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Before 2017-2-21

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Carbone

Carbone
Poesia di Erri De Luca dalla raccolta "Solo Andata" (2005)

Musicata da Ilaria Bocchino, pubblicata dai Secondamarea nel disco Canzoni a Carburo (2009)
Raschiato con l’esplosivo e il ferro
(Continues)
Contributed by dq82 2017/2/19 - 14:47
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Where's the Revolution

Where's the Revolution
[2017]
Scritta da Martin Lee Gore
Primo singolo estratto dall'album “Spirit”, di prossima uscita
You've been kept down
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 14:12
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Fiorella Mannoia: Che sia benedetta

Fiorella Mannoia: Che sia benedetta
[2016]
Parole di Erika Mineo, in arte Amara, e Salvatore Mineo
Musica di Amara
Nell'album della Mannoia intitolato “Combattente
Brano 2° classificato alla 67ª edizione del Festival di Sanremo (e avrebbe potuto benissimo vincerlo contro “Occidentali's Karma” di Gabbani, riedizione appena più cerebrale di Amen)
Ho sbagliato tante volte nella vita
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 13:38
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Il vecchio e il bambino

Il vecchio e il bambino
Un vecchio e un bambino si preser per mano...

PIACENZA. Alcuni hanno quasi un secolo, altri soltanto tre anni. Sono l'inizio e l'autunno della vita. A Piacenza c'è un asilo dove gli estremi si incontrano e vecchi e bambini "crescono" insieme. Dove la lentezza è un dono. C'è Fiorella che ha 87 anni e Stefano e Carlo che vanno al nido. Lei spinge il deambulatore e loro la precedono. "Guardate - ride Fiorella - ho tanti cavalieri, non sembro una regina?". Poi tutti a sporcarsi di farina e a impastare torte. Divertendosi non poco. Mano nella mano. Perché i più anziani e i più piccoli hanno lo stesso passo, si sa, e basta uno sguardo per essere complici e diventare amici.

Aurora, 36 mesi, taglia pezzetti di mela e Maria, 90 anni, che è mamma, nonna e bisnonna e da giovane faceva la "bottonaia", mescola farina e zucchero, mentre Franco, classe 1933, legge le fiabe a Noemi, e Olga, nata nel 1927,... (Continues)
daniela -k.d.- 2017/2/19 - 13:21
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Cease the Bombing

Cease the Bombing
[1969]
Scritta da Earl Neal Creque (1940–2000), organista e compositore jazz afroamericano
Nell'album del chitarrista Grant Green intitolato “Carryin' On”, pubblicato nel 1970, con Jimmy Lewis (basso), Idris Muhammad (batteria), Earl Neal Creque e Clarence Palmer (piano elettrico), Claude Bartee (sax tenore) e Willie Bivens (vibrafono).
[strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 11:35
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The Selma March

The Selma March
[1965]
Scritta dal grande chitarrista jazz afroamericano Grant Green, prematuramente scomparso nel 1979 per un attacco cardiaco
Nel disco intitolato “His Majesty King Funk”, con Harold Vick (sax tenore), Larry Young (organo), Ben Dixon (batteria), Candido Camero (bongo, conga).

Come March on Selma di Blue Mitchell, un altro tributo di una grande maestro del jazz alle marce da Selma a Montgomery del 1965, punto di svolta nella lotta degli afroamericani per il riconoscimento dei diritti civili e la fine del segregazionismo.

[strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/19 - 11:21
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Песенка о бумажном солдатике

Песенка о бумажном солдатике
Μετέφρασε στα Ελληνικά ο Δημήτρης Ζορμπαλάς
Greek translation by Dimitris Zorbalas
ΤΟ ΤΡΑΓΟΥΔΑΚΙ ΓΙΑ ΤΟΝ ΧΑΡΤΙΝΟ ΣΤΡΑΤΙΩΤΗ
(Continues)
Contributed by Ζορμπαλάς Δημήτρης / Zormpalas Dimitris 2017/2/19 - 10:16
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Oliver Cromwell

Oliver Cromwell
[1969]
Parole di John Cleese
Sulle note di "Polonaise héroïque" Polonez As-dur op. 53 di Fryderyk Chopin
Da http://www.montypython.net/scripts/oli...

"Oliver Cromwell"" is a song released by Monty Python in 1989, and featured in their 1991 album Monty Python Sings. John Cleese, who wrote the lyric, originally debuted the song on February 2, 1969 in the radio show I'm Sorry, I'll Read That Again, where it was introduced as "The Ballad of Oliver Cromwell". It is sung to Frédéric Chopin's Heroic Polonaise, and documents the career of British statesman Oliver Cromwell, from his service as Member of Parliament (MP) for Huntingdon to his installation as Lord Protector of the Commonwealth of England. The main lyrics are performed by John Cleese, accompanied by a small chorus comprising Eric Idle and other singers.

"Oliver Cromwell" is sung to the first ("A") section of the Polonaise, including... (Continues)
Spoken: THE MOST INTERESTING THING ABOUT
(Continues)
Contributed by Krzysiek :) 2017/2/19 - 08:34
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March on Selma

March on Selma
[1965]
Brano composto dal trombettista afroamericano Richard Allen "Blue" Mitchell (1930-1979)
Nel suo album intitolato “Down with It!”, con una band composta da Gene Taylor (contrabbasso), Aloysius Foster (batteria), Chick Corea (pianoforte) e Junior Cook (sax tenore).

Un pezzo di “hard bop” che celebra le tre (anzi, quattro) marce di revindicazione per i diritti civili che nel marzo del 1965 partirono da Selma in Alabama, con l'obiettivo di raggiungere Montgomery, la capitale dello Stato.

Una prima marcia pacifica per i diritti civili fu organizzata il 26 febbraio 1965 nella vicina Marion, e si concluse con la morte di Jimmie Lee Jackson, un attivista nero che fu ucciso da un colpo sparato da un poliziotto - tal James Bonard Fowler che è stato condannato (simbolicamente) per quel delitto soltanto nel 2010 (all’età di 77 anni).
Una seconda marcia fu organizzata per il 7 marzo sul percorso... (Continues)
[strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/17 - 23:04
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The Freedom Rider

The Freedom Rider
[1961]
Brano composto dal batterista e bandleader afroamericano Arthur "Art" Blakey (1919-1990)
Dà il titolo al suo album con la band de The Jazz Messengers, pubblicato nel 1964 (Blue Note)
Del gruppo facevano parte Wayne Shorter (sax tenore), Lee Morgan (tromba), Bobby Timmons (pianoforte) e Jymie Merritt (contrabbasso)

“The Freedom Rider” è un brano per sola batteria che celebra il convoglio del CORE (Congress of Racial Equality) che nel 1961 attraversò Virginia, Carolinas, Georgia, Alabama, Mississippi e Louisiana per denunciare che la segregazione razziale, bandita dalla Corte Suprema degli USA, continuava a persistere. Nonostante i continui, violentissimi attacchi armati da parte di segregazionisti e membri del KKK, i Freedom Riders portarono a termine con successo il loro viaggio a New Orleans.
[Strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/17 - 21:46
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Oh Mary, Don't You Weep

Oh Mary, Don't You Weep
Aretha Franklin performes "Mary Don't You Weep" at New Temple Missionary Baptist Church, Los Angeles, January 14, 1972.

Bernart Bartleby 2017/2/17 - 21:25
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Hymn to Freedom

Hymn to Freedom
[1962]
Capolavoro del grande pianista jazz Oscar Emmanuel Peterson, detto semplicemente O.P., canadese ma figlio di genitori immigrati dai Caraibi.
Nel suo disco intitolato “Night Train”, pubblicato nel 1963, con Ray Brown al contrabbasso e Edmund Thigpen alla batteria.
“Hymn To Freedom” è il brano che chiude l'album.

Un inno alla libertà di una chiarezza e semplicità sconvolgenti, nonostante il virtuosismo della scrittura e dell'esecuzione.
Sulla copertina, realizzata dal fotografo Pete Turner, la motrice di un treno in corsa, un'immagine da sempre così importante ed evocativa per tutti quelli – come i neri d'America - allora come oggi in cerca del cambiamento e della libertà.
[Strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/17 - 20:57
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Madame Hermann

Madame Hermann
Ce titre paru initialement sur l'album LE MARGINAL en 2008 (Midi 52 / Socadisc distribution) évoque la seconde guerre mondiale à travers les yeux d'une femme juive, avec cette idée que l'histoire peut se répéter pour le pire. Ce titre fut repris par Monique Hottier sur le disque ELLES ET EUX CHANTENT JANN HALEXANDER en 2015.
J'ai vu ce que je n'voulais pas voir
(Continues)
Contributed by Jeff Bonnenfant 2017/2/17 - 01:25
Song Itineraries: Extermination camps
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Papa et les singes fous

Papa et les singes fous
L'artiste évoque dans ce titre son enfance au Gabon, lors de la guerre civile larvée au Gabon, englué dans des émeutes pour la démocratie et contre la dictature d'Omar Bongo. La démocratie fut officialisée en 1991. Depuis août dernier et des élections sanglantes, les observateurs internationaux ont noté un brusque retour en arrière.
Souviens-toi Papa
(Continues)
Contributed by Jeff Bonnenfant 2017/2/17 - 01:19
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The Black Liberation Movement Suite

The Black Liberation Movement Suite
[1970]
Composizione jazz in nove movimenti scritta da Calvin “Cal” Massey (1928-1972), trombettista e compositore afroamericano

1 - Prayer (4:01)
2 - (Hey God-damn-it) Things Have Got to Change (7:10)
3 - Man at Peace in Algiers (for Eldridge Cleaver) (5:12)
4 - The Black Saint (for Malcolm X) (3:56)
5 - The Peaceful Warrior (for Martin Luther King, Jr.) (5:31)
6 - The Damned Don’t Cry (for Huey P. Newton) (4:50)
7 - Reminiscing About Dear John (for John Coltrane) (2:14)
8 - Babylon (2:00)
9 - Back to Africa (for Marcus Garvey) (6:21)

Cal Massey è oggi sconosciuto ai più, anche perchè morì giovane – un infarto, a 43 anni – nel pieno della sua migliore stagione artistica. Inoltre – com'è chiaro da questa sua composizione – fu molto vicino ai movimenti radicali e in particolare alle Black Panthers e per questo fu blacklisted (anzi, “whitelisted”) dal mondo della produzione musicale,... (Continues)
[Strumentale]
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/16 - 22:41
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The End of Silence

The End of Silence
[1969]
Parole e musica di Elaine Brown, l'unica donna ai vertici del Black Panthers Party tra il 1974 ed il 1977.
Nell'album “Seize The Time - Black Panther Party”, composto dalla Brown su richiesta del Movimento. Con The Pan-Afrikan Peoples Arkestra diretta da Horace Tapscott.

Non è certo una CCG questa, che il BPP aveva dichiarato guerra allo Stato razzista e alla sua polizia, ma è una canzone di resistenza: “Tutto questo silenzio finirà, non ci resta che prendere le armi e comportarci da uomini”. Allora era un'opzione che che divenne legittima per molti afroamericani, soprattutto dopo l'assassinio il 4 aprile del 1968 di Martin Luther King, emblema dell'altra via, quella non violenta.

Elaine Brown – abbandonata dal padre in tenera infanzia e cresciuta con grande fatica e dignità dalla madre - fu una dirigente delle Black Panthers, prima una sorta di ministro della cultura, poi la referente... (Continues)
Have you ever stood
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/16 - 20:53
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1947

1947
LA STORIA INTORNO ALLE FOIBE
di Nicoletta Bourbaki, Gruppo di lavoro sul revisionismo storiografico
Internazionale, 10 febbraio 2017

LEGGI ARTICOLO


Loška Dolina, Slovenia meridionale, il 31 luglio 1942. Soldati italiani fucilano Franc Žnidaršič, Janez Kranjc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič ed Edvard Škerbec, cinque abitanti del villaggio di Dane presi in ostaggio qualche giorno prima. Nell’Italia degli ultimi anni, un’interpretazione frettolosa e “capovolta” di questa foto ne ha innescato la proliferazione virale in rete e sui giornali, sino a farne l’illustrazione per eccellenza di articoli sulle foibe e le vittime italiane della “violenza slava”.
CCG/AWS Staff 2017/2/16 - 13:28
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The Fires of Napalm

The Fires of Napalm
Dal volume: Veleno di piombo sul muro, Le canzoni del Black Power, Editori Laterza, Tempi nuovi 30, ottobre 1969, pp.207 / 209. Così Alessandro Portelli introduceva la canzone: "Un'altra eccellente canzone sulla guerra in Vietnam. È interessante il riferimento agli indiani d'America: esistono alcune correnti nel movimento negro che tendono a rivalutare anche l'eredità indiana e a ricollegarvisi come a quella di popolo di colore che per primo fu padrone dell'America. Da Everybody's Got a Right to Live cit.; trascritta per "Broadside" da Barbara Dane." (p. 205) Nel volume, l'autore è presentato come "Jim" Collier (non "Jimmy"); la notazione sugli Indiani sembra far credere al fatto che Collier fosse figlio di una indiana Choctaw. [RV]
LE FIAMME DEL NAPALM
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2017/2/16 - 12:27
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This Little Light of Mine

This Little Light of Mine
“This Little Light of Mine” è un gospel per bambini scritto intorno al 1920 da Harry Dixon Loes (1895-1965), un compositore di inni cristiani, un bianco.
Ma nei primi anni 50 l'inno venne adottato dal movimento per i diritti civili, in seno al quale il testo venne elaborato da attiviste afroamericane come Zilphia Horton e Fannie Lou Hamer.
Celebri le esecuzioni di Betty Fikes, The Seekers e Odetta.

Ma ho voluto attribuire il brano a Sam Cooke – che ne diede una magnifica interpretazione nello splendido “Live at The Copa”, 1964, uno dei miei dischi preferiti – perchè il grande cantautore, troppo presto scomparso, volle portare una canzone intonata nelle marce per i diritti civili all'interno dei nightclub, facendo in modo che il movimento e le sue rivendicazioni di giustizia e di pace acquistassero un audience maggiore rispetto a quella sua propria.
Una sensibilità che l'autore di A Change... (Continues)
A-amen a-amen a-amen
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/15 - 23:39
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Blowin' in the Wind

Blowin' in the Wind
Grandissimo Sam Cooke!
Per me, la versione più bella...

Bernart Bartleby 2017/2/15 - 23:06
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Promised Land

Promised Land
[1964]
Versi di Chuck Berry
Sulla melodia della folk song “The Wabash Cannonball”
Nell'album intitolato “St. Louis to Liverpool”



The biblical story of the Exodus had long been a source of hope and inspiration for African Americans dating back to the era of slavery. In 1965 rock & roll pioneer Chuck Berry released a song called “Promised Land” that tells the story of a “poor boy” who leaves his home in Norfolk, Virginia to try and make it big in Los Angeles. He boards a Greyhound bus that takes him through many of the cities and towns where the Freedom Riders had encountered resistance and violence a few years before the song’s release. The bus on which Berry’s protagonist rides bypasses the town of Rock Hill, South Carolina where the Riders first encountered armed white resistance but makes a note of Alabama where the worst violence was experienced in Anniston, Birmingham, and... (Continues)
I left my home in Norfolk Virginia
(Continues)
Contributed by Bernart Bartleby 2017/2/15 - 22:46
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Foreign Accents

Foreign Accents
In sintesi, per facilitare la lettura:

Mordechai Vanunu: scienziato israeliano condannato a 18 anni di carcere per tradimento dopo aver rivelato l'esistenza di testate nucleari segrete in Israele.

Mohammad Mossadegh: primo ministro iraniano deposto nel 1953 da un colpo di stato militare favorito dai servizi segreti americani e inglesi per il gravissimo crimine di avere nazionalizzato il petrolio.

Wyatt nel libretto riferendosi a Hiroshima e Nagasaki definisce "distruzione di massa" l'effetto delle bombe. All'epoca della registrazione del disco "distruzione di massa" era una espressione frequentemente utilizzata da Bush e Blair come giustificazione dell'imminente invasione dell'Iraq. La guerra scoppiò esattamente il giorno in cui terminarono le registrazioni di Cuckooland,che significa all'incirca Paese della Cuccagna, una specie di Alice nel Paese delle Meraviglie, un mondo dei sogni ma per contro la maggior parte dei brani è ispirata a fatti reali nazionali o internazionali.
Flavio Poltronieri 2017/2/15 - 15:30
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Forest

Forest
da "Cuckooland"
Hannibal/Rykodisc
2003

Apparentemente sembra la trasognante canzoncina di una zingarella che canta in riva al fiume, mentre la luna dà un'occhiata e il canto si alza come fumo verso il cielo, dal buio verso la luce come il sole sulla foresta. Ma i presagi sono cattivi…. e infatti è una metafora allucinante, perché quello non è solo fumo e la nuvola che passa sopra la luna non è una nuvola qualsiasi. Invero subito dopo nel testo entrano il campo di sterminio per zingari di Lety, nella Repubblica Ceca e quello più tristemente noto di Auschwitz, dove più volte è stato ricordato non ci fu solo il genocidio degli ebrei. Nei tre anni tra il 1941 e il 1944, i rom deportati furono all'incirca 23.000 di cui ne sopravvissero appena 2.000. Lety è attualmente una fattoria per l'allevamento di maiali e nulla in quel luogo commemora o testimonia di quello di atroce che avvenne nel passato.

... (Continues)
Deep in the forest
(Continues)
Contributed by Flavio Poltronieri 2017/2/15 - 12:09
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Tu grillo parlante

Tu grillo parlante
Letto pure quello, ma tendo a non esprimere giudizi che porterebbero parecchio in là. I "riferimenti politici" (chiamiamoli così) del cantautorato italiano più o meno storico sono, per usare un eufemismo, evanescenti a meno che non si tratti di cantautori chiaramente militanti (penso, che so, a un Ivan Della Mea); ma del resto, lo stesso Bennato sentì ben presto l'esigenza di specificare che "sono solo canzonette". Si vede che hanno, legittimamente, solo continuato ad esserlo, almeno per lui.
Riccardo Venturi 2017/2/15 - 11:15




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