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I Don't Want Your Pardon

I Don't Want Your Pardon
(1975)

Testo e informazioni tratte da DDPro

Un'opportuna risposta di Tom Paxton alle proposte di amnistia per i renitenti alla leva.

Originariamente pubblicata sulla rivista "Come for to Sing" Vol. 7, No. 2, ma gli accordi pubblicati erano completamente sbagliati (quelli giusti si trovano nella pagina citata). La canzone non fu incisa in nessun album ma Paxton la cantò al concerto celebrativo della fine della guerra in Vietnam, The War Is Over, organizzato da Phil Ochs e svoltosi a New York l'11 maggio 1975.
I don't want your pardon, don't want your amnesty.
(continua)
1/8/2016 - 23:26
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Day Is Done

Day Is Done
(1968)
Words and music by Peter Yarrow

"Day is Done", scritta da Peter Yarrow, è stato l'ultimo singolo registrato da Peter, Paul & Mary prima dello scioglimento del trio. Peter Yarrow la cantò in pubblico come solista in varie occasioni, in particolare durante la marcia contro la guerra in Vietnam a Washington nel 1969 e al concerto in Central Park del 1975 per celebrare la fine della guerra. In quell'occasione fece seguire la canzone da un breve discorso in cui sosteneva che il premio nobel per la pace non spettasse certo a Kissinger ma a tutti quelli che negli Stati Uniti avevano protestato, cantato contro la guerra, erano scappati in Canada o erano finiti in galera per essersi rifiutati di partire.

"Day is done" è apertamente dedicata ai bambini, alle nuove generazioni con la speranza che riescano a costruire un mondo migliore.
Tell me why you're crying, my son
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 1/8/2016 - 22:59
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Oh Mary, Don't You Weep

Oh Mary, Don't You Weep
Strofe improvvisate da Pete Seeger l'11 maggio 1975 durante il concerto "The War Is Over" per celebrare la fine della guerra in Vietnam

video
Everybody now clap your hands
(continua)
1/8/2016 - 22:44
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We Are The World

We Are The World
Un piccolo omaggio ad Anna Marchesini con questa versione di We are the world, da I promessi sposi
Dq82 1/8/2016 - 21:28
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The War Is Over

The War Is Over
L'11 maggio 1975 si tenne un grande concerto al Central Park di New York per celebrare la fine della guerra in Vietnam. Phil Ochs partecipò cantando tre canzoni: I Ain't Marching Anymore, There But For Fortune (con Joan Baez) e questa The War Is Over che aveva scritto otto anni prima e che dava il titolo al concerto. Fu l'ultima volta che la canzone venne eseguita in pubblico dal suo autore. Phil decise di abbandonare questo mondo meno di un anno dopo.



CCG Staff 1/8/2016 - 20:10

Immer langsam

Immer langsam
Chanson allemande – Immer langsam – Max Ehrlich – 1943

Écrite par Willy Rosen et Max Ehrlich pour le spectacle Humor und Melodie, mis en scène en septembre 1943 par des prisonniers dans le camp de concentration et de transit de Westerbork.
Interprétée par Max Ehrlich, avec Mara Rosen et Günther Witepski, dans une petite scène en carrosse située dans la période soi-disant « Biedermeier » (première moitié du 19ième siècle allemand), celui où, durant la Restauration, triomphait l’esthétique petit-bourgeoise.

« Prenons-la vie avec calme, inutile de courir, nous avons encore plein de temps… », chantaient-ils joyeusement à Westerbork, devant Albert Konrad Gemmeker, commandant allemand du camp… En août 1944, Gemmeker mit fin à toute activité récréative des prisonniers… Pas même un mois après, Ehrlich, Rosen et beaucoup d’autres furent transférés à Auschwitz et à peine arrivés au camp, menés aux chambres à gaz.
TOUJOURS LENTEMENT
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 1/8/2016 - 14:43
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Lo único que tengo - Tonada

Lo único que tengo - Tonada
[1972]
Parole di Víctor Jara, con Alejandro Sieveking (1934-), drammaturgo cileno che fu amico e collaboratore di Jara.
Musica di Víctor Jara. Il ritmo è quello della “tonada”, genere musicale folklorico risalente al dominio spagnolo e ancora oggi molto presente in Argentina, Cile e Venezuela.
Nell’album intitolato “La población”, dove la canzone è interpretata da Isabel Parra

“Lo único que tengo” è la canzone che apre “La población”, un concept album dedicato ai campamentos, agli insediamenti spontanei che in Cile, soprattutto tra gli anni 60 e gli anni 80, sono sorti intorno alle grandi città. Quelli che in altri paesi dell’America Latina si chiamano “favelas”, “barrios bajos”, “villas miseria”, ecc., in Cile vengono chiamati “poblaciones callampa”, dove con il termine callampa ci si riferisce a tutti quei funghi che crescono nei prati dalla sera al mattino: ieri non c’erano e oggi... (continua)
Quién me iba a decir a mí
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 1/8/2016 - 09:07

Ach, all wir armen Teufel

Ach, all wir armen Teufel
VOI, KAIKKIA MEITÄ PIRUPARKOJA
(continua)
inviata da Juha Rämö 1/8/2016 - 09:06
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Για την Κύπρο

Για την Κύπρο
Un film che racconta la realtà della Buffer zone cipriota, girato da e con le persone che ho avuto la fortuna conoscere quest'estate in Norvegia.
Buona visione a tutti :)
Salud
Kris

Krzysiek 31/7/2016 - 23:46
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Un Sócrates gitano

Un Sócrates gitano
Chanson espagnole – Un Sócrates gitano – Olga Manzano y Manuel Picón – 1978
Paroles et musique de Manuel Picón
SOCRATE GITAN
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 31/7/2016 - 21:36
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Nutopian International Anthem

Nutopian International Anthem
(1973)
Album: Mind Games
Silenzio di John Lennon e Yoko Ono

Nutopian International Anthem è una traccia di tre secondi di silenzio che chiude il lato A dell'album di Lennon del 1973, Mind Games.

Il primo d'aprile del 1973, John e Yoko introdussero il concetto della nazione immaginaria di Nutopia durante una conferenza stampa tenutasi a New York City. I Lennon si dichiararono ambasciatori della nazione e chiesero lo status di immunità diplomatica (naturalmente senza successo) per porre così fine ai problemi di immigrazione che affliggevano Lennon durante la loro battaglia per restare negli USA. John presentò la nazione immaginaria di NUTOPIA leggendo la seguente dichiarazione:

«Annunciamo la nascita della nazione concettuale di NUTOPIA. La cittadinanza del Paese può essere ottenuta semplicemente proclamando la propria adesione ad esso. NUTOPIA non ha territorio, confini o passaporti,... (continua)
...
31/7/2016 - 17:21
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La Comune di Parigi

La Comune di Parigi
Per non scordare la nostra storia.
"Soltanto dopo una lotta di otto giorni gli ultimi difensori della Comune caddero sulle alture di Belleville e Ménilmontant; e l’eccidio di uomini inermi, delle donne, dei fanciulli, che infuriò con rabbia crescente per tutta la settimana, raggiunse qui il suo punto più alto. Il fucile a ripetizione non uccideva abbastanza rapidamente; i vinti vennero trucidati collettivamente a centinaia dalle mitragliatrici. Il “Muro dei federati” nel cimitero di Père Lachaise, dove fu consumato l’ultimo eccidio in massa, rimane ancor oggi come un muto ma eloquente documento della furibonda follia di cui è capace la classe dominante, non appena il proletariato osa farsi innanzi per far valere i suoi diritti." da F. Engels, Guerra civile in Francia, 1891.

"Sarebbe del resto assai comodo fare la storia universale, se si accettasse battaglia soltanto alla condizione di... (continua)
La futura umanità
(continua)
31/7/2016 - 17:15
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Ballad of a Deadman

Ballad of a Deadman
Dall'album "Once Upon a Time in the West"
2012
The moon lights up over the battlefield now,
(continua)
inviata da Maria Cristina Costantini 31/7/2016 - 16:47
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Le Parti des petits Lapins

Le Parti des petits Lapins
Chanson française – Le Parti des petits Lapins – Henri Tachan – 1982



Lucien l’âne mon ami, si je pensais un instant que tu ne connaissais pas Henri Tachan, je me lancerais illico dans une longue histoire à propos de ce chanteur que je connais depuis longtemps. Mais voilà, je sais que tu le connais et qu’il n’est pas nécessaire de te tresser une biographie. Cependant, il me paraît utile de dire deux trois choses à propos de cette chanson. Sans doute, Henri Tachan devait avoir dans l’oreille ou dans un coin perdu de sa mémoire, le souvenir d’une chanson de Pierre Dac et Francis Blanche qui portait un titre fort proche de celui-ci : Le Parti d’en rire et qui abordait l’univers politique avec une forte dose d’acide ironique. Tachan est lui aussi sceptique que ces deux-là et que par exemple, Georges Brassens. Cela dit, à lire son titre, on dirait une chanson enfantine ou une chanson pour... (continua)
J’ai ma carte, je suis au parti des petits lapins,
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 31/7/2016 - 15:16
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La porte à droite

La porte à droite
(1985)
Album: Je ne suis qu'un cri

Opportuna risposta di Ferrat a chi lo accusa di essere un nostalgico, spronandolo a lasciare da parte le sue vetuste idee di sinistra e scegliere la porta di destra...
On m'a dit tes idées ne sont plus à la mode
(continua)
31/7/2016 - 12:18
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Genova 2001

Genova 2001
Sono tutti figli miei
(continua)
inviata da adriana 31/7/2016 - 11:06
Percorsi: Genova - G8

Immer langsam

Immer langsam
OTETAAN RAUHALLISESTI
(continua)
inviata da Juha Rämö 31/7/2016 - 09:12
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Panem et circenses

Panem  et  circenses
"O divina musa,
(continua)
inviata da adriana 30/7/2016 - 17:13
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Non lavorare stanca

Non lavorare stanca
L’Altoforno. L’Ilva nei racconti e nelle canzoni di un cantautore di Taranto, libro e Cd, Stilo editrice, 2012.

Per cinquant’anni è stato difficile poter parlare dell’Ilva di Taranto, oggi invece diventa necessario discuterne. L’altoforno comprende due racconti che hanno l’uno per protagonista e l’altro sullo sfondo la fabbrica tarantina: in Sisifo Re la minaccia di Sifone e dei suoi fratelli (le numerose ciminiere dell’Ilva) è concreta e personificata, e la resistenza della popolazione si struttura intorno al dissidente Sisifo; in Mala Estate Taranto è scenario delle aspirazioni di un giovane in cerca della propria collocazione ma oscillante fra ambizione e disincanto.

Il CD allegato comprende le tracce L’Altoforno (già presente nell’album ‘Non so più che cosa scrivo’) e Non lavorare stanca, inedita. I testi delle canzoni sono in appendice al libro.
Non lavorare stanca e già la testa imbianca
(continua)
inviata da adriana 30/7/2016 - 16:30
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Power in the Blood

Power in the Blood
Parole originali e musica / Original lyrics and music: Alabama 3 (2002)
Nuove parole/New Lyrics: Buffy Sainte Marie (2015)
Album: Power In The Blood

Conosciuta come cantante folk, protagonista del folk revival degli anni '60, fiera e autentica voce dei nativi americani, Buffy Sainte Marie si avventura a più di settant'anni in sonorità che fanno pensare più a Bjork che a Joan Baez. Nella title track dell'album riscrive le parole di un classico della musica elettronica trasformandolo in una potente canzone contro la guerra (che nella prima strofa si scaglia anche contro gli OGM).

The wisdoms inherent in our own DNA are our real power, and we won’t be goaded into war by feudal system racketeers who can outgun us.

I wrote new words to the Alabama3 classic, and they lent me samples from their original recording. I re-wrote some of the words, turned it into an anti-war song. Strange: we seem so different musically and personally, but we’re mutual fans and I love the cross-pollination in the song.

Buffy Sainte Marie
GMO GMO has got to go
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 29/7/2016 - 23:13
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Mutterns Hände

Mutterns Hände
Dear Admin,

Sorry to bother you with an issue like this: my Finnish translation above is written in Karelian dialect that was spoken on the Karelian Isthmus lost to the Soviet Union in World War II an is still being spoken in the southeast of Finland, but it's categorized under Careliano / Karelian which is not a dialect but a Finnic language spoken in the Republic of Karelia in the nortwest of Russia. So Karelian is a language and the Karelian dialect a regional variety of Finnish.

Sincerely

Juha Rämö
Juha Rämö 29/7/2016 - 18:02
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L’altoforno

L’altoforno
[2011]

Album : Non so più che cosa scrivo

L’Altoforno. L’Ilva nei racconti e nelle canzoni di un cantautore di Taranto, libro e Cd, Stilo editrice, 2012.
Lavoro, poco male però mi so arrangiare
(continua)
inviata da adriana 29/7/2016 - 09:05
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Le costole africane

Le costole africane
[2014]

Album : Il mio garage
Le costole africane sono pane per i pesci
(continua)
inviata da adriana 29/7/2016 - 09:00
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In un antico palazzo

In un antico palazzo
la sentivo su rcf tanti anni fà l'ho ritrovata oggi per caso 27.08.2016 bellissima
gianlorenzo 28/7/2016 - 16:17
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FMI

FMI
(2011)

Uscita su due EP e nell'edizione deluxe dell'album Écoute s'il pleut
Ça sonne les conséquences,
(continua)
28/7/2016 - 00:05
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ניט קײן ראָזשינקעס, ניט קײן מאַנדלען

ניט קײן ראָזשינקעס, ניט קײן מאַנדלען


Klezroym
Yankele nel ghetto (2009)



Yankele nel Ghetto è l'elaborazione originale in forma di suite delle Canzoni del Ghetto di Łódź raccolte nel libro di Gila Flam: "Singing for survival, Songs of the Łódź Ghetto,1940-45", University of Illinois Press.

L’album dei KlezRoym raccoglie e rielabora le canzoni che Gila Flam, direttrice del Dipartimento di Musica e della Fonoteca di Stato dell’Università di Gerusalemme, ha ricostruito insieme ai superstiti, intervistandoli, accogliendo i loro ricordi, riannodando liriche e note preservate nella memoria di chi le ha cantate per sopravvivere. Molte di queste canzoni erano inedite, altre erano già state eseguite in pubblico.

I KlezRoym hanno così lavorato sulle liriche e le melodie di Yankele Hershkowitz, cantore di strada, di Miriam Harel, membro di un’organizzazione giovanile, e di David Beygelman, direttore musicale del teatro della Casa... (continua)
dq82 27/7/2016 - 18:05
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ציגײַנערליד

ציגײַנערליד


Klezroym
Yankele nel ghetto (2009)



Yankele nel Ghetto è l'elaborazione originale in forma di suite delle Canzoni del Ghetto di Łódź raccolte nel libro di Gila Flam: "Singing for survival, Songs of the Łódź Ghetto,1940-45", University of Illinois Press.

L’album dei KlezRoym raccoglie e rielabora le canzoni che Gila Flam, direttrice del Dipartimento di Musica e della Fonoteca di Stato dell’Università di Gerusalemme, ha ricostruito insieme ai superstiti, intervistandoli, accogliendo i loro ricordi, riannodando liriche e note preservate nella memoria di chi le ha cantate per sopravvivere. Molte di queste canzoni erano inedite, altre erano già state eseguite in pubblico.

I KlezRoym hanno così lavorato sulle liriche e le melodie di Yankele Hershkowitz, cantore di strada, di Miriam Harel, membro di un’organizzazione giovanile, e di David Beygelman, direttore musicale del teatro della Casa... (continua)
dq82 27/7/2016 - 18:01
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Hoka Hey

Hoka Hey
A me sembra che la canzone condanni l'imperialismo colonizzatore ed esalti il diritto dei popoli ad autodeterminarsi e a vivere liberamente e senza costrizioni nella propria terra d'origine. Non vedo come tutto questo possa essere in contraddizione con gli ideali leghisti.
Detto questo non è affatto importante la collocazione politica di Davide, ma certamente è ridicolo il tentativo di ricondurre sempre tutto al pensiero unico dominante.
Luca Ghezzi 27/7/2016 - 13:38




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