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Autore Cantacronache

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Per soli negri

Per soli negri
[1959]
Testo di Giustino Durano
Musica di Sergio Liberovici
Esecuzione di Giustino Durano e Cantacronache

Di Giustino Durano forse qualcuno si ricorderà per la sua apparizione nel famoso film di Roberto Benigni, La vita è bella. Morì per davvero non molto tempo dopo, nel 2002; e dico "per davvero" perché il 19 febbraio 1985 il giornale radio della RAI ne aveva annunciato la falsa notizia della morte. Un "caratterista", come si diceva un tempo; un attore poliedrico, buono per ogni ruolo, che potevi vedere in parti secondarie sia nel film di qualità che in quello di poche pretese, alla TV, al teatro, dovunque ci fosse da recitare. Pochissimi sanno però che scrisse e cantò anche alcune canzoni, per Cantacronache. In particolare questa e Ssssst!..., entrambe musicate da Sergio Liberovici; e non sono canzoni di poco conto. [CCG/AWS Staff]

Le povere case dei negri
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/6/2009 - 15:00

Cadono le famiglie

Cadono le famiglie
[1959]
Testo di M. Pogliotti
Musica: Cantacronache (Sergio Liberovici)

Testo ripresto da: Cantacronache, Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta, a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, Crel-Scriptorium 1995, p. 171.
Cadono le famiglie - come foglie d'autunno
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/6/2009 - 00:27

La canzone della Michelin

La canzone della Michelin
[1962]
Testo e musica di Fausto Amodei
Lyrics and Music by Fausto Amodei
Da Cantacronache

"Nella primavera del 1962 si svolsero a Torino due lunghi scioperi, uno alla LANCIA che durò 25 giorni ed uno alla MICHELIN che durò circa due mesi. Data l'intransigenza della parte padronale (oltretutto uno dei pezzi grossi della Michelin, che era la filiale della casa madre francese, era un ex ufficiale che aveva preso parte alla guerra d'Algeria) lo sciopero fu dichiarato ad oltranza e, da parte dei sindacati, fu chiesta ed ottenuta una larga solidarietà da parte della cittadinanza. Nel quadro di questa solidarietà fu organizzato uno spettacolo all'Alleati per raccogliere fondi a sostegno dello sciopero. Vi parteciparono gratuitamente il fior fiore di artisti e cantanti italiani (fra gli altri Dario Fo). Per l'occasione composi ed eseguii in palcoscenico questa canzone" - Fausto Amodei, "Cantacronache", Crel-Scriptorium 1996, p. 95
Cantiamo questa sera una canzone
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 27/5/2009 - 16:42
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Tredici milioni di uomini

Tredici milioni di uomini
Il testo è ripreso dal Deposito, sito gemello. Emilio Jona, di professione avvocato, è uno scrittore, poeta e studioso di cultura popolare. Tra le sue opere: Le canzonette che fecero l'Italia (1962) e la raccolta di poesie La cattura dello splendore (1998). Per la Meltemi ha scritto il saggio Esperienze di teatro per un territorio, pubblicato in La piazza del popolo(1998), e ha curato insieme a Marina Berra e Francesca Rol il volume Sono arrivato e la figura c'era di me (2000). Collaboratore di Cantacronache, questa canzone è stata da lui scritta in tale periodo negli anni '50. La musica è di Fausto Amodei.
Ero per una strada, chiedevo solo di camminare.
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2007 - 00:18
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Tiro a segno

Tiro a segno
[1961]‎
Parole di Mario Pogliotti
Arrangiamento di Fausto Amodei
Nell’EP intitolato “Il Cantacronache ben temperato”, canta Mario Pogliotti.‎

Dal Deposito, sito gemello, riprendiamo questa canzone scritta nel periodo di Cantacronache da Mario Pogliotti, giornalista e musicista valdostano scomparso nel 2006. La canzone risente, nel verso sul "principe omosessual", ovviamente del periodo.
È chiaro che un giorno di festa
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 21/11/2007 - 00:09

Ssssst!...

Ssssst!...
[1959]
Testo di Giustino Durano
Musica di Sergio Liberovici
Esecuzione di Giustino Durano e Cantacronache

Di Giustino Durano forse qualcuno si ricorderà per la sua apparizione nel famoso film di Roberto Benigni, La vita è bella. Morì per davvero non molto tempo dopo, nel 2002; e dico "per davvero" perché il 19 febbraio 1985 il giornale radio della RAI ne aveva annunciato la falsa notizia della morte. Un "caratterista", come si diceva un tempo; un attore poliedrico, buono per ogni ruolo, che potevi vedere in parti secondarie sia nel film di qualità che in quello di poche pretese, alla TV, al teatro, dovunque ci fosse da recitare. Pochissimi sanno però che scrisse e cantò anche alcune canzoni, per Cantacronache. In particolare questa e Per soli negri, entrambe musicate da Sergio Liberovici; e non sono canzoni di poco conto. [CCG/AWS Staff]

Sonnecchia la talpa
(continua)
inviata da Alessandro 11/8/2006 - 12:40

Vent'anni

Vent'anni
A vent'anni non vogliamo piangere
(continua)
inviata da Alessandro 11/8/2006 - 11:16

Francia Maggio 1958

Testo di Michele L. Straniero
sull'aria di "Colloquio con l'anima"

Nel maggio del 1958 ufficiali dell'esercito e coloni francesi, temendo che il governo di Parigi si stesse preparando a negoziare con i ribelli algerini, insorsero e presero il controllo di Algeri, appoggiati dai comandi militari: sull'esempio algerino, il colpo di stato militare sembrava imminente anche in Francia. In questa situazione critica il generale De Gaulle rientrò sulla scena politica come un salvatore, ma Mitterand, i comunisti e molti intellettuali, come Sartre, non esitarono a denunciare che in realtà De Gaulle era il capo del colpo di Stato fascista che si stava perpetrando in Francia. A giugno l'Assemblea nazionale gli concedette poteri straordinari per governare il paese per sei mesi e preparare una nuova Costituzione.
Queste notti dormo male,
(continua)
inviata da Alessandro 11/8/2006 - 11:04

La Crociata

La Crociata
"In occasione di una delle nostre 'trasferte' fuori sede - se non ricordo male per un concerto al circolo culturale Il Pozzetto di Padova (non ricordo con precisione in quale anno, ma erano gli anni in cui i generali francesi, scornati dalla guerra d'Algeria, minacciavano un colpo di stato in Francia) apparve sui giornali una presa di posizione particolrmente dura da parte di qualche pezzo grosso dell'episcopato italiano (un Cardinal Ottaviani, tanto per dire) contraria al processo di distensione tra i blocchi in nome di un qualche integralismo cattolico-reazionario di tanto in tanto risorgente. Durante il viaggio in treno composi il testo della canzone, nella sosta in albergo, prima del concerto, Liberovici abbozzò la linea melodica ed il giro armonico e così la canzone venne eseguita in prima assoluta la sera stessa".

Fausto Amodei, da "Cantacronache - Un'avventura politico-musicale degli anni cinquanta", a cura di Emilio Jona e Michele L. Straniero, CREL/Scriptorium 1995.
Ho letto sui giornali
(continua)
inviata da Alessandro 11/8/2006 - 09:40

Il giornalista

Il giornalista
(1961)

Testo di Gianni Rodari
Musica di Fausto Amodei

"Sempre sulla scia dei Cantacronache, nel ’61 Margot Galante Garrone incide un disco di canzoni per bambini su testi di Gianni Rodari, fra cui questa, musicata da Fausto Amodei, un messaggio volutamente ma provocatoriamente ingenuo."

(Enrico de Angelis, da Mille papaveri rossi - La pace nella canzone italiana)
O giornalista, inviato speciale,
(continua)
4/9/2005 - 18:28
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Bella Ciao

anonimo
Bella Ciao

MI SON SVEGLIATO E HO CANTATO BELLA CIAO
di Andrea Prevignano

Santoro l'ha cantata (stonatissimo) in apertura di Sciuscià per sottolineare la sua determinazione a "resistere resistere resistere" allo smantellamento della Rai; di recente il pubblico del Teatro Vascello l'ha intonata per protestare contro l'irruzione di un gruppo di neofascisti intervenuti a interrompere lo spettacolo "Mai Morti" di Bebo Storti, monologhi sulla Decima Mas; il combat folk italiano se n'è impossessato in più occasioni: la versione [al giorno d'oggi, NdR] più famosa è quella dei Modena City Ramblers.
È Bella Ciao, la canzone per eccellenza della Resistenza, il canto partigiano più popolare tra tutti quelli che hanno accompagnato le stagioni di lotta della Seconda Guerra Mondiale e dell'immediato dopoguerra, senza contare l'uso che se ne fece durante le dimostrazioni dell'autunno caldo italiano.
Ma quali sono... (continua)
16/8/2005 - 23:12
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Partigiano sconosciuto

Partigiano sconosciuto
"L'antefatto è questo: a Modena, liberata dai suoi partigiani, la sera del 23 aprile 1945 fu data notizia del ritrovamento di un partigiano ucciso, sconosciuto a tutti, il quale aveva in tasca solo un pezzo di pane. La sua fotografia fu esposta per alcuni giorni sotto il portico del Collegio, nella parte più centrale della città; poi non se ne seppe più nulla.

Questa canzone, nata nel gruppo torinese di "Cantacronache", è firmata per la parte musicale da Sergio Liberovici, mentre il testo, da molti ritenuto anonimo, pare sia opera della partigiana modenese Claudina Vaccari."

(dal sito ufficiale del Gruppo Pane e Guerra, di cui il canto pure fa parte.)
A Modena, liberata dai suoi partigiani
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 7/8/2005 - 00:47
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La Badoglieide

La Badoglieide
[1944]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Nuto Revelli - Dante Livio Bianco - Quarta Banda Partigiana
Musica: "E non vedi che sono toscano" (Canzone popolare / Folksong / Chanson populaire / Kansanlaulu)

Queste strofe vennero composte da un gruppo di partigiani della Quarta Banda, tra cui Dante Livio Bianco e Nuto Revelli, alle Grange di Narbone (Cuneo) nell'aprile 1944.

La musica si compone di due temi di origine distinta. Le strofe in italiano sono adattate all'aria della canzone entrata nel repertorio goliardico "E non vedi che sono toscano". Il ritornello in piemontese appartiene alla tradizione locale.

Per il contenuto antisabaudo e antibadogliano queste strofe vennero cantate, con alcune modifiche, anche da reparti militari fascisti, a dimostrazione del carattere popolare della canzone che viene riadattata e piegata anche a contenuti ben diversi da quelli espressi dall'autore.

Il... (continua)
O Badoglio, o Pietro Badoglio
(continua)
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Per i morti di Reggio Emilia

Per i morti di Reggio Emilia
[1961]
Testo e musica di Fausto Amodei
Interpretata anche da: Stormy Six, Canzoniere delle Lame, Maria Carta, Modena City Ramblers, Francesco Guccini



Il giugno-luglio 1960 è segnato da una grave crisi politica che scuote l'Italia: Fernando Tambroni, democristiano, forma un governo monocolore sostenuto dal Msi. È l'"anticamera" di un colpo di stato di destra nel nostro paese.
Il 28 giugno '60 si tiene a Genova una imponente manifestazione popolare antifascista; il 30 un nuovo corteo cittadino viene affrontato dalla polizia, e negli incidenti rimangono feriti 83 manifestanti.
La proposta antifascista si diffonde in altre città e il governo Tambroni sceglie la linea dura per fronteggiare e reprimere il dilagare delle manifestazioni di piazza.
Il 6 luglio 1960 a Roma, a Porta San Paolo, la polizia reprime un corteo antifascista, ferendo alcuni deputati socialisti e comunisti; ma... (continua)
Compagno cittadino, fratello partigiano,
(continua)
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Ballata del soldato Adeodato

Ballata del soldato Adeodato
Testo di Michele L. Straniero
Musica di Sergio Liberovici

«La prima canzone vera e propria composta da Straniero e Liberovici, la quale si rifaceva con convinzione ad alcuni di quei modelli di canzone "seria" che contribuivano a costituire il Dna del gruppo (Brecht-Weill o Eisler, Georges Brassens, Tucholsky), fu "La ballata del soldato Adeodato", una fiaba antimilitarista, un apologo classico di un povero diavolo, capitato senza volerlo in un mondo di conformismi religiosi e di pseudo valori patriottici ed autoritari, con l’unica modesta ambizione di vedere le stelle, il quale, spedito al fronte, impara a sparare e finisce ucciso, senza poter vedere le stelle quell’ultima notte. Le strofe di Straniero anche in questo caso erano fitte di versi brevi in rima fra di loro. [...] Una particolarità era il ritornello che rinunciava deliberatamente ad una totale chiarezza di enunciati, per permettersi dei significati più nascosti ed allusivi.»
(Fausto Amodei, Per Michele Straniero, profeta della canzone popolare)
Era nato sfortunato, di famiglia contadina:
(continua)
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Ad un giovine pilota

Ad un giovine pilota
testo di G.De Maria
Musica di Sergio Liberovici
Dunque, dimmi, giovanotto,
(continua)
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Le déserteur

Le déserteur

[15 febbraio 1954]
[15 février 1954]
[February 15, 1954]
[15. helmikuuta 1954]

Parole di Boris Vian
Musica di Boris Vian e Harold Berg

Lyrics by Boris Vian
Music by Boris Vian and Harold Berg

Paroles de Boris Vian
Musique de Boris Vian et Harold Berg

Sanat: Boris Vian
Sävel: Boris Vian ja Harold Berg






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Le Déserteur è sicuramente la canzone contro la guerra e antimilitarista più celebre di tutti i tempi. Eppure la strofa finale originale recitava, come è noto, in tutt'altro modo di quella da tutti conosciuta: Prévenez vos gendarmes, que je serai en arme et que je sais tirer, il che ne faceva una canzone non "pacifista" in senso stretto. Tutti gli "eppure" che si vuole: ma l'antimilitarista (e non "pacifista") Boris Vian scrisse una feroce canzone contro la guerra, probabilmente riferendosi a delle guerre francesi in particolare: la guerra... (continua)
Monsieur le Président,
(continua)




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