[1914-18]
Trovata nella sezione in lingua neerladese del sito The Heritage Of The Great War
Interpretata da Wannes Van de Velde con il gruppo teatrale Internationale Nieuwe Scène, famosi soprattutto per aver trasposto in fiammingo il “Mistero Buffo” di Dario Fo.
Direttamente dalla Grande Guerra, una canzone antimilitarista e anticapitalista in lingua fiamminga composta nel campo militare di Beverlo, vicino a Leopoldsburg, nelle Fiandre.
Si apre subito “a muso duro” con una considerazione su come i soldati siano trattati al pari di bestie e di come la guerra sia il cimitero della gioventù, per poi raccontare la storia di un soldato che subisce l’amputazione dei piedi congelati e, tornato a casa, scopre che non c’è nessuno ad aiutarlo, né lo Stato né tanto meno gli industriali che con la guerra si sono arricchiti a dismisura. Il racconto della squallida prospettiva di una misera vita da invalido è accompagnato da un sarcastico ritornello che invita a festeggiare e ad essere ottimisti.
Er zijn soldaten uit Beverlo vertrokken. (Continues)
[1980]
Woorden en muziek / Lyrics and music / Testo e musica / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Wannes van de Velde
'De Dulle Griet' is een tekst van Wannes van de Velde, gebaseerd op een traditionele melodie. De dame in kwestie wordt ook wel eens het vrouwelijk symbool van de oorlog genoemd, en is in die hoedanigheid al een schitterend vereeuwigd op een schilderij van Pieter Brueghel. Ook in later eeuwen blijkt ze een onuitputtelikjke bron van inspiratie te zijn voor uiteenlopende zaken. Zoals bij voorbeeld: een strip (Suske & Wiske en de Dulle Griet), een bier (Dulle Griet van de Scheldebrouwerij in Westmaas), een folkband, verschillende kaffees in Nederland & België en een kanon in Gent. Buiten categorie vernoemen we ook nog de friettent 'De Dulle Friet', ook te vinden in Gent.
(Uit antekeningen van Wè-nun Henks cd "Bar", 2002)
Die onder alle vrouwen, het minst is te vertrouwen (Continues)
Contributed by jacopo (laverdure) 2007/3/30 - 18:41
2e couplet regel vier: webs, moet zijn "wens"
4e couplet regel vier: Ik wen die, moet zijn "Ik wens"
De Dulle Griet (Margherita la Pazza) è un testo di Wannes van de Velde, basato su una melodia tradizionale. La signora in questione viene talvolta definita il simbolo femminile della guerra, e in tale veste è stata meravigliosamente immortalata in un dipinto di Pieter Brueghel il Vecchio. Anche nei secoli successivi sembra essere stata una fonte inesauribile di ispirazione per una varietà di cose. Ad esempio: un fumetto (Suske & Wiske e Margherita la Pazza), una birra (Dulle Griet della “Scheldebrouwerij” di Westmaas), un gruppo musicale folk, vari caffè nei Paesi Bassi e in Belgio e persino un cannone a Gand. Inoltre, a Gand si trova anche un chiosco di patatine fritte che si chiama “De Dulle Friet” (“Patatina la Pazza”).
(Dal libretto del cd "Bar" dei Wè-nun Henks, 2002)
La risposta di Wannes Van De Velde a Brel, composta infatti insolitamente in francese, lui che ha sempre cantato in anversois...
Nell’album intitolato “Stadsgedachten” del 1982
DE FLAMINGANT NE ME TRAÎTEZ
Dans mon pays de Flandre, maltraîté
par guerres ravageuses
et des périodes troubleuses,
la terre est silencieuse.
De flamingant ne me traîtez;
être Flamand, c'est dur assez.
Quoique l'on dise du glorieux passé,
l'Espagne vint à la danse,
assistée par la France,
pour nous raser la consience.
De flamingant ne me traîtez;
être Flamand, c'est dur assez.
Sur terre destinée aux champs de blé
on se fit des batailles,
de prétentieuses pagailles,
en nous traîtant de canaille.
De flamingant ne me traîtez;
être Flamand, c'est dur assez.
A cause du plus noir protélariat
on a vu l'allégresse
périr en proie de bassesse,
entre l'église et l'ivresse.
De flamingant ne me traïte;
être... (Continues)
Trovata nella sezione in lingua neerladese del sito The Heritage Of The Great War
Interpretata da Wannes Van de Velde con il gruppo teatrale Internationale Nieuwe Scène, famosi soprattutto per aver trasposto in fiammingo il “Mistero Buffo” di Dario Fo.
Direttamente dalla Grande Guerra, una canzone antimilitarista e anticapitalista in lingua fiamminga composta nel campo militare di Beverlo, vicino a Leopoldsburg, nelle Fiandre.
Si apre subito “a muso duro” con una considerazione su come i soldati siano trattati al pari di bestie e di come la guerra sia il cimitero della gioventù, per poi raccontare la storia di un soldato che subisce l’amputazione dei piedi congelati e, tornato a casa, scopre che non c’è nessuno ad aiutarlo, né lo Stato né tanto meno gli industriali che con la guerra si sono arricchiti a dismisura. Il racconto della squallida prospettiva di una misera vita da invalido è accompagnato da un sarcastico ritornello che invita a festeggiare e ad essere ottimisti.