Il canto nella marcia è l'omaggio che gli AK47 hanno voluto dedicare al Kurdistan attraverso le parole del poeta Sherko Bekas e quelle del cantautore armeno Aram Tigram. Dal Rojava alla Turchia, la libertà del popolo kurdo è la nostra libertà.
Abbiamo scritto, suonato e cantato il “Canto nella marcia (Amore e Libertà)”, una canzone sul Kurdistan, che catalizza i nostri cuori su una lotta giusta, senza se e senza ma. Il Kurdistan, è una regione vastissima abitata da circa 50 milioni di curdi, cui non viene riconosciuta la propria identità linguistica, culturale e di stato indipendente. L’Iraq, l’Iran, la Siria e la Turchia, occupano e si dividono la regione dei Curdi, esercitando un potere discriminatorio, che la Turchia in particolare – attualmente – sta imponendo con la forza della violenza cieca, bombardando le città che maggiormente alimentano la resistenza. E la Turchia, la dittatura... (Continues)
Il recente attentato contro la sede di TUSAŞ potrebbe compromettere irreparabilmente le prospettive di una soluzione politica?
Gianni Sartori
Anche se gran parte dei media sembrano essersene accorti solo ora (interpretandoli come una risposta all'attentato del 23 ottobre), gli attacchi militari dello Stato turco contro i curdi, sia in Rojava che in Bashur (Kurdistan del Sud, entro i confini iracheni) non sono iniziati da ieri. In questi giorni si sono solo intensificati. Causando comunque altre perdite di vite umane e gravi danni alle infrastrutture essenziali.
E' del 25 ottobre la notizia della morte di un altra bambina, Ferha Alberho (11 anni), nel nord della Siria. E' stata uccisa a Manbij (villaggio di Bineye) mentre altri due minori sono rimasti feriti. Si tratta di suo fratello Semir Alberho (8 anni) e del cugino Ebdulrehman Alberho (13 anni).
[1993]
Dall’EP intitolato “0516490872”, la matricola di Silvia Baraldini allora prigioniera negli USA
Un brano che, con Radio Manisco/0516490872, è uno dei più belli degli AK47 e forse dell’intera scena rap italiana di sempre...
Una canzone nata nei raduni fuori a San Vittore e Rebibbia tra 1991 e 1992, in solidarietà ai detenuti, “per dare voce agli invisibili dietro le sbarre, in un mondo dove tacciono gli avvocati, tacciono i giudici, tacciono gli addetti ai lavori, tace la stampa, tacciono i garantisti e i democratici. Un saluto a pugno chiuso ai Compagni in carcere, alle migliaia di proletari, di immigrati, di malati di AIDS che affollano le patrie galere, e a tutti quelli che hanno scelto di non tacere” (AK47)
Il testo è tratto dalla copertina interna del disco, che fortunatamente possiedo...
Al fondo, il seguente saluto:
Mai olio ma sabbia nell’ingranaggio del Vostro potere!
Devotamente Vostri MAI
AK47!
AK 47:
Renato N (Voce), Michele F (chitarra e voce), Michele M (basso e percussioni), Riccardo R (anima e cori), Fabio G (elettronica, anima e cori), Alessio P (elettronica, effetti)
con loro Serhat A (saz e violino) Marco D (percussioni), Marta M (sax soprano)
Siamo tornati a scrivere dopo molti anni di silenzio e con la stessa intenzione che ci mosse a scrivere per denunciare la profonda ingiustizia del caso di Silvia Baraldini, detenuta all'epoca negli Stati Uniti, in regime di strettissima sorveglianza con un immane carico di pressione fisica e psicologica (leggi tortura e accanimento) e lo abbiamo fatto su un tema che è stato affrontato in mille modi, ma che -- nonostante le mille giuste e antiche battaglie - è rimasto "incombente" su tutti noi senza possibilità di scampo: Genova 2001. Non ci dilunghiamo sulle analisi perché mille e mille volte tutti quanti noi abbiamo parlato... (Continues)
Genova era fuori dalla zona rossa e a venti anni a piazza Alimonda (Continues)
Ora che Abu Ghraib, Guantánamo e detenzioni arbitrarie “giustificate” dalla guerra al terrorismo (vedi il caso nostrano del sequestro Abu Omar) sono diventate la normalità nella coscienza collettiva, ho ripescato questa che è una delle più belle canzoni della stagione italiana delle Posse... Figli dell'Onda Rossa Posse e fratelli degli Assalti Frontali, gli AK47 scrissero questo brano dedicato a Silvia Baraldini nel 1994, facendolo precedere da un'introduzione del giornalista RAI, corrispondente dagli USA, Lucio Manisco (poi eletto come parlamentare per Rifondazione Comunista e per il Partito dei Comunisti Italiani). Il testo della canzone era ispirato non solo alla vicenda della Baraldini (condannata ad una pena sproporzionata rispetto ai capi di imputazione, solo perchè “irredenta”, e liberata poi nel settembre del 2006 dopo essere stata trasferita, non senza polemiche, nelle patrie galere), ma anche al racconto “Gli invisibili” di Nanni Balestrini.
Silvia Baraldini, detenuta n.0516490872, carcere femminile di massima sicurezza, Marianna, Florida, Stati Uniti d'America... (Continues)
Contributed by Alessandro 2007/1/9 - 23:00
Forse la più bella canzone scritta in lingua italiana.
Anche se sono apolitico ogni volta che la sento mi commuovo fino alle lacrime. Sono riuscito a recuperarla fortunosamente su e-mule dopo 14 (!) anni che avevo smarrito la cassetta (!) dove me l'ero fatta registrare, l'ascoltavo al Macabre di Bra e ogni successivo tentativo di recuperarla si era rivelato inutile...
Il processo si concluse con una sentenza del luglio 1983 che può essere riassunta in questi punti:
20 anni per concorso in evasione, appunto di Assata Shakur, alias Joanne Chesimard;
20 anni per associazione sovversiva, con applicazione della legge Rico, originariamente usata per casi di criminalità mafiosa e organizzata, per la quale venivano pagati dalla persona le accuse contestate al gruppo di appartenenza, (cosiddetta associazione a delinquere), e per i due preparativi di rapina;
3 anni per "ingiuria al tribunale" ("Contempt of Court"), per aver rifiutato di fornire testimonianza sui nomi di altri militanti del movimento "19 maggio".
Al primo arresto del 9 novembre 1982 l'FBI aveva offerto una forte somma di denaro alla Baraldini per denunciare i compagni e l'offerta le fu rinnovata in carcere con una contropartita che corrispondeva alla sua liberazione. Il rifiuto di collaborare... (Continues)
bellissimo...
questo pezzo mi ha accompagnata per anni...
avevo una registrazione video su vhs ed una su cassetta, sono riuscita a trovarlo dopo tanto tempo e continuo ad ascoltarlo... è fenomenale!!!
Spero di poterlo ascoltare al piu' presto,è molto raro ho trovato il vinile in emule l'ho messo a scaricare ma credo che c'è ne vorrà x un po' mi piace tanto l'hip hop e il reggae italiano vecchia scuola,ho alcune cose rare,x chi è interessato a qualke scambio di cd old school mi contatti al mio contatto facebook ANTONIO BOTTAZZO.Ciao e viva la musica!!
fin quando da lontano
ti accompagno lo sguardo
e alle tue guance cristalline
con passi senza peso
verso i miei baci?
Sorriso da lontano
ma felice.
Soriso spalancato
come il cuore pieno.
Sorriso nella gabbia
ma con il grido.
Se ce ne una foresa
folta come il tuo cuore
all'albero nessun timore.
Se ce ne un mare
come la tua limpidezza
non ce implorare del pesce.
Se ce una montagna
con la tua statura
nn ce paura che l vento lo tremi.
non ce paura
che ti tremi il vento.
Io sento il tuo dolce sorriso
Io vedo i tuoi occhi che volano in alto
Il mio cuore ti conosce
perché la tua méta è uguale alla mia.
Canzone registrata dai colletivi dei CSOA romani immediatamente dopo l'inizio dei bombardamenti su Baghdad nel 1991 e distribuita in maniera quasi clandestina su audiocassetta, è stata poi inclusa nel primo album degli Assalti Frontali (Terra di Nessuno).
Militant A, Castro X, Don Rico (Sud Sound System), Baby Moni, Mary Queen, Mati Dread, Hip Pap, King (AK 47), Rankis Nano, Cheecky P, Vento Rosso, Filtro X, R. WGS Pantanella, Tansi, NCOT, Breezy G., Drenni, Panama, Original.
Il canto nella marcia è l'omaggio che gli AK47 hanno voluto dedicare al Kurdistan attraverso le parole del poeta Sherko Bekas e quelle del cantautore armeno Aram Tigram. Dal Rojava alla Turchia, la libertà del popolo kurdo è la nostra libertà.
Abbiamo scritto, suonato e cantato il “Canto nella marcia (Amore e Libertà)”, una canzone sul Kurdistan, che catalizza i nostri cuori su una lotta giusta, senza se e senza ma. Il Kurdistan, è una regione vastissima abitata da circa 50 milioni di curdi, cui non viene riconosciuta la propria identità linguistica, culturale e di stato indipendente. L’Iraq, l’Iran, la Siria e la Turchia, occupano e si dividono la regione dei Curdi, esercitando un potere discriminatorio, che la Turchia in particolare – attualmente – sta imponendo con la forza della violenza cieca, bombardando le città che maggiormente alimentano la resistenza. E la Turchia, la dittatura... (Continues)