Grazie per tutte queste notizie che mi sono giunte inaspettate, ma oltremodo gradite. Ho 80 anni, ricordo con angoscia i periodi neri della dittatura portoghese e spagnola. Ho potuto però vivere anche la gioia della liberazione. Grazie ancora
Paola Vezzolo 11/5/2019 - 18:18
Grazie a Lei, signora Paola, per questo commento semplice e bello, probabilmente ancor più bello proprio perché è semplice e dice tutto. Torni a trovarci, sarà sempre per noi un piacere.
Intanto mi scuso un po'; ieri sera avevo un momento un po' così, di quelli che pigliano per vari motivi. Non ho nemmeno messo un po' di dati discografici; la versione degli Ossian viene dal loro primo album, intitolato Ossian, del 1977; quella di Alan Stivell è anteriore, viene da Chemins de Terre del 1973. Qua sotto una versione assolutamente felina:
Credo che l'autore del video la abbia dedicata a una sua gatta o gatto, Rainbow Bridge, che ha finito le sue sette vite e se n'è andato sulla Luna a tenere compagnia al mio (se nelle notti di Luna piena vedete una coda nera che penzola, sappiate che è la sua). La versione è eseguita dai Sòlastas, un trio che ha una discreta particolarità: sta a Atene e è formato da tre greci, la cantante Labrini Gioti (Λαμπρίνη Γιώτη) e gli strumentisti Giorgios Tsimbouxis (Γιώργος Τσιμπούξης) e Andonis Pandazis (Αντώνης Παντάζης). Sentire una greca che canta (benissimo) in gaelico scozzese è qualcosa di assolutamente gattesco. Auguro di nuovo a tutte e tutti buona notte e tanta felicità.
Non solo perchè sono un Bretonante Militante, ero certo non si potesse competere con la voce e l'arpa di Alan Stivell, raggiunte dal coro delle sorelle Elyane e Mireille Werneer e dall'organo di Pascal Stive...ma quando quattro anni dopo in Scozia, Billy Ross l'ha cantata con l'arpa di Billy Jackson, il violino di John Martin e il whistle di George Jackson mi sono arreso e ho capito che mai riuscirò a stabilire se sia più emozionante la versione di Stivell o quella degli Ossian...
Anch'io, Flavio, per dirti la verità conoscevo fino a non molto tempo fa (e da lungo tempo) solo la versione di Alan Stivell da Chemins de Terre; per dirti una curiosità personale, è sempre stata una delle mie "canzoni più canticchiate" perché ho fin da piccolo l'abitudine di canticchiare ovunque, mentre cammino, mentre sono sull'autobus, mentre sto in fila alla cassa del supermercato, mentre aspetto, in qualsiasi occasione. Poi ho scoperto la versione degli Ossian, e non mi riesce staccarmene, davvero.
Grazie Riccardo per la tua bella e doverosa traduzione di questa poesia imprescindibile.
Mi occorrono però delle precisazioni e correzioni.
Non c'è dubbio che parte della poesia di Hughes fosse proprio quella usata nella performance della Primus su musica di John Cage (1943). La cosa è confermata nelle note nel volume "Modern Dance, Negro Dance: Race in Motion", di Susan Manning (reperito su Google Libri). Però la poesia è del 1933, non del 1943, e la dedica è sicuramente da attribuire ai redattori di "The New Masses".
Hughes non incluse mai questa poesia in nessuna sua raccolta. Forse si trova solo in una raccolta di inediti che s'intitola come un'altra sua grande poesia politica, "Good Morning Revolution". So che anche questa è stata musicata e vado a contribuirla appena riesco.
La Primus si prese anche una licenza poetica – probabilmente perchè intendeva adattare la poesia alla causa dei diritti civili degli afroamericani: sostituì "revolution" con "freedom".
La poesia di Hughes è stata messa in musica anche dal grande Leonard Bernstein, in "Songfest - A Cycle Of American Poems For Six Singers And Orchestra" (1977)
Voda significa acqua in sloveno. In alcuni dialetti in zone vicine all'Italia, questa parola viene pronunciata esattamente come nella canzone dei Litfiba.
Luka 10/5/2019 - 15:33
Beh Luka, woda, voda, вода ecc. significa "acqua" in tutte le lingue slave, nessuna esclusa. E' parola, come si dice, "panslava" e anche pan-indoeuropea (imparentata da vicino con l'inglese water, con il latino unda "onda" e persino con l'ittita watar). Ignoro perché i Litfiba abbiano scelto la forma polacca.