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Esik az eső, ázik a heveder

Esik az eső, ázik a heveder
[1916 ca.]
Album: "Magyar katonadalok és énekek a XX. századból" (Canzoni dei soldati ungheresi nel 20mo secolo) [2000]
Testo e musica di Tamás Cseh e Péter Péterdi

"Permettimi di mandarti in cambio i due canzoni “contro la guerra” dei miei due nonni ungheresi (uno di origine ceco, mentre l’altro ruteno, solo per illustrare meglio l’assurdità della situazione), cantati nella stessa guerra, l’uno in Russia, mentre l’altro – appunto nelle trincee alpine dell’Italia, probabilmente solo pochi chilometri dal tuo nonno. In ungherese, in italiano, in inglese"
Tamás Sajó

Avvertenza: La canzone è ascoltabile da tutte e tre le versioni del blog (ungherese, spagnola/italiana e inglese) ai relativi suddetti link.
Non soltanto lo “permetto”, Tamás, ma, credimi, da parte tua questa è una cosa meravigliosa non soltanto nei miei confronti, ma in quelli di tutto questo sito. Canzoni dall'una e dall'altra... (Continues)
Esik az eső, ázik a heveder
(Continues)
Contributed by Tamás Sajó 2009/1/10 - 00:49
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
Video!

Kimegyek a doberdói harctérre

András Széles
Kimegyek a doberdói harctérre
[1916 ca.]
Album: "Magyar katonadalok és énekek a XX. századból" (Canzoni dei soldati ungheresi nel 20mo secolo)[2000]
Testo e musica di Tamás Cseh e Péter Péterdi

"Permettimi di mandarti in cambio i due canzoni “contro la guerra” dei miei due nonni ungheresi (uno di origine ceco, mentre l’altro ruteno, solo per illustrare meglio l’assurdità della situazione), cantati nella stessa guerra, l’uno in Russia, mentre l’altro – appunto nelle trincee alpine dell’Italia, probabilmente solo pochi chilometri dal tuo nonno. In ungherese, in italiano, in inglese"
Tamás Sajó

Avvertenza: La canzone è ascoltabile da tutte e tre le versioni del blog (ungherese, spagnola/italiana e inglese) ai relativi suddetti link.
Non soltanto lo “permetto”, Tamás, ma, credimi, da parte tua questa è una cosa meravigliosa non soltanto nei miei confronti, ma in quelli di tutto questo sito. Canzoni dall'una e dall'altra... (Continues)
Kimegyek a doberdói harctérre,
(Continues)
Contributed by Tamás Sajó 2009/1/10 - 00:41
Song Itineraries: World War I (1914-1918)
Downloadable! Video!

Stai attento, uomo bianco

Stai attento, uomo bianco
[1967]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La signora è da buttare"

Sia nello spettacolo "La signora è da buttare" che nel disco "Le canzoni di Dario Fo, vol. 1" (1977) - dove è pure raccolta - questa canzone è interpretata da Oscar Prudente (1944-), cantautore, musicista e produttore discografico.
(Bernart Bartleby)
Li hai portati qui tu: i Bantù, gli Zulù
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 22:40
Downloadable!

Maminsynek w koncentraku

Maminsynek w koncentraku
à partir de la version italienne – Figlio di mamma in KZ, d'une chanson d' Aleksander Kulisiewicz, écrite en 1942, intitulée "Mamysinek w koncentratku".

Dans la chanson apparaît le terme Volksdeutsch, qui est un terme nazi qui désignait une personne d'ascendance allemande qui vivait à l'extérieur de l'Allemagne; et celui de Häftling, qui désigne un prisonnier dans un camp de concentration et/ou d'extermination.
À la lecture, cette chanson apparaît dans toute sa puissance d'ironie et de dérision. Une sorte d'humour décapant, destiné en effet à décaper toute la terreur et toute l'horreur qu'ont ressenties ceux qui sont passés au travers des tortures, des horreurs, des douleurs, des privations et de la folie de leur être d'humain à un être de fumée et de cendres.
LE FILS À MAMAN AU CAMP.
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2009/1/9 - 22:22
Downloadable!

La religione dei potenti (Lascia pur che dica Iddio)

La religione dei potenti  (Lascia pur che dica Iddio)
[1965]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La colpa è sempre del diavolo"
"Guai a voi, ricchi pasciuti e satolli,
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 22:02
Song Itineraries: Antiwar Anticlerical
Video!

La mia cella

La mia cella
[1966]
Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n.1"

cirag


La mia cella l'è un metro e quaranta
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 21:55
Song Itineraries: From World Jails

Coro dei ribelli

Coro dei ribelli
[1971]
Dallo spettacolo "Morte e resurrezione di un pupazzo"
"Pietà l'è morta!"
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 21:48
Downloadable! Video!

Che vogliono, che vogliono?

Che vogliono, che vogliono?
[1965]
Dario Fo e Fiorenzo Carpi
Dallo spettacolo "La colpa è sempre del diavolo"
Che vogliono, che vogliono?
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 21:44
Downloadable! Video!

Canzone della nocività

Canzone della nocività
[1972]
Dario Fo e Paolo Ciarchi
Dallo spettacolo "Ordine! Per DI0.000.000.000"
Da noi c'è tanto di quel fumo
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 21:39
Song Itineraries: Antiwar Anticlerical
Downloadable! Video!

Ballata dell'indio cileno

Ballata dell'indio cileno
[1973]
Dallo spettacolo "Guerra di popolo in Cile"
Al suono delle catene di rame
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 21:34
Downloadable! Video!

Il comandante della mia banda [Siamo banditi, non siamo soldà]

Il comandante della mia banda [Siamo banditi, non siamo soldà]
[1970]
Dallo spettacolo: "Vorrei morire anche stasera se dovessi pensare che non è servito a niente"; Collages di monologhi e canzoni sulla Resistenza italiana e palestinese.
Scritta da Paolo Ciarchi e Dario Fo
Written by Paolo Ciarchi and Dario Fo
Écrite par Paolo Ciarchi et Dario Fo
Tekijät: Paolo Ciarchi ja Dario Fo
Canta / Singer / Chante / Laulaa: Paolo Ciarchi
In album CD/ In the CDalbum / Dans l'album CD / CD-Albumissa: Paolo Ciarchi: Cent'anni di moltitudine, qualche canzone, opinione, suono, serata nella vita musicale di Paolo Ciarchi
Contiene materiali rarissimi e inediti
A cura di Alessio Lega, Claudio Cormio, Rocco Marchi
Prodotto da Archivi della Resistenza e Istituto Ernesto De Martino


Lo spettacolo è stato rappresentato un'unica volta a Milano nel 1970. Testo trovato su archivio Franca Rame


Fa parte di una “trilogia di canti tratta da Vorrei morire anche stasera... (Continues)
Il comandante della mia banda,
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 21:30
Video!

È fatalità

È fatalità
[1969]
Dario Fo e Paolo Ciarchi
Dallo spettacolo "Ci ragiono e canto n. 2"

cirag


Io son metalmeccanico e secondo le statistiche
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 21:22
Downloadable! Video!

Mama ana ahabak

Mama ana ahabak
bella grande profonda emozionante
lino albanese 2009/1/9 - 18:16

Il ritorno

Il ritorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (Continues)
Ai patrii confini le tradotte
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2009/1/9 - 17:38
Video!

Gott Mit Uns! (Ripresa) - La rivolta -

Gott Mit Uns! (Ripresa) - La rivolta -
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (Continues)
Son morti di fame di sonno
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2009/1/9 - 17:36

A Nation Is Dying

In 110 ammassati in una casa e bombardati
l'Onu denuncia il massacro di 30 civili

da La Repubblica, 9 gennaio 2009

[...] Il 4 gennaio scorso, raccontano testimoni oculari citati dal Coordinamento degli Affari umanitari dell'Onu (Ocha), centodieci persone, oltre la metà bambini, sono stati radunati in un edificio a un piano dai militari dell'esercito israeliano. Si trattava di famiglie che erano rimaste senza casa nei primi giorni di bombardamenti aerei in quella che è una delle zone più duramente colpite dall'offensiva israeliana.

Da un giorno l'esercito era penetrato via terra, e sono stati proprio i soldati a raccomandare ai profughi di restare chiusi dentro "per la loro stessa sicurezza". Il giorno dopo, la casa è stata sottoposta a un violento bombardamento. Sono morti così almeno trenta palestinesi [...]
Alessandro 2009/1/9 - 15:43
Downloadable!

In A Crisis

In A Crisis
[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90

Il brano è stato recentemente riproposto dai Jefferson Starship ("Jefferson's Tree of Liberty", 2008)
(Alessandro)
I rolled over in bed to touch her head
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 14:19
Downloadable!

Dark Ages

Dark Ages
[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
What time is it, boys and girls?
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 14:16
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Break The Law

[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
By order of the King of the United States
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 14:14
Video!

Apathy And Ignorance

[2000]
Album "Give Too Much", che contiene brani dell'unico precedente lavoro dei WEW, il self titled del 1991, più alcuni altri sempre risalenti ai primi anni '90
In the land where nothing's sacred
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 14:11
Downloadable! Video!

Genesis Hall

Genesis Hall
[1969]
Dal capolavoro "Unhalfbricking"

Scritta da Richard Thompson che nel 1969 aveva solo 20 anni e preconizzava la rivoluzione contro i padri "che cavalcano con gli sceriffi" e contro i potenti che affamano il popolo...

... ma verrà il giorno in cui il popolo calpestato si vendicherà delle crudeltà subìte!

Una canzone ripresa anche dai Jefferson Starship nel loro ultimo lavoro, "Jefferson's Tree of Liberty" (2008)...
My father he rides with your sheriffs
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 11:42
Downloadable! Video!

Cowboy On The Run

Cowboy On The Run
[1975]
Album "Solid Silver"
Lyrics by Dino Valenti

Brano recentemente riproposto dai Jefferson Starship (di cui fa parte David Freiberg, former member dei QMS) nell'album "Jefferson's Tree of Liberty" uscito nel settembre 2008.
Sometimes I dream of a world without war:
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/9 - 11:21

Il sesto giorno

Il sesto giorno
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

(testo: Siniša Pavić musica: Siniša Pavić D. Camerin)

Il brano “A sad addio”, contenuto ne “Il sesto giorno”, è tratto dalla colonna sonora della serie “Vruć vetar” di Siniša
Pavić.


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali... (Continues)
Jednom odletjet’ će ptice
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2009/1/9 - 10:27
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We Will Not Go Down

We Will Not Go Down
A blinding flash of white light
(Continues)
2009/1/9 - 10:15
Song Itineraries: The Palestinian Holocaust

Emilio in trincea

Emilio in trincea
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (Continues)
Terra secca nelle man
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2009/1/9 - 10:09

Il convoglio dei reduci

Il convoglio dei reduci
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
(testo e musica: D. Camerin)


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (Continues)
A passo lento
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2009/1/9 - 10:06

Bojako - Bono

Bojako - Bono
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò
Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (Continues)
Burian
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2009/1/9 - 10:03

24 Dicembre

24 Dicembre
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò

Testo e musica: D. Camerin


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24... (Continues)
E` partito una mattina
(Continues)
Contributed by CCG/AWS Staff 2009/1/9 - 09:57
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Gott Mit Uns!

Gott Mit Uns!
NATALE PARABELLUM (2002)
Lizard/La luna e i falò


L'esigenza di questo lavoro è cercare di descrivere la condizione umana del singolo, in particolare nella nostra epoca. Il fondale di quest'opera è la guerra; che è vista, nella sua spietatezza e follia, come l'estremo limite esprimibile della persona (e pertanto presente, almeno nel lato oscuro della coscienza, in ciascuno di noi). I brani dell'opera sono dieci, più un’introduzione, e coprono dieci giorni di un Natale di guerra.

Il periodo storico è volutamente non precisato, anche se l'ambientazione è propria della Seconda Guerra Mondiale. In un'opera così, la musica deve forzatamente essere funzionale alle parole usate, semmai (dato che i motivi strumentali sono due, più parte di un terzo) può servire per alleggerire la tensione e la drammaticità insite nel lavoro.

1.Introduzione
2.Gott Mit Uns!
3.24 Dicembre
4.Bojako - Bono
... (Continues)
Silenzio sacramento
(Continues)
Contributed by adriana 2009/1/9 - 09:43
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Kołysanka dla synka w krematorium

Kołysanka dla synka w krematorium
Version italienne – NINNA NANNA DEL CREMATORIO – Leoncarlo Settimeli – 2006
d'une chanson en yiddish de Aaron Liebeskind, traduite et chantée en polonais par
Alex Kulisiewicz

En 1942, Aaron Liebeskind, un jeune horloger de Bilgoraj en Pologne avait été contraint de connaître l'assassinat de sa femme, Edith, et de son fils de 3 ans au camp de concentration de Treblinka . Il supplia le contremaître du crématoire de le laisser passer la nuit à veiller le corps de son fils. Aaron s'agenouilla à côté du corps de son enfant et composa les paroles de sa berceuse dans sa tête. Durant la nuit, cet homme de vingt-quatre ans devint tout gris. Il réussit miraculeusement à s'échapper de Treblinka, mais il fut capturé à nouveau et envoyé à Sachsenhausen où il rencontra et devint l'ami d' Alex Kulisiewicz. Aaron raconta à Alex son histoire et lui chanta la chanson en Yiddish, qu'Alex traduisit immédiatement... (Continues)
BERCEUSE DU CRÉMATOIRE
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2009/1/9 - 09:31
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Mai 40

Mai 40
Guys you have a typo in the posted lyrics of Mai 40: the line that reads:"Les femmes s'accrochaient à leurs armes" is in fact:"Les femmes s'accrochaient à leurs larmes" which would translate into "the women clung to their tears" instead of "the women clung to their weapons" (not the fault of the translator but must be corrected). You can check the books where Brel lyrics are published - they used to be all available over www.paroles.net but not anymore.
Nassim 2009/1/9 - 07:42

ARTE CONTRO LA GUERRA / ANTIWAR ART

ARTE CONTRO LA GUERRA / ANTIWAR ART
Ciao, siamo una art-zine tutta italiana, la Chiamata alle Arti, che ogni due mesi raccoglie opere da tutto il mondo, che rispondano ad uno stesso tema.
Potete saperne di piu' direttamente qui: http://www.psdrevolution.it/forum/inde...

Il tema della prossima uscita, con scadenza il 15 Gennaio, E' War! e ci piacerebbe usare il materiale di questa pagina, per scrivere un redazionale di apertura.
Ovviamente l'articolo ti sara' attribuito in pieno, aggiungendo il vostro nome o il nickname, con link all' email e/o al vostro sito.

Contattatatec per maggiori dettagli. Potete vedere tutte le passate edizioni della artzine, qui: http://www.psdrevolution.it/forum/inde...
Sauro Pasquini 2009/1/8 - 22:27
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Mio nonno partì per l'Ortigara

Mio nonno partì per l'Ortigara
Caro Riccardo, ti ringrazio moltissimo per la traduzione ungherese di questo canzone, proprio di questo canzone tanto caro a te, e per la dedica personale. Sono profondamente commozionato, non trovo le parole.

Permettimi di mandarti in cambio i due canzoni “contro la guerra” dei miei due nonni ungheresi (uno di origine cecco, mentre l’altro ruteno, solo per illustrare meglio l’assurdità della situazione), cantati nella stessa guerra, l’uno in Russia, mentre l’altro – appunto nelle trincee alpine dell’Italia, probabilmente solo pochi chilometri dal tuo nonno. In ungherese: http://wangfolyo.blogspot.com/2009/01/... , in italiano: http://riowang.blogspot.com/2009/01/la... , in inglese: http://riowang.blogspot.com/2009/01/mo... .

Un grandissimo köszönöm, e un abbraccio forte,
Tamás
Tamás Sajó 2009/1/8 - 21:06
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Lásko!

Lásko!
Salve a tutti. Seguo il sito da qualche tempo ma per mancanza di tempo non ho modo di parteciparvi attivamente.
Sono rimasto molto colpito dalla "discussione" tra Martina e Riccardo e vorrei dire la mia, se possibile.
Secondo me, ogni frequentatore di un sito (e relativo forum) libero ha il diritto di esprimere il proprio pensiero. E su questo mi pare che tutti concordiamo. Ma dove sta scritto che quando non si è d'accordo bisogna per forza proporre cose migliori? Si può semplicemente non essere d'accordo, punto e basta.
Questo comunque non è il caso di Martina che, mi pare, ha anche motivato molto chiaramente il suo dissenso. Inoltre ha aggiunto che secondo lei ogni traduzione ed adattamento dovrebbero essere il più fedele possibile all'originale. Altrimenti, dico io, rappresenterebbe solo una rozza copia camuffata da presunto "capolavoro".
Se proprio si vuole creare qualcosa di bello... (Continues)
2009/1/8 - 20:51
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1000 Years War

1000 Years War
[2006]
When the rains came
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/8 - 13:12
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Chorał z piekła dna

Chorał z piekła dna
Version italienne – Corale dal profondo del inferno - Riccardo Venturi – 2009
Chanson polonaise - Chorał z piekła dna - Aleksander Kulisiewicz – Paroles : Leonard Krasnodębski – 1942

Le jeune poète et journaliste de Varsovie, Leonard Krasnodębski, écrivit le texte de ce « Chœur » en 1942 au camp de concentration de Sachsenhausen (au nord de Berlin). Il était infirmier à « l'hôpital » du camp, où il fut témoin des expérimentations bestiales menées par le Dr. Paul Schmitz, SS, qui testait les effets de gaz empoisonnés nouveaux sur les prisonniers. Krasnodębski, qui avait vu et connaissait trop la nature de ces expériences, fut forcé par les SS à se suicider en 1943. Kulisiewicz composa cette mélodie en octobre 1944 pour commémorer le compositeur juif allemand, Rosebery D'Arguto, qui mourut à Auschwitz en 1943. Alex chanta pour la première fois cette chanson pour les patients de « l'hôpital »... (Continues)
CHOEUR DU FOND DE L'ENFER
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2009/1/8 - 13:00
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Holy War

Holy War
[2008]
EP "Lie To Me"
Oh, what a waste.
(Continues)
Contributed by Alessandro 2009/1/8 - 11:45
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Oriente

Oriente
Album: "Novo Mesto" (2008)
Il sole è una stella che scalda ed abbronza
(Continues)
Contributed by Donquijote82 2009/1/8 - 08:18
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Guardando in faccia il sole

Guardando in faccia il sole
2007
Tre colori

Con la partecipazione di Marino e Sandro Severini dei Gang
Non ci ha segnati il tempo, lo stesso sguardo intenso
(Continues)
Contributed by Donquijote82 2009/1/8 - 08:00
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Aida

Aida
mi piacevano le canzoni di rino gia da ragazzino e mi piacciono ora che ho quasi 50 anni mi chiedo:" ma sarà stata tutta farina del suo sacco ?"
Silvano 2009/1/7 - 22:01
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L'anno che verrà

L'anno che verrà
La canzone se devo dire la verità non mi è piaciuta perchè parla della guerra che un suo amicoè la e non ha tanto unsenso e lui nianche parlare....
(valentina)

Cara Valentina, rispettiamo ovviamente il tuo parere, ma che non ti piace questa canzone è l'unica cosa che abbiamo capito...potresti per favore essere più chiara? Grazie! [CCG/AWS Staff]
2009/1/7 - 20:13
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Au pays où se fait la guerre

Au pays où se fait la guerre
Brano per voce e pianoforte, composto nel 1869-70 da Henri Duparc su testo di Théophile Gautier; rifatto nel 1911-13 e orchestrato nel 1876.
Lo si trova anche su youTube
Au pays où se fait la guerre
(Continues)
Contributed by Renato Stecca 2009/1/7 - 18:50




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