[1968]
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Music / Musique / Sävel: Georges Garvarentz
Giovedì 11 aprile 2024 esce nelle sale il nuovo film di Robert Guédiguian, E la festa continua!. In questo film, come in quelli meravigliosi che lo hanno preceduto (di cui alcuni sono attualmente visibili gratuitamente sulla piattaforma Arte Tv) si parla di resistenza e di futuro. Nella colonna sonora c'è una canzone, Emmenez-moi ed è per questo che propongo al sito di pubblicarla. Aggiungo alcune righe di commento estratte dalle recensioni sul film. [Paolo Rizzi]
E la festa continua! inizia con il ricordo di una tragedia vicina. Nel quartiere L’Estaque di Marsiglia il 5 Novembre del 2018 crollano due palazzine. Ora lì c’è un vuoto che Guédiguian inquadra più volte, come una boa narrativa per non farci perdere la rotta del suo discorso. Orientando la sguardo del presente con... (Continues)
Emmenez-moi è un singolo del 1968 del cantautore francese Charles Aznavour, estratto dall'album Entre deux rêves. Del brano esiste anche una versione in inglese, intitolata Take Me Along e cantata da Aznavour, che è uscita negli Stati Uniti nel 1978. Il testo è stato scritto dallo stesso Aznavour, mentre la musica e l'arrangiamento sono di Georges Garvarentz. Il brano è composto in La minore e la sua musica è in 3/4. Emmenez-moi ("Portatemi via") esprime il desiderio del narratore di fuggire lontano, in luoghi esotici ed assolati, per sfuggire alla miseria della sua vita quotidiana ("Mi sembra che la miseria sarebbe meno dolorosa al sole").
Lo scorso 16 marzo a Caneva si è tenuto un concerto omaggio ad Aznavour di cui il prossimo 22 maggio ricorre il centenario. Lo spettacolo “Emmenez-moi” è un omaggio dedicato al grande artista di origine armene Charles Aznavour,... (Continues)
Il mese scorso (ma la conferma è solo di questi giorni) l’Armenia ha estradato Leheng e Alişer, due esponenti delle HPG (Forze di Difesa del popolo, braccio armato del PKK), verso la Turchia. Falsamente Ankara l’aveva mascherato come il risultato di un’operazione del MIT (i servizi segreti turchi) nel campo per rifugiati di Makhmour (nel Kurdistan del sud).
Nel comunicato delle HPG si legge che “i compagni Leheng et Alişer avevano incontrato i soldati dello Stato armeno nella zona di frontiera con l’Armenia nell’agosto del 2021 e avevano agito con prudenza per evitare situazioni negative”.
Quindi i due curdi venivano arrestati e imprigionati. A seguito di un contenzioso giuridico davanti alla Corte d’appello avevano ottenuto un verdetto favorevole alla loro rimessa in libertà il 23 febbraio 2022. Ma invece di essere... (Continues)
Gianni Sartori 2022/9/25 - 11:54
IL TRADIMENTO DELL’ARMENIA NEI CONFRONTI DEI CURDI DURAMENTE STIGMATIZZATO ANCHE DA MOLTE ORGANIZZAZIONI ARMENE
Gianni Sartori
La notizia che l’Armenia aveva consegnato ai servizi segreti turchi (MIT) due militanti curdi arrestati nel 2021 è stata accolta prima con stupore e poi con indignazione da numerose organizzazioni armene, sia in Armenia che nella diaspora.
Per il deputato armeno Gegham Manukyan (esponente della Federazione Rivoluzionaria Armena) non si sarebbe “mai visto un tradimento di tale portata negli ultimi trent’anni”.
Parlando dei due curdi estradati ha detto che essi “avevano combattuto a Dersim, la regione dove molti nostri compatrioti sono stati soccorsi dai curdi all’epoca del genocidio armeno e hanno in seguito preso parte all’insurrezione di Dersim. Ora i due curdi si trovavano nel territorio della Repubblica di Armenia e sono stati prelevati e consegnati alle autorità... (Continues)
MENTRE A EREVAN SI RICORDANO LE VITTIME DEL POGROM DEL 1988, IN IRAN GLI ARMENI MANIFESTANO A SOSTEGNO DELLA REPUBBLICA DELL’ARTSAKH
Gianni Sartori
All’epoca dell’attacco dell’Azerbaijan ai territori armeni della Repubblica dell’Artsakh (con il sostegno di Ankara a cui Baku fornisce un quinto delle sue importazioni di gas naturale, oltre a ingenti quantità di barili di petrolio dal Mar Caspio), era lecito aspettarsi un maggiore sostegno all’Armenia da parte dell’Iran, in linea con una certa tradizione. Magari paradossalmente, in quanto gli azeri sono in maggioranza sciiti come gli iraniani. In compenso, Israele non mancava di mostrare sostegno (fornendo droni presumibilmente) alle richieste azere, in chiave anti-iraniana. Misteri della geopolitica. Poi sappiamo che le cose andarono diversamente.
Vedi: https://www.rivistaetnie.com/nagorno-k...
Tuttavia in Iran gli armeni rimangono una... (Continues)
Alla fine, pressata da più parti affinché intervenisse (“Russia, se ci sei batti un colpo”), Mosca ha parlato tramite il Ministero della Difesa. Accusando Baku di aver violato gli accordi sul Nagorno-Karabakh del 2020. Meglio tardi che mai, anche se la Federazione Russa appare sempre più incerta (o disinteressata?) al destino dell’Armenia, praticamente abbandonata a se stessa (quasi da tutti sia chiaro, non solo dalla Russia; con la nobile eccezione dei Curdi).
Eppure i segnali della possibilità di un ennesimo conflitto (“guerra a bassa - relativamente bassa - intensità”) non erano mancati.
Il 5 marzo si era registrato un altro scontro armato nel corridoio di Lachin (per gli azeri di Zangezur) tra Stepanakert e Goris, bloccato ormai da tre mesi da presunti “manifestanti ecologisti” azeri. La sparatoria era avvenuta tra la... (Continues)
ISTANBUL NON VUOLE CHE SI CELEBRI LA RICORRENZA DEL GENOCIDIO ARMENO
La politica turca non si smentisce. Quando si tratta di affrontare la questione del genocidio armeno del 1915 in Turchia prevale l’indifferenza o l’amnesia. Anche quest’anno, com’era prevedibile.
Gianni Sartori
Per il secondo anno consecutivo (senza contare i due precedenti sottoposti alla pandemia) l’ufficio del governatore di Istanbul ha, come previsto, deciso di proibire le commemorazioni del genocidio armeno nel distretto di Kadıköy. In quanto sarebbero “inappropriate”.
Tale decisione à stata prontamente criticata come antidemocratica dalla piattaforma della commemorazione.
Il 24 aprile per il popolo armeno non è una data qualsiasi. Quel giorno nel 1915 vennero arrestati oltre 200 intellettuali, un fatto che costituì preludio del genocidio.
La piattaforma della commemorazione ha ricordato che in anni passati (dal... (Continues)
L’attuale violenza (massacri, deportazioni…) subita dagli Armeni rievoca fatalmente il genocidio del 1915.
E se dopo il NAGORNO KARABACH dovesse toccare all’ARMENIA?
ARMENIA, O CARA…
Gianni Sartori
I bombardamenti azeri del 19 settembre avevano riportato nella cronaca un conflitto forzatamente dimenticato.
Tuttavia l’attacco di Baku contro il Nagorno Karabach e quanto poi avvenuto ai danni del popolo armeno non è calato improvvisamente dal cielo. Come avevamo ipotizzato anche qui:
https://www.rivistaetnie.com/armeni-pe...
era perlomeno probabile.
Il Nagorno Karabakh è (ormai era ) una repubblica autoproclamata (ribattezzata con l’antico nome di Artsaj) abitata in prevalenza da armeni, ma posta forzatamente all’interno dei confini dell’Azerbaigian. Dal 1991 si batteva per la propria indipendenza.
Nel conflitto del 1988-1994 la vittoria era andata agli armeni con la conseguente espulsione... (Continues)
ABBATTUTO A COLONIA IL MONUMENTO IN MEMORIA DEL GENOCIDIO ARMENO
Gianni Sartori
Sembra proprio che in passatoi la Germania abbia fornito – non solo indirettamente – alla Turchia giustificazioni politiche e culturali per il genocidio armeno.
Ai nostri giorni invece si limita ad abbattere qualche monumento scomodo.
L’uso di stereotipi per demonizzare e criminalizzare alcune popolazioni non è stato ovviamente un’esclusiva dei tedeschi, ci mancherebbe. Resta il fatto che sia nell’ottocento che nel secolo scorso in Germania vennero impiegati metodicamente. In particolare da esponenti politici, religiosi e soprattutto dalla stampa. Non solamente contro gli Ebrei, ma anche per gli Armeni descritti (oltre che con “il naso adunco”) come “più subdoli, bugiardi, usurai e traditori degli stessi ebrei”. Questo almeno è quanto emerge dagli studi di Stefan Ihrig (direttore del Centro di studi germanici... (Continues)
It wasn’t just WWI during which he was imprisoned. He was imprisoned during the Armenian Genocide and after witnessing all the horrors of the Genocide he went mad. Please, call things what they are.
Mariam 2023/11/16 - 00:17
Dear Mariam, we think you should address your remark to blogs.loc.gov, i.e. the website we have taken this song (and the relevant introduction) from. Anyway, we accept your remark. As you can see, this song is part of a large "song itinerary" specially focused on the Armenian genocide. Thank you.
բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo:
Silva Kaputikian [Սիլվա Կապուտիկյան]
Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel :
Khachatur Avetisyan [Խաչատուր Ավետիսյան]
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
1.Arpi Alto [Արփի Ալտո]
2. Varduhi Khachatryan[ Վարդուհի Խաչատրյան]
3. Ani Kharatyan [Անի Խառատյան]
I versi che seguono sono della poetessa armena contemporanea Tatev Chakhian . La traduzione in inglese è di Lucille Janinyan.
italiano
english
լեզու
RETROSPETTIVA
Un tempo vivevamo lentamente
in tempo di pace.
Ciò che era perduto alla fine fu ritrovato
la vita era un posto sicuro in cui vivere,
e anche svanire volontariamente.
Dio veniva ricordato nelle occasioni importanti,
nella sfortuna, lo invocavamo
per tenerci presenti... e Dio lo ha fatto!
La nostra vita -
un'ora guadagnata in un tempo... (Continues)
Մախմուր աղջիկ,[1] (Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2023/9/30 - 22:42
Ora questa cantante e compositrice nata in Libano pubblica (dopo il precedente Manifesto Anti-War del 2015 per Rosa Selvaggia (Obscure Label) il suo secondo disco intitolato Green Line. La Tekeyan in realtà è di origini armene e ha sempre avuto particolare attenzione al tema del genocidio armeno. Non a caso l’album è uscito il 24 aprile in occasione dell’anniversario dei 106 anni di questo tragico massacro. Il titolo “Green Line” si riferisce invece alla “linea verde” che divideva cristiani e musulmani nel corso della guerra civile in Libano. C’è un aspetto biografico nel suo insistere sull’argomento della guerra in quanto ha coinvolto lei e la sua famiglia. Si può dire che quello di Rita Tekeyan sia un tributo alle vittime di qualsiasi genocidio ed orrore perpetrato dalla guerra. Così la musica contenuta in Green Line cerca di dar voce alla memoria di eventi drammatici... (Continues)
Bare foot, walking in the desert naked (Continues)
բանաստեղծություն / Poesia / A Poem by / Poème / Runo / Şiir:
Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակի Իսահակյան]
Երաժշտություն / Musica / Music / Musique / Sävel / Müzik :
Anonimo
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat / Tarafından gerçekleştirilen :
1. Element Band
Album: Oo
2. Haig Yazdjian
Album: Garin
3. Lusik Koshyan [Լուսիկ Քոշյան ]
4. Sarine Sagherian [Սարինա Քրոս]
5.Sona Rubenyan [Սոնա Ռուբենյան]]
6. Seven Eight Band
La canzone è la trasposizione in musica di una poesia struggente dell’armeno Avetik Sahak Isahakyan [Ավետիք Սահակ Իսահակյան]. Questa, come tante altre sue composizioni, ha come tema centrale il genocidio armeno. La popolazione di Bingöl fu deportata nel 1915 anche a marce forzate verso zone desertiche, gran parte morirono di stenti.
Isahakyan visse in pieno la persecuzione turca culminata nella tragedia del genocidio.... (Continues)
Երբ բաց եղան գարնան կանաչ դռները, [1] (Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2022/10/20 - 09:52
Եքու ափերէդ...
Yekʿu apʿered...
2015
Manifesto Anti-War EP
Original Armenian poem by Avedis Tekeyan (Extracted from his book Behesnihayut'yan koġkotan 1914-1918 – The Tragedy of Armenians of Behesni 1914-1918, published in Beirut 1956)
“Yekʿu apʿered...” è un testo poetico scritto dal nonno paterno di Rita, Avedis Tekeyan, anch’egli artista, che qui è stato messo in musica: la raffinata base formata dal piano e dal synth, le voci sommesse in lontananza, il canto accorato e partecipe, tutto questo concorre a disegnare lo scenario di un dolore senza speranza.
Original Armenian poem by Avedis Tekeyan (Extracted from his book Behesnihayoutyan Koghkotan 1914-1918 – The Tragedy of Armenians of Behesni 1914-1918 published in Beirut 1956)
d’après la version italienne – CANZONE DEL SOLDATO de Riccardo Gullotta – 2020
D’une chanson arménienne – Մարտիկի Երգը – Ashot Satyan / աշոտ սաթյան – ca. 1943
Le monument a été érigé dans le parc de la Victoire à Erevan en 1975, à l’occasion du 30ᵉ anniversaire de la victoire dans la Seconde Guerre mondiale. Sur une plaque sont gravés les mots en arménien et en russe. Sur une population de 1,5 million d’habitants, 500 000 Arméniens ont combattu dans l’armée soviétique contre les Allemands. Environ la moitié ont été tués ou ont disparu. À titre de comparaison, l’armée américaine a compté 400 000 victimes sur une population... (Continues)
Խոսքեր և Երաժշտություն / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
Hovhannes Tumanyan [Հովհաննես Թումանյան]
Կատարող / Interprete / Performed by / Interprétée par / Laulavat :
1. Hakob Babayan, Alin Demirdjian
2. Alina Manoukian
ալբոմ / Album: Na Mi Naz Ouni [2012]
3. Live
4. Live in Naregatsi Art Institute, Yerevan
1915: il genocidio degli Armeni
Dal racconto di Anny Romand, autrice di Mia nonna d’Armenia, basato sul diario della nonna Serpouhi Hovaghian
Aveva 22 anni, Serpouhi, quando una mattina accade l’irreparabile. Guardie turche bussano alla porta, intimano a tutti di uscire, saccheggiano la casa. Lei viene separata dal marito Karnik, che non rivedrà mai più, sarà massacrato insieme agli altri uomini. In braccio Aïda (appena nata), stretto a lei Jiraïr (quattro anni), Serpouhi si ritrova tra le carovane di donne in... (Continues)
Testo / Lyrics / Paroles / Sanat: Charles Aznavour
Musica / Music / Musique / Sävel: Georges Garvarentz
Giovedì 11 aprile 2024 esce nelle sale il nuovo film di Robert Guédiguian, E la festa continua!. In questo film, come in quelli meravigliosi che lo hanno preceduto (di cui alcuni sono attualmente visibili gratuitamente sulla piattaforma Arte Tv) si parla di resistenza e di futuro. Nella colonna sonora c'è una canzone, Emmenez-moi ed è per questo che propongo al sito di pubblicarla. Aggiungo alcune righe di commento estratte dalle recensioni sul film. [Paolo Rizzi]
E la festa continua! inizia con il ricordo di una tragedia vicina. Nel quartiere L’Estaque di Marsiglia il 5 Novembre del 2018 crollano due palazzine. Ora lì c’è un vuoto che Guédiguian inquadra più volte, come una boa narrativa per non farci perdere la rotta del suo discorso. Orientando la sguardo del presente con... (Continues)