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Prima del 2013-3-27

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Derradeira primavera

Derradeira primavera
‎[1964]‎
Scritta da Tom Jobim (1927-1994, il creatore del movimento della Bossa Nova) e Vinícius ‎de Moraes.‎
Nell’album di Nara Leão, la “Musa della Bossa Nova” (1942-1989, morta troppo presto di un ‎tumore al cervello), intitolato “Opinião de Nara”, un disco che uscì proprio nell’anno dell’avvento ‎della dittatura in Brasile e che contiene una dura condanna della repressione militare ed una ‎denuncia delle misere condizioni di vita del popolo brasiliano.‎



“Dammi la mano, non ci resta che un’ultima canzone, l’ultima voce di un poeta cantore, in ‎quest’ultima primavera” … ‎
Non so se si potesse esprimere meglio il sentimento nei confronti della dittatura appena instauratasi ‎e che sarebbe durata più di 20 anni…‎
Põe a mão na minha mão
(continua)
inviata da Dead End 25/3/2013 - 15:08
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Acender as velas

Acender as velas
‎[1964]‎
Parole e musica di Zé Keti, nome d’arte di José Flores de Jesus, (1921-1999), cantante e ‎compositore di samba.‎

Nell’album di Nara Leão, la “Musa della Bossa Nova” (1942-1989), ‎intitolato “Opinião de Nara”, un disco che uscì proprio nell’anno dell’avvento della dittatura in ‎Brasile e che contiene una dura condanna della repressione militare ed una denuncia delle misere ‎condizioni di vita del popolo brasiliano.‎



Una canzone che racconta di come nelle favelas brasiliane (così come nelle “callampas” cilene, o ‎nelle “villas miseria” argentine ed in ogni baraccopoli latinoamericana) la gente fosse così ‎abbandonata da morire, magari per una stupidaggine, senza alcun soccorso… ‎
“E la gente muore senza voler morire…”
Acender as velas já é profissão
(continua)
inviata da Dead End 25/3/2013 - 14:53
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La storia si ripete

La storia si ripete
[2006]
Album: La Storia Si Ripete

Il brano che porta il titolo dell'album è un altro della serie "Quelli che credono che il fascismo sia morto con Mussolini" (oh yes!)
Pazienza, sì, ce ne vuole tanta
(continua)
inviata da giorgio 25/3/2013 - 14:35
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Hombres sin rostro

Hombres sin rostro
‎[2009]‎
Parole e musica di Nicolás Falcoff
Voce di Cecilia Fraiman.‎



Nell’album di esordio intitolato “La insurgencia del caracol” (“caracol” è in spagnolo la lumaca col ‎guscio, ma “Caracoles” sono anche chiamate le regioni amministrative delle comunità autonome ‎zapatiste che nel 2003 sostituirono le precedenti “Aguascalientes”. Sono amministrate dalle “Juntas ‎del Buen Gobierno”)‎
Testo trovato su di un blog dell’autore
Hombres sin rey que despiertan flotando en la nada.
(continua)
inviata da Dead End 25/3/2013 - 14:18
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Takiukum

Takiukum
‎[2009]‎
Parole e musica di Nicolás Falcoff
Voce di Cecilia Fraiman.‎

Nell’album di esordio intitolato “La insurgencia del caracol” (“caracol” è in spagnolo la lumaca col ‎guscio, ma “Caracoles” sono anche chiamate le regioni amministrative delle comunità autonome ‎zapatiste che nel 2003 sostituirono le precedenti “Aguascalientes”. Sono amministrate dalle “Juntas ‎del Buen Gobierno”)‎
Testo trovato su di un blog dell’autore‎



Takiukum en tzotzil significa "lugar donde hubo agua y se seco". Este tema fue escrito y compuesto ‎en el campamento de desplazados de guerra homónimo que se encuentro en la zona de los altos de ‎Chiapas. En territorio zapatista en rebeldia.‎


‎“Takiukum, in lingua tzotzil [meglio, in lingua “Bats'i k'op” o “jK'optik” – ovvero “lingua ‎originaria” o “nostra lingua” – la lingua maya parlata da circa 350.000 discendenti dei nativi di ‎etnia tzotzil in Chiapas,... (continua)
Pude ver la ansiedad guardar silencio hasta esperar.
(continua)
inviata da Dead End 25/3/2013 - 13:35
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La vie s'écoule, la vie s'enfuit

La vie s'écoule, la vie s'enfuit
Tradução portuguesa de Riccardo Venturi
25 de março de 2013
A VIDA PASSA, A VIDA FOGE
(continua)
25/3/2013 - 13:18
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La vie s'écoule, la vie s'enfuit

Otra traducción al castellano desde los subtítulos de otro vídeo YouTube



"Esta canción fue entonada por primera vez por algunos trabajadores en Bélgica durante las grandes huelgas de 1961." La traduzione è più fedele al testo originale di quella precedente [RV]
LA VIDA PASA
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 25/3/2013 - 12:52
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Stranizza d'amuri

Stranizza d'amuri
Sono italiano ma vivo a Barcellona da otto anni. Battiato è sempre stato il mio artista italiano preferito e mi ha regalato tante emozioni negli anni, grazie ai suoi dischi ascoltati centinaia di volte e ai molti concerti che ho visto.

La settimana scorsa è venuto qui, a Barcellona, a cantare all'Auditori, dove di solito si ascolta musica sinfonica. Anche se la scelta delle canzoni non mi ha convinto del tutto - ha cantato tutto "Apriti sesamo" nella versione spagnola, che francamente non suona altrettanto bene, e ha privilegiato i soliti successi di sempre rispetto ai brani più mistici e profondi - quando ha intonato "Stranizza d'amuri" il mio cuore si è sciolto. Che gran regalo ci ha fatto, riproponendo questa splendida canzone.

La cosa buffa è che pochi giorni dopo ho avuto un colpo di fulmine... ricambiato... Sarà tutta colpa di Franco? Vedremo se funziona, per ora mi limito a unirmi al gruppo di grandi ammiratori di questo brano (e naturalmente di tutta l'opera di Battiato) e vi saluto con un sorriso :)
Da lontano... 25/3/2013 - 12:17
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Corrido de Arturo Gámiz‎

Corrido de Arturo Gámiz‎
‎[1969]‎
Parole e musica di Judith Reyes
Dal disco “Mexique – Cronica mexicana”, le Nouveau Chansonnier International, Le Chant Du ‎Monde
Testo trovato sul blog Viva la Sexta!‎

Dopo il Corrido de Lucio Cabañas, il Corrido a Genaro Vázquez e il Corrido de Rubén Jaramillo, eccone ancora uno che celebra un’altra figura di ‎resistente e guerrigliero mai dimenticato, Arturo Gámiz García.‎

‎Alla fine degli anni 50, quando l’avvocato PRIista Adolfo López Mateos assunse ‎la presidenza, il Messico era scosso dalle proteste di operai e contadini. Molto agguerriti erano ‎soprattutto il sindacato dei ferrovieri ed il Movimiento Revolucionario del Magisterio (MRM) che ‎raggruppava maestri rurali, docenti urbani ed intellettuali ma anche operai e professionisti.‎
Nella primavera del 1959 il governo decise di “acabar” con le proteste dei “comunisti” che ‎minavano la pace sociale e ostacolavano il... (continua)
Ciento veinticinco verdes
(continua)
inviata da Dead End 25/3/2013 - 11:32
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Los nadies

Los nadies
OS ZÉS-NINGUÉM
(continua)
inviata da Dead End 25/3/2013 - 09:05
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O subdesenvolvido

O subdesenvolvido
[1961]
Parole di Francisco “Chico” de Assis
Musica di Carlos Lyra
Originariamente inclusa in «Um americano em Brasília», piece teatrale di Francisco “Chico” de Assis e Nelson Lins e Barros, fu poi incisa l’anno seguente dal Conjunto CPC nel disco autoprodotto “O Povo canta” realizzato dal Centro Popular de Cultura, un collettivo nato nel 1961 all’interno dell’União Nacional de Estudantes (UNE) di Rio de Janeiro.
In poco più di due anni di attività il CPC produsse documentari, libri, spettacoli teatrali ed il disco da cui è tratta questa canzone.
Poi, insieme all’intero paese, fu travolto dalla dittatura militare.

Canzone parodistica sulla storia del Brasile ed il neocolonialismo americano di cui era vittima in quegli anni...
O Brasil é uma terra de amores
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 21:37
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Grileiro vem, pedra vai

Grileiro vem, pedra vai
[1962]
Parole e musica di Raphael de Carvalho.
Interpretata negli anni 70 da Soledad Bravo nell’album “Cantos revolucionarios de América Latina”

Originariamente nel disco autoprodotto “O Povo canta” realizzato dal Centro Popular de Cultura, un collettivo nato nel 1961 all’interno dell’União Nacional de Estudantes (UNE) di Rio de Janeiro.
In poco più di due anni di attività il CPC produsse documentari, libri, spettacoli teatrali ed il disco da cui è tratta questa canzone.
Poi, insieme all’intero paese, fu travolto dalla dittatura militare.

“Grileiro” era un faccendiere con il compito di produrre falsi atti di proprietà per conto di qualche grosso proprietario o speculatore e cacciare così dai terreni d’interesse quanti li occupassero. Il termine deriva dal fatto che i documenti falsi venivano conservati in una scatola con dei grilli in modo che risultassero “antichizzati” dall’azione... (continua)
Grileiro vem, pedra vai
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 20:46
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Due metri per due, carcere duro

Due metri per due, carcere duro
[1969]
Testo di Anton Virgilio Savona da Palermo
Album: Pianeta pericoloso

Sembrano proprio i corsi e ricorsi storici (o il Karma negativo) del rivoluzionario (magari di quello più autentico..)
Nella fotografia grande quanto una parete
(continua)
inviata da giorgio 24/3/2013 - 19:51
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Terra terra ferita terra del Kurdistan

Terra terra ferita terra del Kurdistan
DA FINIRE DI TRASCRIVERE
Quante lacrime amare su quel viso stanco
(continua)
inviata da DonQuijote82 24/3/2013 - 19:26
Percorsi: Dal Kurdistan

A veces

A veces
(Anónimo - Hugo Gómez - José Luis Guerra)
Dall'album "Veinticinco años" 1986
Testo trovato su Cancioneros.
«A veces llueve
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 24/3/2013 - 19:19
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Kurdistan

Kurdistan
Sono una lacrima che cade e và lontano
(continua)
inviata da DonQUijote82 24/3/2013 - 19:17
Percorsi: Dal Kurdistan
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Exilio

Exilio
(Pablo Neruda - Manuel García)
Dall'album "eXile" (Guillamino & Manuel García) 2008
Testo trovato su Cancioneros.
El destierro es redondo:
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 24/3/2013 - 19:10
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Heval

Heval
[2010]
Album: Canzoni Contro

Heval dal curdo vuol dire Compagno
Heval, tu che dormi in un prato
(continua)
inviata da DonQuijote82 24/3/2013 - 18:44
Percorsi: Dal Kurdistan
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Brasil já vai a guerra

Brasil já vai a guerra
[1960]
Parole e musica di Juca Chaves
Dall’album “As musicas proibidas“ pubblicato nel 1968.

La dittatura militare in Brasile ebbe formalmente inizio nel 1964 ma anche lì - così come in Argentina e in molti altri paesi latinoamericani - non si può certo dire che i governi precedenti fossero stati democratici. E’ il caso di quello di Getulio Vargas, un nazionalista, populista e parafascista che fu presidente del Brasile dal 1930 al 1945 e poi ancora per qualche anno nel dopoguerra. Con Vargas e grazie all’impegno nel conflitto mondiale a fianco degli USA (una decisione puramente opportunistica, che Vargas era ideologicamente molto più vicino a Mussolini ed Hitler), l’esercito brasiliano accrebbe sempre di più la sua influenza fino - come si è detto - alla presa del potere con il golpe del 1964.

Questa canzone fu scritta dal grande umorista, cantautore e compositore Juca Chaves quando nel... (continua)
Brasil já vai a guerra, comprou um porta-aviões
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 17:35
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Aquí arriba

Aquí arriba
Dall'album "Araca" 1984
Trovata su Cancioneros.com
Testo di José Luis Guerra

Canzone di esilio; l'amarezza è appena velata da un tono scherzoso.
Allá arriba, va la luna;
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 24/3/2013 - 17:30
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'Ta llorando

'Ta llorando
Dall'album "Donde arde el fuego nuestro" del 1978

Una canzone sul lungo esilio (1974-1984):il ritorno in Uruguay culminerà con il grande concerto nell'Estadio Centenario, davanti a 50.000 persone.
Cuando en tierras extrañas miro triste
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 24/3/2013 - 16:43
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Si el canto salió de Chile

Si el canto salió de Chile
Canzone popolare di autore anonimo.
Arrangiamento musicale di Isabel Parra.
Incisa per la prima volta insieme al fratello Ángel nel 1976, nel disco “Isabel y Ángel Parra”
Cante, cante compañero
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 15:17
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Las voces que saludan

Las voces que saludan
Treinta mil son las voces que saludan,
(continua)
inviata da adriana 24/3/2013 - 14:45
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No me gusta no

No me gusta no
[1988]
Parole e musica di Isabel Parra. Interpretata con Tita Parra, Cecilia Echenique e Tati Penna.
Come anche Con toda la gente, una canzone composta in occasione del referendum del 1988, quello in cui quasi 4 milioni di cileni dissero “No!” a Pinochet che avrebbe voluto continuare a governare il paese fino al 1997.
Iniziò così, dopo 15 anni di dittatura, la transizione verso la democrazia.
(Resta però il fatto inquietante che 3.1 milioni, il 44% dei cileni, votarono "Sì" al regime...)

Una pacata ma feroce descrizione del tiranno Pinochet...
No es anillo que brilla en la mano
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 14:32
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Ni pan ni flores

Ni pan ni flores
[2000]
Parole e musica di Isabel Parra.
Dall’album “Colores”
Al medio de la mesa no hay pan ni flores,
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 14:08
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La llama encendida

La llama encendida
[1983]
Parole e musica di Isabel Parra.
Nel disco “Tu voluntad más fuerte que el destierro”
Recordemos juntos que fue ayer
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 13:55
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La hormiga vecina

La hormiga vecina
[1972]
Parole e musica di Isabel Parra.
Incisa a Cuba con parte del Grupo de Experimentación Sonora del ICAIC (Silvio Rodríguez, Patricio Castillo, Tita Parra e Sergio Vitier).
¿De qué le sirve al humano
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 13:49
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Con toda la gente

Con toda la gente
[1988]
Parole e musica di Isabel Parra
Composta in occasione del referendum del 1988, quello in cui quasi 4 milioni di cileni dissero “No!” a Pinochet che avrebbe voluto continuare a governare il paese fino al 1997.
Iniziò così, dopo 15 anni di dittatura, la transizione verso la democrazia.
(Resta però il fatto inquietante che 3.1 milioni, il 44% dei cileni, votarono "Sì" al regime...)
Inconfundible la puerta
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 13:28
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Άγιος Φεβρουάριος

Άγιος Φεβρουάριος
Ed eccoci alle prese col "San Febbraio" di Moutsis, Eleftheriou e Mitropanos (senza dimenticare la brava Petri Salpea). Ascoltando l' "Introduzione" (Εισαγωγή) colpisce immediatamente la perfetta fattura di rock progressivo: siamo nel 1972 e, evidentemente, anche nella Grecia dei colonnelli non sfuggono agli artisti di valore le tendenze musicali più moderne del momento. Forse, anche quella, una forma di resistenza?
Riccardo Venturi 24/3/2013 - 11:44
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Enemy Maker

Enemy Maker
[1995]
Singolo poi incluso nell’album “Wrong Side of Beautiful”
Testo trovato sul sito ufficiale di questa metal/punk/reggae band gallese (estintasi nel 1999)
they swear they tell the truth
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 11:23
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Nunca más

Nunca más
[1999]

Album : Juste avant
Dignes, belles,
(continua)
inviata da adriana 24/3/2013 - 10:44
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1976

1976
Había una vez un país embrujado,
(continua)
inviata da adriana 24/3/2013 - 10:22
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One More Time

One More Time
[1980]
Scritta da The Clash e Mikey Dread (1954-2008), cantante e produttore discografico giamaicano.
Nell’album “Sandinista!”
Testo trovato sul sito ufficiale de The Clash

Una canzone sulla violenza, la rabbia e la ribellione nei ghetti neri, come Watts, sobborgo di Los Angeles, dove la discriminazione residenziale, la diffusa disoccupazione, la miseria e la brutalità della polizia, accresciutesi a partire dal secondo dopo guerra, confezionarono una vera e propria bomba ad orologeria che nell’agosto del 1965 inevitabilmente esplose: 5 giorni di devastazione che si conclusero con un bilancio di 34 morti, 1000 feriti, 3.500 arresti e danni per decine di milioni di dollari.

Nel brano c’è anche un riferimento al Montgomery Bus Boycott, la protesta iniziata da Rosa Parks nel dicembre del 1955 e che viene indicato come l’atto costitutivo dell’African-American Civil Rights Movement.
Must I get a witness? for all this misery
(continua)
inviata da Dead End 24/3/2013 - 10:19
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Sognando Palestina

Sognando Palestina
[2006]
Album: La Storia Si Ripete
Ti parru ri 'na terra senza cchiù confini e identità precisa,
(continua)
inviata da giorgio 24/3/2013 - 09:45
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Freedom

Freedom
[1999]

Album: Reggae Road Block
We're crying for freedom for all mankind
(continua)
24/3/2013 - 09:37

Grand-père

Grand-père
[2008]

Album:Mi-clos
La cimenterie creusait la colline
(continua)
inviata da adriana 24/3/2013 - 08:40
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Poveri partigiani

Poveri partigiani
Chanson italienne – Poveri partigiani – Ascanio Celestini – 2007

Texte et musique : Ascanio Celestini

Il y a deux immeubles.

Un est le centre commercial avec sa belle enseigne, son toit hyperbolique et ses baies vitrées translucides qui le font ressembler à un auto-grill d'une autoroute pour Mars.
L'autre est un parallélépipède rectangle imaginé par un géomètre atteint de coliques ; c'est un centre d'appels.
L'un est fait pour être regardé et en effet, tous le voient.
L'autre est invisible ; un peu car ça ne fait plaisir à personne de le voir, un peu car le jumeau voyant qui est à côté capte toute l'attention. Par contre, il se fait entendre.
Il nous parle au téléphone pour nous vendre à domicile un aspirateur ou un nouveau plan tarifaire.
Il nous parle quand on appelle un numéro vert écrit sur l'étiquette d'une boisson gazeuse ou d'un tampon absorbant.
À côté de ces jumeaux de béton... (continua)
PAUVRES PARTISANS
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 23/3/2013 - 20:28




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