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Autore Mavis Staples

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I Give You Power

I Give You Power
[2017]
Featuring Mavis Staples
Nella compilation VV.AA "1000 Days, 1000 Songs"
I give you power, over me (continua)
22/1/2023 - 15:00
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Brothers and Sisters

Brothers and Sisters
(2019)
Parole e musica di Ben Harper
dall'album We Get By con canzoni scritte e prodotte da Ben Harper per Mavis Staples

Per una presentazione dell'album vedere Change.

Un accorato appello alla solidarietà tra esseri umani e a una rivoluzione pacifica contro i potenti.
Can't stay the same, think that everything
(continua)
30/7/2019 - 20:22
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Change

Change
(2019)
Parole e musica di Ben Harper
dall'album We Get By con canzoni scritte e prodotte da Ben Harper per Mavis Staples


Nella foto del 1956 di Gordon Parks scelta per la copertina del nuovo album di Mavis Staples, cinque bambine e un bambino di Mobile, Alabama guardano da dietro una rete un parco giochi in cui, essendo afroamericani, non possono entrare. Non riusciamo a vedere le loro espressioni, ma possiamo immaginare i loro sentimenti. Se non si capiscono questa foto e le emozioni e la storia che essa mette in gioco, non si può comprendere l’importanza di Mavis Staples, monumento del gospel-soul e colonna sonora con gli Staples Singers del movimento per i diritti civili.

A Ben Harper è riuscita un’altra piccola magia: scrivere testi che riflettono quel che accade negli Stati Uniti senza evocare fatti contingenti e soprattutto facendoli suonare perfettamente integrati alla vita e... (continua)
Gotta change around here
(continua)
30/7/2019 - 20:17
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Little Bit

Little Bit
Album: If All I Was Was Black (2017)

“The song is a cautionary anthem of all the ways in which those regarded as suspicious have to weigh their actions just to survive day to day.”
Mavis Staples
This life surrounds you
(continua)
25/1/2019 - 15:08
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Nina Cried Power

Nina Cried Power
(2018)
Album Nina Cried Power - EP
Featuring Mavis Staples

Un tributo alla canzone di protesta e ai grandi artisti che hanno influenzato Hozier, tra i quali Mavis Staples che partecipa come ospite in questa canzone trascinante.


“I’m thrilled to share the Nina Cried Power – EP with you all. The title track was written sometime last year, and my aim was to credit the actuality of hope, solidarity and love found in the human spirit at a time when their opposites were being given a mainstream platform 24/7. The song started as a tongue-in-cheek inquiry into modern popular language regarding political awareness and grew from there.

In many ways the song is a thank you note to the legacy of artists from the 20th Century whose work still inspires us, and whose well we draw from in times of uncertainty. Mavis Staples is one such artist. Getting to work with her on this song was a joy, and... (continua)
It's not the waking, it's the rising
(continua)
21/11/2018 - 23:43
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In Times Like These

In Times Like These
[2004]
Scritta da Jim Tullio e LeRoy Marinell
Nell'album di Mavis Staples intitolato “Have a Little Faith”

La propongo come Extra perchè non è proprio una CCG ma forse... perchè no?!?
Valutate un po' voi...
In times like these
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 16/4/2017 - 22:21
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This Little Light of Mine

This Little Light of Mine
“This Little Light of Mine” è un gospel per bambini scritto intorno al 1920 da Harry Dixon Loes (1895-1965), un compositore di inni cristiani, un bianco.
Ma nei primi anni 50 l'inno venne adottato dal movimento per i diritti civili, in seno al quale il testo venne elaborato da attiviste afroamericane come Zilphia Horton e Fannie Lou Hamer.
Celebri le esecuzioni di Betty Fikes, The Seekers e Odetta.

Ma ho voluto attribuire il brano a Sam Cooke – che ne diede una magnifica interpretazione nello splendido “Live at The Copa”, 1964, uno dei miei dischi preferiti – perchè il grande cantautore, troppo presto scomparso, volle portare una canzone intonata nelle marce per i diritti civili all'interno dei nightclub, facendo in modo che il movimento e le sue rivendicazioni di giustizia e di pace acquistassero un audience maggiore rispetto a quella sua propria.
Una sensibilità che l'autore di A Change... (continua)
A-amen a-amen a-amen
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 15/2/2017 - 23:39
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Hope in a Hopeless World

Hope in a Hopeless World
‎[1993?]‎
Scritta da Roebuck 'Pops' Staples insieme a Phil Roye e Bob Thiele, Jr.‎
Album “Father, Father” del 1994‎

La canzone compare nell’ultimo album solista del suo autore, Roebuck "Pops" Staples (1914-2000), ‎decano della musica gospel e R&B statunitense e patriarca del noto gruppo vocale Staple ‎Singers, del quale faceva parte insieme al figlio Pervis e alle figlie Mavis, Yvonne e ‎Cleotha.‎
I primi ad interpretare il brano furono però Paul Young ed ‎‎Eric Bibb già nel 1993.‎
Baby born in New York City
(continua)
inviata da Dead End 31/10/2012 - 14:28
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Freedom Highway

Freedom Highway
‎‎[1965]‎
Album “Freedom Highway”‎
Scritta da Roebuck "Pop" Staples (1914 –2000), patriarca e membro dei Staples Singers, insieme al ‎figlio Pervis e alle figlie Mavis, Yvonne e Cleotha.‎

‎Il Tallahatchie citato nel brano è il fiume in cui il 28 agosto fu gettato il corpo ‎del quattordicenne afroamericano ‎‎Emmett Till, torturato ‎selvaggiamente, ucciso e gettato nelle acque del fiume che scorre presso Money, Mississippi. ‎Affinchè il corpo non riemergesse venne ancorato con del filo spinato ad una pesante sgranatrice ‎per il cotone.‎



Gli assassini, due bianchi, si chiamavano Roy Bryant e J. W. Milam, il suo fratellastro: furono ‎processati ed assolti, coperti da una bieca campagna di stampa e addirittura dal presidente USA di ‎allora, Dwight D. Eisenhower, che impedì personalmente ogni riapertura di inchiesta e processo, ‎così da non perdere i voti dei suprematisti del Sud. Briant... (continua)
Marching on the freedom highway
(continua)
inviata da Dead End 29/10/2012 - 14:09
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In the Mississippi River

In the Mississippi River
‎[1964]‎
Scritta da Marshall Jones, fratello di Matthew Jones, fondatore dello Student Non-Violent ‎Coordinating Committee e dei Freedom Singers.‎
In "Voices of the Civil Rights Movement: Black American Freedom Songs 1960-1966”, Folkways ‎Records 1997.‎

‎Poi anche nell’album “We'll Never Turn Back” (2007) di Mavis Staples‎

‎Come Goodman and Schwerner and Chaney di Tom Paxton, una canzone dedicata a tre attivisti del ‎movimento per i diritti civili assassinati dal KKK nel 1964.‎

James Chaney aveva 21 anni, era un afroamericano e veniva da Meridian, Mississippi.
Andrew Goodman, aveva 20 anni, era un bianco, ebreo, studiava antropologia a New York.
Anche Michael Schwerner veniva da New York. Pure lui era bianco ed ebreo. Aveva 24 anni.
I tre giovani facevano parte del Movimento per i diritti civili ed in particolare dell'organizzazione ‎CORE (Congress of Racial Equality).
Nel giugno... (continua)
In the Mississippi River ‎
(continua)
inviata da Bartleby 11/5/2012 - 11:20
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We’ll Never Turn Back

We’ll Never Turn Back
[1961?]
Parole e musica di Bertha Gober

Bertha Gober era all’epoca studentessa all’Università di Albany, Georgia, Attivista dei Freedom Riders e dello Student Nonviolent Coordinating Committee (SNCC), fu più volte arrestata in quegli anni per azioni anti-segregazioniste e l’organizzazione di proteste per l’eguaglianza razziale.

Una delle canzoni simbolo del movimento per i diritti civili in USA, interpretata da molti artisti a partire proprio dai The SNCC Freedom Singers, passando per Sweet Honey in the Rock e Barbara Dane. Ho preferito però attribuirla a Mavis Staples per la sua recente, intensissima interpretazione nel disco omonimo del 2007.
We've been 'buked and we've been scorned,
(continua)
inviata da Bartleby 18/5/2011 - 08:43
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We Shall Not Be Moved

anonimo
We Shall Not Be Moved
[Tradizionale / Traditional]

Avvertenza. Come canzone integrante e basilare del Civil Rights Movement, We Shall Not Be Moved è stata inserita nel percorso "Razzismo e schiavitù negli Stati Uniti d'America". Il suo inserimento nell'altro percorso "Emigrazione e guerra del lavoro" è dovuto al suo uso come riconosciuta Labor song.

Notice.. As a song being a basic and integral part of the Civil Rights Movement, "We Shall Not Be Moved" has been included in the song itinerary "Racism and Slavery in the United States of America". Its inclusion in the other song itinerary "Emigration and Labor War" is due to its use as an acknowledged labor song. [AWS/CCG Staff]

Indichiamo l'autore come 'anonimo' perchè si tratta di un inno religioso che ignoriamo se sia attribuibile a qualche autore particolare. Fu iniziato a riadattare già negli anni '30 come canto di lotta operaia; il titolo originale dell'inno,... (continua)
We shall not, we shall not be moved
(continua)
inviata da Alessandro + CCG/AWS Staff 14/1/2008 - 09:57




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