televisione
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/9/2014 - 11:26

General Shute

General Shute
[1916 o 1917]
Alan Patrick Herbert (1890-1971) durante la Grande Guerra prestò servizio nella Royal Navy, in particolare a Gallipoli. Più tardi sarebbe diventato parlamentare indipendente, romanziere ed umorista. E la stoffa la dimostra in questa allegra canzoncina da egli stesso composta durante una delle tante ispezioni del Generale Cameron Deane Shute (1866-1936), un ufficiale “con la puzza sotto il naso”, molto odiato per la sua fissazione con l’igiene in quell’immensa latrina che era la guerra di trincea…
The General inspecting the trenches
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 10/9/2014 - 10:15
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Stars & Stripes

Stars & Stripes was written as a plea to the American people to regain their revolutionary spirit and embrace the right to think for themselves.
Livin’ under stars and stripes, do we ever refuse to fight?
(continua)
inviata da Matt Martinek 10/9/2014 - 00:47
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La p'tite hirondelle

La p'tite hirondelle
Album: "Le Cadeau" (2013)
Paroles: Maxime Le Forestier/ Musique: Patrice Renson

Le texte m’a été inspiré par un fait divers dramatique : pour émigrer, un gamin s’était caché dans le train d’atterrissage d’un avion. Il n’a évidement pas survécu.

Ce n’est pas une chanson engagée, concernée peut-être. En même temps, j’ai toujours pensé que chacun entend ce qu’il veut bien entendre dans une chanson ; on peut analyser de plusieurs manières « La p’tite hirondelle ». Le thème du voyage est toujours très riche et inspirant, il crée un bon climat. Quant au sujet de l’émigration clandestine, il inclut le déchirement, l’arrachement pour vivre, pour survivre. Cabrel l’a traité, Souchon aussi.

On peut simplement interpréter « La p’tite hirondelle » comme une chanson sur le vol d’un oiseau, c’est aussi ce qu’elle raconte. J’ai cherché à rendre ce sujet plus supportable, atténué, pour ne pas tomber dans la chanson réaliste. Sur le même thème, “Né quelque part” était plus directe
Maxime Le Forestier
Qu'est ce qui la frappé la p'tite hirondelle
(continua)
9/9/2014 - 22:46
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Nuclear

Nuclear
[2014]
Parole e musica di Mike Oldfield
Interpretata da Mike Oldfield, insieme al cantante Luke Spiller, nell’album intitolato “Man on the Rocks”

Benchè il brano sia pure finito nella colonna sonora dell’action game guerresco “Metal Gear Solid V: The Phantom Pain”, in origine fu ispirato all’autore dalla storia del nonno, un uomo che Mike Oldfield non conobbe ma sul quale fece delle approfondite ricerche scoprendo che, da giovane allegro e cordiale che era, tornò dalle trincee della Grande Guerra completamente trasformato, tanto che tutti i suoi 10 o 11 figli ebbero molti problemi con lui: “Sono esplosivo, sono feroce, mi sto spezzando dentro, un cuore di vetro rotto, sporcato, giù nel profondo, il bambino abbandonato…”

Per capire meglio la psicologia del nonno Mike Oldfield si recò ad Ypres, sui campi di battaglia di allora, e visitò il cimitero del reggimento cui il nonno era appartenuto,... (continua)
Standing on the edge of the crater
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 11:17
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Starfish

Starfish
[1992]
Nell’album intitolato “Pussy Whipped”

“Come una stella marina le mie gambe presto ricresceranno ed io sarò dieci volte più forte di prima, dopo ogni vostro attacco…”
They want to buy the look of my abuse
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 09:03
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Resist Psychic Death

Resist Psychic Death
[1992]
Nello split album intitolato “Yeah Yeah Yeah Yeah”, pubblicato nel 1993 e realizzato dalle Bikini Kill insieme alle Huggy Bear, band riot grrrl inglese.
Your world not mine
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 08:48
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Daddy's Li’l Girl

Daddy's Li’l Girl
[1991]
Nell’album d’esordio delle Bikini Kill, intitolato “Revolution Girl Style Now!”
I have no desire
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/9/2014 - 08:37
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Le castagne matte

Le castagne matte
[2014]

Album : Dremong
Eravamo in pochi e si fiutava già
(continua)
inviata da adriana 9/9/2014 - 07:37
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Vanzetti's Letter

Vanzetti's Letter
4/9 settembre 2014

Due parole del traduttore. La lunghissima ballata basata sull'estrema lettera di Vanzetti al governatore Fuller ha richiesto giorni di lavoro, e non solo per le sue dimensioni, ma anche per il particolare linguaggio usato. Per la sua non buona conoscenza dell'inglese scritto, Vanzetti si fece effettivamente redigere la lettera dai compagni di prigionia; i quali, dovendo rivolgersi al governatore di uno Stato, usarono quella mistura di inglese burocratico e "high-flown" (arcaismi ecc.) unita a volgarismi (tipo "cussed" per "cursed", o l'uso regolare del singolare "was" per "were" ["we was"] ecc.) e grafie scorrette (tipo "Shelly" per il poeta Shelley). Nulla di tutto questo può essere riprodotto in italiano in modo adeguato; ho quindi scelto una traduzione in linguaggio piano e corretto, interpretando a volte alcuni passi che, tradotti letteralmente, non avrebbero avuto... (continua)
LA LETTERA DI VANZETTI
(continua)
9/9/2014 - 06:02
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Viva l'Italia

Viva l'Italia
Tradukis esperanten ZugNachPankow
VIVU ITALIO
(continua)
inviata da ZugNachPankow 9/9/2014 - 04:47




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