Poi, agli Admins chiedo: ma 'ste due o tre canzoni su Giuliano che stanno sul sito, hanno davvero senso di esistere qui?
Ma 'sto maledetto assassino stragista di Giuliano, massacratore di gente inerme e contadini comunisti non solo a Portella della Ginestra ma in tante altre località del Palermitano, ma 'sto schifoso è giusto che venga celebrato su queste pagine?
Contesto questa (ennesima) provocazione di giorgio, ma chiedo al tempo stesso di verificare se la presenza stessa di canzoni celebrative o accondiscendenti del bandito Giuliano non sia da aborrire su questo sito.
Oppure se domani trovo qualche canzone celebrativa di Fioravanti e della Mambro, o di Totò Riina, la posso contribuire?
Sarkozy les a racollé: Non il s'agit de :
"Les starskys les ont racollé ". Les policiers en somme
GAETAN 2020/5/28 - 18:06
Merci, GAETAN!
Allora, nella terz'ultima strofa, il terzo verso corretto è "Les starskys les ont racollé"
D'altra parte il termine per designare i poliziotti è già utilizzato nella prima strofa...
Quindi, nella nota (3) andrebbe anche eliminato il periodo "probabilmente uno dei primi atti della carriera politica di Nicolas Sarkozy all’inizio dei suoi ripetuti mandati come sindaco di Neuilly-sur-Seine (dal 1983 al 2002)"
"L'anno, il posto, l'ora" dei Pooh non è affatto una canzone contro la guerra. E' la storia di un aereo in avaria che - nel '73, come da testo - è destinato a schiantarsi al suolo, con il pilota che ripensa alla sua famiglia e 'rivede' davanti a sè la sua vita prima di morire.
Splendida canzone, splendido testo, ma non di guerra si tratta.
"Pensiero" parla di un detenuto ed è stata inserita nel percorso "Dalle galere del mondo". Nonostante sia un pezzo pop con un ritornello memorabile per quanto ormai sentito e risentito, l'ispirazione di fondo è quella. Leggi l'introduzione.
Caro Riccardo, prima ancora di mettermi a tradurre questa canzone mi permetterai una precisazione. Ci andrei molto cauto con l'attribuzione del turco (e delle lingue turciche) alla “famiglia altaica” (e ancor di più alla “famiglia uralo-altaica” nella quale alcuni volevano includere anche le lingue ugrofinniche per certe concordanze strutturali). L'ipotesi dell'esistenza di una “famiglia altaica” è tuttora molto dibattuta, e, detto in estremi soldoni, si tende oggi a considerare certe concordanze come dovute a vicinanza e prestiti tra le varie lingue, e non all'appartenenza ad una vera e propria famiglia linguistica. C'è stato un periodo in cui la “famiglia altaica” (o “uralo-altaica”) era stata spinta talmente in là da comprendere non solo l'ungherese e il finlandese, ma anche il giapponese, l'ainu e il coreano (e persino il tamil, le lingue paleosiberiane e alcune... (Continues)
Riccardo Venturi 2020/5/26 - 21:18
Caro Riccardo, Ο Πρώτος dei linguisti,
le tue osservazioni sono sempre centrate ed interessanti, d’altronde quando si tratta di linguistica e glottologia la tua competenza è ben nota e si può solo apprendere.
Da profano avevo percepito che c’era qualcosa di non ben definito nella famiglia “altaica”. Ora so che mentre sono assodate la consistenza delle famiglia di lingue turciche, mongoliche e tunguse, rimane aperto il dibattito se tali famiglie fanno parte di un ceppo comune, cioè di un gruppo altaico. Da una lettura frettolosa ho appreso che tale tesi fu sostenuta da Poppe e Sergei Starostin e , tra i viventi, da Ramer ; tra i contestatori figurano il finlandese Janhunen e Stefan George. Ciò che mi è sembrato curioso (sempre da profano) è che il prof. George è coautore con altri studiosi, compreso il citato Ramer, di una memoria per il Journal of Linguistic in cui si sostiene invece... (Continues)
Due parole del traduttore. Traduttore peraltro incompleto, perché c'è una parola (çahan, v. nota 5) che ha resistito ad ogni ricerca e interpretazione e sulla quale chiedo lumi a chi possa. Nella traduzione mi sono attenuto all'interpretazione di vurmak (“colpire”) proposta da Riccardo Gullotta, ma avrei comunque qualcosa da dire. Il verbo vurmak ha delle accezioni piuttosto vaste, è assolutamente vero, e ha persino una doppia rezione: può reggere l'accusativo e il dativo. In questa canzone regge regolarmente il dativo (katillere, cellatlara, çetelere) e, col dativo, il significato di “sparare” (o “colpire per uccidere”) non è per niente secondario. All'inizio della canzone, del resto, si sentono chiaramente colpi di arma da fuoco; d'accordo la difesa, ma non ho mai sentito parlare di una barricata dalla quale non si spari. Secondo me è bene precisare che... (Continues)
Raccomando anche l'ascolto della bella versione di Rhiannon Giddens
B.B. 2020/5/26 - 22:37
Trovo alle pp. 60-61 della tesi di AnneMarie Cordeiro citata all'inizio dell'introduzione questa efficace spiegazione della vicenda raccontata da Geeshie Wiley nella sua “The Last Kind Words Blues”:
Wiley embodied her songster-folk singer identity in this song’s lyrics. While this piece is an original work, in her composition she drew from the collective memory of her peers and ancestors for some words and images. “The Last Kind Words Blues” is obviously a war song from World War I, given its reference to “the German War.” Wiley began by recounting the final requests of her lover before he leaves for the front. He morbidly describes his instructions for her following his imminent death: send his pay to my mother-in-law, and leave his body for the scavenger birds. If by chance he avoids that fate and comes home, she should look for him to come across the field, he will bring a gift back to... (Continues)
E' curioso che questa dei Tri Yann non sia stata inserita nell'orribile "Canzoniere del Coronavirus". Comunque nel "Barzhaz Breizh" de La Villemarqué se ne trova un'altra altrettanto importante scritta nel dialetto della Cornovaglia e dal titolo "Bosenn Elliant" ovvero "La peste d'Elliant". Narra della devastante pandemia che rase al suolo appunto la cittadina di Elliant, uccidendo 7100 persone. Si salvarono una anziana donna di 60 anni e il suo figliolo. Nel cimitero i morti ammassati superavano l'altezza delle mura di cinta e anche la chiesa ne era colma, si dovettero benedire i campi per sotterrarli tutti. Era la stessa peste descritta dal Manzoni ne "I promessi sposi", la seconda delle quattro pandemie (questa compresa) che nei secoli hanno colpito l'umanità. Una leggenda aleggia su questa canzone secondo la quale il giorno del pardon nel borgo di Elliant un giovane mugnaio mentre passava... (Continues)
la mollica è il pangrattato.in Sicilia si dice mollica che indica il pane che si rende morbido e appunto frantumato
2020/5/25 - 16:30
La mollìca non è il pangrattato: è (come dice il nome) la parte molle del pane, cioè esclusa la crosta. Si può sbriciolare, appallottolare ecc., ma il pangrattato secondo me è tutt'altra cosa (anche perché il pangrattato si ottiene proprio dall'opposto, ovvero dalle croste e dal pane duro). Nella canzone mi sembra che il significato sia proprio "briciola dopo briciola". Saluti.
E poi c'è anche Mollica Vincenzo, inventore del "mollichismo", estrema frontiera del glande - pardon - grande giornalismo... E anche lì, mica pangrattato!
...e ricordo anche che, tra gli autori del sito, abbiamo anche il siciliano Mimmo Mòllica, che però ha opportunamente accentato il suo cognome per una pronuncia corretta. L'altrettanto siciliano Pippo Pollina, invece, non ha mai accentato il suo cognome e, ancora adesso, oscilla tra "Pòllina" e "Pollìna". E' un po' quel che è storicamente successo all'antica famiglia latifondista sarda dei Còssiga (che, in sassarese, significa "Corsica"), che, dai dai, è diventata Cossìga. Il suo parente Berlinguer (cognome catalano) sarebbe stato "Berlinguèr", però per tanti era "Bèrlinguer". Seguendo l'origine catalana, si sarebbe dovuto dire però "Berlinghè". Per non parlare della vexata quaestio: rùbrica o rubrìca...?
PS. Comunque sappi che l'immagine del pangrattato ottenuto da Vincenzo Mollica mi provocherà, stanotte, incubi di non facile dissoluzione. In senso lato, la cosa mi ricorda una delle scene finali di "Fargo" dei fratelli Cohen, dove il peraltro magerrimo Steve Buscemi viene tritato in una cippatrice...
NAPOLETANO [Antonio Emmanuele Maria Fattoruso, 2020]
NEAPOLITAN [Antonio Emmanuele Maria Fattoruso, 2020]
Ho cercato di mantenermi quanto più possibile vicino alla lingua napoletana classica, senza però ovviamente lasciare un testo arcaico e poco comprensibile ai locutori moderni del napoletano. La scelta di tujo invece che tuójo (molto più diffuso ai giorni nostri) è dovuta proprio a questo; in molti altri casi, invece, ho deciso di usare termini molto più comuni nel napoletano moderno ma comunque tutti attestati dai dizionari sette e ottocenteschi della lingua. Ho scelto altresì di usare la versione rotacizzata della lingua, molto più comune e comprensibile e quindi in molti casi le 'd' sono sostituite dalle 'r'.
‘A VARRA (Continues)
Contributed by Antonio Emmanuele Maria Fattoruso 2020/5/25 - 18:15
I don't really like it when I see my research copied and pasted on a website. The least you could do would be to say that this is not your own text and that it was mostly taken from an original academic paper published in France.
Here is the reference :
Erick Falc’her-Poyroux, The Great Irish Famine in Songs, Revue Française de Civilisation Britannique, XIX-2, 2014, pp. 157-172.
Erick FP 2020/5/25 - 11:42
Dear Erick, we apoligize for that. Actually the link to the source was already included, but we made it more explicit by adding the title of the article and your name.
A parte che della lunghissima, eccessiva, introduzione non citi le fonti... A caso ne individuo almeno due: www.culturasiciliana.it e www.centroimpastato.com... o sbaglio?
Poi, agli Admins chiedo: ma 'ste due o tre canzoni su Giuliano che stanno sul sito, hanno davvero senso di esistere qui?
Ma 'sto maledetto assassino stragista di Giuliano, massacratore di gente inerme e contadini comunisti non solo a Portella della Ginestra ma in tante altre località del Palermitano, ma 'sto schifoso è giusto che venga celebrato su queste pagine?
Contesto questa (ennesima) provocazione di giorgio, ma chiedo al tempo stesso di verificare se la presenza stessa di canzoni celebrative o accondiscendenti del bandito Giuliano non sia da aborrire su questo sito.
Oppure se domani trovo qualche canzone celebrativa di Fioravanti e della Mambro, o di Totò Riina, la posso contribuire?
Solo per sapere, neh!
Ciao a tutti!