TURCHIA: damnatio memoriae per i ribelli curdi
Gianni Sartori
Perfino dittatori sanguinari come Francisco Franco (o in Italia, terroristi e stragisti) hanno avuto l’estremo conforto (o meglio: lo hanno avuto i loro familiari) di funerali religiosi.
Ma anche per i ribelli di sinistra (nonostante la scomunica vaticana del dopoguerra per chi votava PCI) in genere si è chiuso un occhio.
Ma in Turchia evidente vogliono strafare.
Per Bahoz Mijînî (Mücahit Tok), frettolosamente sepolto in questi giorni nel cimitero di Silopi, nemmeno la concessione di una preghiera recitata dall’iman sulla tomba.
Una conferma che lo stato turco non lascia in pace nemmeno i morti. Perlomeno quando si tratta di curdi ribelli. Così come non perde occasione per umiliarne i familiari.
Caduto da guerrigliero il 4 luglio 2022 nella regione di Kato Jîrka, a Sirnak, in una regione del Nord-Kurdistan (Bakur, entro... (continua)
Niente da fare. La terra sconvolta dal sisma, i palazzoni-alveare (frutto della speculazione) in macerie, migliaia e migliaia di vittime, decine di migliaia di sfollati…ma il regime turco mantiene imperterrito l’abituale postura anti-curda.
Sia in Bakur che nel Kurdistan del Sud (Basur).
Stando a quanto denunciato il 21 febbraio dalla Commissione per le leggi e i diritti umani del Partito democratico dei Popoli (HDP), una decina di persone sarebbero state pesantemente maltrattate, picchiate e torturate (come sembrano confermare le immagini allegate alla denuncia, con vistosi ematomi e ferite in varie parti del corpo) dopo l’arresto nella zone sinistrate del Kurdistan sotto amministrazione-occupazione turca. Accuse rivolte al capo della polizia di Hatay, al capo della polizia del distretto di Iskenderun e ad alcuni agenti diretti responsabili... (continua)
Così come Ivana Hoffman, Andrea Wolf, Barbara Kistler…un altro internazionalista tedesco è caduto combattendo a fianco della resistenza curda.
IN MORTE DI UN INTERNAZIONALISTA
Gianni Sartori
Non è il primo internazionalista di nazionalità tedesca a dare la proprio vita per la causa curda. Anche se sarebbe più corretto dire “per quella dell’Umanità”.
E qui, permettetemi un inciso personale. Nell’ultima conversazione (telefonica, inizi del 1987 mi pare, a pochi mesi dalla sua scomparsa) con il padre di Ernesto CHE Guevara gli chiesi (forse un pochino provocatoriamente): “Suo figlio anteponeva praticamente a tutto la Rivoluzione. Cosa direbbe ora se potesse parlargli?”.
“Direi - rispose senza indugio - che solo una cosa antepongo alla Rivoluzione: l’Umanità”. Ragioniamoci sopra.
Altri giovani internazionalisti tedeschi, dicevo, sono caduti in Kurdistan.
Tra loro Ivana Hoffman (afro-tedesca),... (continua)
Due tristi anniversari che cadono quasi nello stesso giorno.
IN MEMORIA DI Alina Sánchez E DI Lorenzo Orsetti
Gianni Sartori
Sei anni fa, il 17 marzo 2018, perdeva la vita a 32 anni l’internazionalista Alina Sánchez (Lêgerîn Çîya), medico di nazionalità argentina (come Ernesto Che Guevara; lei del resto aveva studiato a Cuba presso l’ELAM). Militante delle YPJ (Unità di Protezione delle Donne) al momento del fatale incidente si stava recando nella città di Hassaké.
Come ricordava l’agenzia Firat News, Alina aveva collaborato attivamente con il sistema sanitario dell’AANES (Amministrazione autonoma del nord e dell’est della Siria ) mettendo in discussione, (attraverso la pratica delle assemblee popolari e della cura dei feriti affidata a tutta la popolazione) il ruolo stesso dei medici. Ritenendo che rappresentano “una delle maggiori forme di potere dello Stato-nazione”. Da qualche anno... (continua)
è bella l'immagine del soldato, a me ha fatto pensare come in effetti è brutto che la mitologia spesso esalti la guerra e "valori" come l'orgoglio, il coraggio, anziché il valore della vita
A well trained army of starlings changes direction, (continua)
[...] salì qualche anno fa su un palco per un’unica ed ultima canzone: ‘sono agli sgoccioli’ disse sorridendo prima di intonare per l’ultima volta una bella canzone antimilitarista irlandese”.
Canzone tradizionale irlandese
Arrangiamento di Stan Kelly (1929-2014), songwriter e scienziato informatico nato a Liverpool ma di origine irlandese, risalente al 1961.
Testo trovato sul sito dell’autore
La canzone , con il titolo più esteso di “The Praties They Grow Small”, è stata interpretata da molti altri artisti, come Carolyn Hester e Ron Kavana. Trovo anche una versione del gruppo italo-irlandese “Whisky Trail”, nell’album “Canzoni d'Amore e di Lotta del Popolo Irlandese” pubblicato in Italia nel 1976 per I Dischi dello Zodiaco.
Una canzone risalente alla “Great Famine” che flagellò l’Irlanda (e anche le Highlands scozzesi) a metà dell’800. Dovuta ad una parassitosi della patata, i suoi effetti furono moltiplicati dalla soggezione politica e commerciale dell'Irlanda alla Corona inglese, tant'è che qualche storico (p.e. Francis A. Boyle) si spinge a dire che in quel periodo l'Inghilterra realizzò di fatto un genocidio per fame della popolazione irlandese.
“The praties” sta per “potatoes”…
Oh the praties they are small, over here, [over here], (continua)
Una bellissima canzone tradizionale (attenzione all'ultima strofa...). Famosa la versione dei Planxty (dal disco "The Well Below The Valley" del 1973: ci sono due canzoni con questo titolo, questa è quella cantata da Andy Irvine), ma in Italia è stata interpretata anche dai Whisky Trail
La storia della canzone si riferisce alla tremenda Grande Carestia Irlandese (1845-49). Le cause scatenanti la carestia furono molteplici, in parte la politica economica britannica, le condizioni dell'agricoltura irlandese, il brusco incremento demografico avvenuto nei decenni precedenti la carestia ma soprattutto la sfortunata apparizione di una patologia delle patate causata da un fungo, la peronospora, che raggiunse il paese nell'autunno del 1845 distruggendo un terzo circa del raccolto della stagione e l'intero raccolto del 1846, una recrudescenza dell'infezione distrusse in seguito gran parte del raccolto... (continua)
Album : Open
Whisky Trail con il coro L'Altrocanto rende omaggio a Lorenzo Orsetti che ha dato la vita per combattere l'Isis insieme al popolo curdo