Corsicana
in realtá il testo non é in gallurese, e tra l'altro il gallurese non è corso, è gallurese. Il gallurese antico e non italianizzato ha un contrasto abbastanza forte con il corso e si trovano molteplici differenze, e lo dico da Gallurese (galluresofona) DOC, (perché in gallura parluamo anche sardo), comunque il testo in realtà è un po' un invenzione di Ciccheddhu Mannoni che ha creato l'accordo alla corsicana ed ha creato anche il testo ispirandosi alla lingua e melodie corse che sentiva alla radio facendo un po' un miscuglio.
2024/11/5 - 23:06
Na storia e merdə
[2018]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Giovanni Di Donato
Album: A:C:C:L.
Una filastrocca reatina rovescia la vulgata sui briganti all’indomani dell’unità d’Italia. Eccola:
Un ufficiale al seguito delle truppe sabaude così scriveva al generale comandante da un villaggio del Reatino il 30 Ottobre 1860:
«Mi onoro […] indicargli gli autori della reazione accaduta nel circondario di Fiamignano il giorno 28 dello spirante ottobre e sono quelli al margine segnati; quali sono tutti protetti dal basso popolo atteso che gli danno da vivere e gl’insinuano a far sorgere rivoluzioni […]»
[Riccardo Gullotta]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Giovanni Di Donato
Album: A:C:C:L.
Una filastrocca reatina rovescia la vulgata sui briganti all’indomani dell’unità d’Italia. Eccola:
N’é passata jó pe’ i fossi
d’acqua ch’ha’llisciati i sassi
ma i più tósti non li smussi:
chi sò’ meglio quìlli o quìssi
predator de’ nostre messi?
Sto con chi grassa i padroni
per ridarlo a noi cafoni!
d’acqua ch’ha’llisciati i sassi
ma i più tósti non li smussi:
chi sò’ meglio quìlli o quìssi
predator de’ nostre messi?
Sto con chi grassa i padroni
per ridarlo a noi cafoni!
Un ufficiale al seguito delle truppe sabaude così scriveva al generale comandante da un villaggio del Reatino il 30 Ottobre 1860:
«Mi onoro […] indicargli gli autori della reazione accaduta nel circondario di Fiamignano il giorno 28 dello spirante ottobre e sono quelli al margine segnati; quali sono tutti protetti dal basso popolo atteso che gli danno da vivere e gl’insinuano a far sorgere rivoluzioni […]»
[Riccardo Gullotta]
Mò tə racconto chesta storia, (Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2024/5/1 - 16:39
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
Ballata di Tiburzi
“Ballata di Tiburzi” della cantautrice folk Silvana Pampanini, che lei stessa cantò in una versione a cappella per il film “Tiburzi”, regia di Paolo Benvenuti del 1996.
Su Domenico Tiburzi si vedano anche Il brigante Tiburzi, Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso, Il sentiero dei briganti e Domenico Tiburzi. [DQ82]
Su Domenico Tiburzi si vedano anche Il brigante Tiburzi, Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso, Il sentiero dei briganti e Domenico Tiburzi. [DQ82]
Vi canterò di un nobile brigante
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2024/3/26 - 13:02
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
Carne 'e maciello
2017
Terrafuoco
Terrafuoco
Simmo nati inta ‘na terra
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2024/3/16 - 20:39
Cinicchia Nazzareno
2021
Tratturo de Don Durito
Musica di Maurizio Marrani / Testo di Massimo Liberatori
Nazzareno Guglielmi, detto Cinicchia (1830-1901?), nativo di Assisi, fu un noto brigante che operò nel territorio tra l’Umbria e le Marche, allora parte dello Stato Pontificio. Le sue gesta furono mitizzate dalla cultura popolare tanto da far affermare allo storico Parrini che “… fu temuto dai ricchi e amato dai poveri i quali, spesso, finiva con l’aiutare”. Successivamente riuscì a fuggire in Argentina. Come sia scomparso non si sa, ma da una sua lettera ai parenti lo sappiamo ancora vivo nel 1901. Un grazie per questa canzone va all’attore scrittore Amico Valter Corelli autore di ricerche e libri sul brigante Cinicchia.
Tratturo de Don Durito
Musica di Maurizio Marrani / Testo di Massimo Liberatori
Nazzareno Guglielmi, detto Cinicchia (1830-1901?), nativo di Assisi, fu un noto brigante che operò nel territorio tra l’Umbria e le Marche, allora parte dello Stato Pontificio. Le sue gesta furono mitizzate dalla cultura popolare tanto da far affermare allo storico Parrini che “… fu temuto dai ricchi e amato dai poveri i quali, spesso, finiva con l’aiutare”. Successivamente riuscì a fuggire in Argentina. Come sia scomparso non si sa, ma da una sua lettera ai parenti lo sappiamo ancora vivo nel 1901. Un grazie per questa canzone va all’attore scrittore Amico Valter Corelli autore di ricerche e libri sul brigante Cinicchia.
Lontano vola vola o golondrina (Continues)
Contributed by Dq82 2023/11/4 - 11:34
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
Al Biundin
Anonymous
[1910 circa]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
anonimo
Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Il Canzoniere Monferrino
Storie di briganti e della società del Novecento
E’ una ballata dedicata al brigante Francesco De Michelis noto come Al Biundin, ucciso in un conflitto a fuoco dai carabinieri a Carisio il 7 Giugno 1905. Era l’idolo delle mondine che lo videro come il simbolo della lotta contro gli sfruttatori.
Un particolare curioso: Lombroso, quello della fisiognomica, del sostenitore della teoria del “delinquente nato”, scrisse che i dati autoptici del Biundin erano normali e che non indicavano” la propensione all'aggressività, alla violenza e alla vita banditesca". Almeno in tale circostanza non vennero fuori gli aberranti risvolti della fisiognomica e delle degenerazioni eugenetiche dei posteri. Lombroso scrisse tra l’altro... (Continues)
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel :
anonimo
Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Il Canzoniere Monferrino
Storie di briganti e della società del Novecento
E’ una ballata dedicata al brigante Francesco De Michelis noto come Al Biundin, ucciso in un conflitto a fuoco dai carabinieri a Carisio il 7 Giugno 1905. Era l’idolo delle mondine che lo videro come il simbolo della lotta contro gli sfruttatori.
Un particolare curioso: Lombroso, quello della fisiognomica, del sostenitore della teoria del “delinquente nato”, scrisse che i dati autoptici del Biundin erano normali e che non indicavano” la propensione all'aggressività, alla violenza e alla vita banditesca". Almeno in tale circostanza non vennero fuori gli aberranti risvolti della fisiognomica e delle degenerazioni eugenetiche dei posteri. Lombroso scrisse tra l’altro... (Continues)
E alle quatro del mattino (Continues)
Contributed by Riccardo Gullotta 2023/2/22 - 14:02
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
Fratelli d'Italia
2021
Una storia dell'Italia unita dalla parte degli sfruttati
Una storia dell'Italia unita dalla parte degli sfruttati
Bruciano i falò sui monti
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2022/4/6 - 13:25
Song Itineraries:
Not only Carlo. Victims of police repression in Italy and throughout the world, Resistance against Nazi-Fascism in Italy and Europe, State Massacres in Italy, 1969-1993: From Piazza Fontana to Via dei Georgofili, The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy, The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Piazza del Sud
[1976]
Parole e musica di Antonio Infantino
Nell'album "La Morte Bianca - Tarantata dell'Italsider", con il Gruppo di Tricarico (o I Tarantolati di Tricarico), Fonit Cetra / Folkstudio
"La morte bianca" è il secondo disco attribuito ad Antonio Infantino e al suo Gruppo di Tricarico. Viene pubblicato dall'etichetta Folkstudio nel 1976 e distribuito dalla Fonit Cetra. Come sempre questo vinile non è stato ristampato negli anni a seguire. Il lato A del disco contiene la lunga suite "La morte bianca (Tarantata dell'Italsider)", una denuncia sulle morti nei luoghi di lavoro e sullo sfruttamento dei lavoratori nello stabilimento Italsider di Taranto. E' forse il testo più politico scritto da Infantino. "Stare lì, in trance, davanti alla macchina. All'improvviso arriva la morte in fabbrica, arriva la morte bianca". Con questo brano il Gruppo di Tricarico raggiunge la vetta più alta della canzone... (Continues)
Parole e musica di Antonio Infantino
Nell'album "La Morte Bianca - Tarantata dell'Italsider", con il Gruppo di Tricarico (o I Tarantolati di Tricarico), Fonit Cetra / Folkstudio
"La morte bianca" è il secondo disco attribuito ad Antonio Infantino e al suo Gruppo di Tricarico. Viene pubblicato dall'etichetta Folkstudio nel 1976 e distribuito dalla Fonit Cetra. Come sempre questo vinile non è stato ristampato negli anni a seguire. Il lato A del disco contiene la lunga suite "La morte bianca (Tarantata dell'Italsider)", una denuncia sulle morti nei luoghi di lavoro e sullo sfruttamento dei lavoratori nello stabilimento Italsider di Taranto. E' forse il testo più politico scritto da Infantino. "Stare lì, in trance, davanti alla macchina. All'improvviso arriva la morte in fabbrica, arriva la morte bianca". Con questo brano il Gruppo di Tricarico raggiunge la vetta più alta della canzone... (Continues)
Piazza del Sud
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2021/9/29 - 11:34
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
Al Sud
2016
Nuovo contrordine Mondiale
La canzone contiene tutta una serie di imprecisioni, il brano è scritto con l'aiuto/appoggio dei neoborbonici. Che la Questione Meridionale nasca dall'unità d'Italia è indiscutibile, che la monarchia Borbonica fosse il governo ideale, che "la gente si amasse", che "non ci fosse emigrazione", c'era, indubbiamente è aumentata dopo l'unità d'Italia, insomma se pretende di "raccontarvi le cose che gli altri non vi dicono" (formula utilizzata da tutti i complottisti del mondo), beh di cavolate ne spara un bel po'.
Nuovo contrordine Mondiale
La canzone contiene tutta una serie di imprecisioni, il brano è scritto con l'aiuto/appoggio dei neoborbonici. Che la Questione Meridionale nasca dall'unità d'Italia è indiscutibile, che la monarchia Borbonica fosse il governo ideale, che "la gente si amasse", che "non ci fosse emigrazione", c'era, indubbiamente è aumentata dopo l'unità d'Italia, insomma se pretende di "raccontarvi le cose che gli altri non vi dicono" (formula utilizzata da tutti i complottisti del mondo), beh di cavolate ne spara un bel po'.
C'era una volta il Regno delle Due Sicilie,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2021/4/16 - 18:20
Lu briganti Musulinu
2009
Calabria
Giuseppe Musolino, conosciuto come U 're i l'Asprumunti ("il Re dell'Aspromonte"), o meglio ancora come il brigante Musolino (Santo Stefano in Aspromonte, 24 settembre 1876 – Reggio Calabria, 22 gennaio 1956), è stato un brigante italiano.
Calabria
Giuseppe Musolino, conosciuto come U 're i l'Asprumunti ("il Re dell'Aspromonte"), o meglio ancora come il brigante Musolino (Santo Stefano in Aspromonte, 24 settembre 1876 – Reggio Calabria, 22 gennaio 1956), è stato un brigante italiano.
Io oggi mi partia a lavurari
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2021/3/1 - 20:42
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
U' brigante (Antonio Franco)
Tirandò
Antonio Franco, da alcuni chiamato Antonio Di Franco (Francavilla in Sinni, 8 ottobre 1832 – Potenza, 30 dicembre 1865), è stato un brigante italiano. Soprannominato Lupo del Pollino, è stato, assieme a Carmine Crocco, il più grande capobrigante lucano durante il Risorgimento. Agendo dalle zone del Pollino fino a Sapri (SA), la sua banda era anche molto attiva nelle zone di Cosenza. Affiancato dalla sua compagna (nonché brigantessa) Serafina Ciminelli, era molto temuto nei suoi territori e non esitava a derubare e sequestrare ricchi signori, spesso con espedienti molto aggressivi. Sebbene i suoi metodi fossero poco ortodossi, da alcuni era considerato un eroe, che depredava i nobili per aiutare economicamente i poveri contadini della zona.
Antonio Franco, da alcuni chiamato Antonio Di Franco (Francavilla in Sinni, 8 ottobre 1832 – Potenza, 30 dicembre 1865), è stato un brigante italiano. Soprannominato Lupo del Pollino, è stato, assieme a Carmine Crocco, il più grande capobrigante lucano durante il Risorgimento. Agendo dalle zone del Pollino fino a Sapri (SA), la sua banda era anche molto attiva nelle zone di Cosenza. Affiancato dalla sua compagna (nonché brigantessa) Serafina Ciminelli, era molto temuto nei suoi territori e non esitava a derubare e sequestrare ricchi signori, spesso con espedienti molto aggressivi. Sebbene i suoi metodi fossero poco ortodossi, da alcuni era considerato un eroe, che depredava i nobili per aiutare economicamente i poveri contadini della zona.
Cari signuri mo vi racconto la vera storia di nu brigante
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2021/3/1 - 20:29
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
La mirabolante istoria del brigante Cinicchia
2018
Tratturo zero
Nazzareno (o Nazareno) Guglielmi, detto Cinicchia (Assisi, 30 gennaio 1830 – Buenos Aires, post 1901), è stato un brigante italiano, tra i più famosi dell'Umbria e delle Marche.
Questo giocare col tempo, oltre che con lo spazio, è il privilegio del cantastorie, il suo ricamo, perché le canzoni che stanno bene assieme, diventano speculari. Fra San Francesco - che io racconto con gli occhi di suo padre, il mercante Pietro Bernardone, che gli aveva dato quel nome proprio in omaggio agli ottimi affari che faceva in Francia - vissuto all'inizio del duecento e il brigante Cinicchia, pure lui assisano, vissuto alla fine dell'Ottocento il tempo pare annullarsi perché, come dico, “un frate gli salvò la testa” nel senso che si tramanda che Cinicchia scappasse vestito da frate... quindi è come se il suo più noto compaesano gli avesse dato una mano a rifarsi una vita in Argentina.»
A rivista anarchica
Tratturo zero
Nazzareno (o Nazareno) Guglielmi, detto Cinicchia (Assisi, 30 gennaio 1830 – Buenos Aires, post 1901), è stato un brigante italiano, tra i più famosi dell'Umbria e delle Marche.
Questo giocare col tempo, oltre che con lo spazio, è il privilegio del cantastorie, il suo ricamo, perché le canzoni che stanno bene assieme, diventano speculari. Fra San Francesco - che io racconto con gli occhi di suo padre, il mercante Pietro Bernardone, che gli aveva dato quel nome proprio in omaggio agli ottimi affari che faceva in Francia - vissuto all'inizio del duecento e il brigante Cinicchia, pure lui assisano, vissuto alla fine dell'Ottocento il tempo pare annullarsi perché, come dico, “un frate gli salvò la testa” nel senso che si tramanda che Cinicchia scappasse vestito da frate... quindi è come se il suo più noto compaesano gli avesse dato una mano a rifarsi una vita in Argentina.»
A rivista anarchica
La storia che vi sto per raccontare
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2021/1/6 - 12:45
Due Sicilie
Album Hippie Dixit (2016)
“La giovanissima regista brindisina Chiara Chemi (in arte The Doll Maker), che già aveva collaborato al secondo videoclip per il mio doppio album Hippie Dixit (“Innocenza”) con delle splendide animazioni – ci ha detto Amerigo Verardi – esprime in questo nuovo video l’essenza di un brano per me molto importante, non rinunciando a mostrarne i lati più oscuri. L’ossessivo riff di chitarra elettrica arriva dalle zone più desertiche della Sicilia (o del Mali?), la ritmica sbuffa come il primo treno a vapore che partì da Napoli nel 1839 e, sopra tutto, spicca la denuncia verso quello che è il racconto deviato della storia dell’Unità d’Italia. Ho voluto usare parole dure, urla lancinanti in sottofondo e un solo di chitarra che doveva suonare come una colata di lava incandescente, per ribadire ancora una volta e con forza la legittimità di una rivendicazione: si DEVE andare... (Continues)
“La giovanissima regista brindisina Chiara Chemi (in arte The Doll Maker), che già aveva collaborato al secondo videoclip per il mio doppio album Hippie Dixit (“Innocenza”) con delle splendide animazioni – ci ha detto Amerigo Verardi – esprime in questo nuovo video l’essenza di un brano per me molto importante, non rinunciando a mostrarne i lati più oscuri. L’ossessivo riff di chitarra elettrica arriva dalle zone più desertiche della Sicilia (o del Mali?), la ritmica sbuffa come il primo treno a vapore che partì da Napoli nel 1839 e, sopra tutto, spicca la denuncia verso quello che è il racconto deviato della storia dell’Unità d’Italia. Ho voluto usare parole dure, urla lancinanti in sottofondo e un solo di chitarra che doveva suonare come una colata di lava incandescente, per ribadire ancora una volta e con forza la legittimità di una rivendicazione: si DEVE andare... (Continues)
Campi di grano per sempre
(Continues)
(Continues)
Contributed by Alberto Scotti 2020/9/8 - 04:17
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
La Guèra D'L Baròt
Il testo italiano è tratto dal libretto del disco, dove le parti in dialetto sono solo tradotte in italiano
Era un giorno come gli altri alla fiera del paese,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Dq82 2020/5/2 - 10:46
Vulesse addeventare nu brigante
Il testo e le note dal libretto dell'LP originale
da notare che il testo non riporta il nennane'
da notare che il testo non riporta il nennane'
VULESSE ADDEVENTARE NU BRIGANTE
(Continues)
(Continues)
2020/2/22 - 21:08
Inchiostro assaje buciardo
Testo e musica di Francesco Cavuoto
Le stragi e i massacri di Pontelandolfo e Casalduni sono pagine del nostro passato che non si possono saltare, anche per questo abbiamo composto questa canzone "Inchiostro assaje buciardo", vincitrice della Terza Edizione del Concorso di Musica Popolare e Gruppi Folk "La Ballata dei Briganti", affinché si possa almeno cantare una verità che non è mai stata scritta, quasi fosse una pagina fantasma di un libro di storia.
Le stragi e i massacri di Pontelandolfo e Casalduni sono pagine del nostro passato che non si possono saltare, anche per questo abbiamo composto questa canzone "Inchiostro assaje buciardo", vincitrice della Terza Edizione del Concorso di Musica Popolare e Gruppi Folk "La Ballata dei Briganti", affinché si possa almeno cantare una verità che non è mai stata scritta, quasi fosse una pagina fantasma di un libro di storia.
Simm' ggente c' 'ha vissuto p' 'a fatica e 'npuverta'
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco Cavuoto 2019/1/14 - 17:09
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
La ballata del Bellente
LA BALLATA DI PIETRO MASI, IL BELLENTE
di Maila Pentucci
Canzone apocrifa, incisa dalla Macina con la partecipazione di Marino e Sandro Severini nell’album “Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto” (Volume I), non può mancare nella collezione di briganti, disperati, eretici e malfattori di cui è costellata l’opera dei Gang, perché Pietro Masi, detto Bellente per la sua avvenenza fisica, visse, briganteggiò e morì nella zona di origine dei fratelli Severini, le campagne marchigiane tra la provincia di Macerata e quella di Ancona: Treia Pollenza Castelfidardo
Osimo Cingoli e Montefano, Montecassiano e giù di lì, come dicono i versi della canzone stessa.
Testo e musica sono opera di un cantastorie appignanese, Peppe de Birtina, al secolo Giuseppe Gasparrini musicista autodidatta, fondatore di gruppi ed orchestrine pop folk e narratore di storie allegre e vagamente surreali e... (Continues)
di Maila Pentucci
Canzone apocrifa, incisa dalla Macina con la partecipazione di Marino e Sandro Severini nell’album “Aedo malinconico ed ardente, fuoco ed acque di canto” (Volume I), non può mancare nella collezione di briganti, disperati, eretici e malfattori di cui è costellata l’opera dei Gang, perché Pietro Masi, detto Bellente per la sua avvenenza fisica, visse, briganteggiò e morì nella zona di origine dei fratelli Severini, le campagne marchigiane tra la provincia di Macerata e quella di Ancona: Treia Pollenza Castelfidardo
Osimo Cingoli e Montefano, Montecassiano e giù di lì, come dicono i versi della canzone stessa.
Testo e musica sono opera di un cantastorie appignanese, Peppe de Birtina, al secolo Giuseppe Gasparrini musicista autodidatta, fondatore di gruppi ed orchestrine pop folk e narratore di storie allegre e vagamente surreali e... (Continues)
Dq82 2017/11/1 - 16:40
Il Generale dei Briganti
Album : Cantori in terra di lavoro
Testo e Musica Fernando Cedrone
Adattamenti Cantori in Terra di Lavoro
Testo e Musica Fernando Cedrone
Adattamenti Cantori in Terra di Lavoro
Con uno scritto della tua prigione
(Continues)
(Continues)
Contributed by adriana 2017/9/2 - 13:28
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
La ballata de ‘glie bregante Cedrone
Album : Cantori in terra di lavoro
Testo e Musica Fernando Cedrone
Adattamenti Cantori in Terra di Lavoro
Testo e Musica Fernando Cedrone
Adattamenti Cantori in Terra di Lavoro
Bregante t’iave chiamate ne le si velute
(Continues)
(Continues)
Contributed by adriana 2017/9/2 - 07:57
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
Lettera del brigante Tiburzi dal Paradiso
Noto che la discografia di Dodi Moscati riporta imperfezioni varie e non è completa neppure dal link a cui il sito rimanda: http://digilander.libero.it/gianni61dg...
Manca addirittura il suo secondo disco "Cronache, fatti e burle... in Toscana" (tra l'altro ristampato nel 2008 anche in cd). Se qualcuno fosse eventualmente interessato consiglio piuttosto: Dodi Moscati Discography at Discogs
Manca addirittura il suo secondo disco "Cronache, fatti e burle... in Toscana" (tra l'altro ristampato nel 2008 anche in cd). Se qualcuno fosse eventualmente interessato consiglio piuttosto: Dodi Moscati Discography at Discogs
Flavio Poltronieri 2017/5/9 - 12:27
Marzo 1811
2012
Disperanza
Quel marzo 1811, quando i francesi chiusero le chiese
Scritto da Mirko Tassone
Il “decennio francese”, il periodo storico iniziato, nel 1806, con l’invasione napoleonica del regno di Napoli e concluso, nel 1815, con la cattura e la fucilazione di Gioacchino Murat, rappresenta, anche per la Calabria, un’epoca particolarmente densa di avvenimenti. Ogni angolo della regione venne investito da un generale stato di agitazione. Ad esacerbare gli animi, da una parte, l’oro inglese, dall’altra, gli agenti borbonici che dalla Sicilia alimentavano l’ansia di rivincita di re Ferdinando e della regina Carolina. A fare il resto lo sprezzante atteggiamento della soldataglia francese che, come ricorda Sharo Gambino, arrivava «in Calabria convinta di essere giunta tra i “savauges d’Europe”». Le continue vessazioni e gli oltraggi subiti scatenarono il risentimento di una popolazione... (Continues)
Disperanza
Quel marzo 1811, quando i francesi chiusero le chiese
Scritto da Mirko Tassone
Il “decennio francese”, il periodo storico iniziato, nel 1806, con l’invasione napoleonica del regno di Napoli e concluso, nel 1815, con la cattura e la fucilazione di Gioacchino Murat, rappresenta, anche per la Calabria, un’epoca particolarmente densa di avvenimenti. Ogni angolo della regione venne investito da un generale stato di agitazione. Ad esacerbare gli animi, da una parte, l’oro inglese, dall’altra, gli agenti borbonici che dalla Sicilia alimentavano l’ansia di rivincita di re Ferdinando e della regina Carolina. A fare il resto lo sprezzante atteggiamento della soldataglia francese che, come ricorda Sharo Gambino, arrivava «in Calabria convinta di essere giunta tra i “savauges d’Europe”». Le continue vessazioni e gli oltraggi subiti scatenarono il risentimento di una popolazione... (Continues)
Era lu misi di Marzu
(Continues)
(Continues)
Contributed by dq82 2016/2/24 - 09:39
Song Itineraries:
The "Outlaw War" and the Southern Question in post-unity Italy
×