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Leonard Cohen: The Stranger Song

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
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L'adattamento francese di Graeme Allwright
CANZONE DELL'ESTRANEO

Certo, tutti gli uomini che conoscevi
erano giocatori che dicevano di farla finita
col gioco, ogni volta che davi loro riparo.
Lo conosco, quel tipo d'uomini,
è difficile tenere le mani di qualcuno
che le mette in alto solo per arrendersi,
che le mette in alto solo per arrendersi.

Poi, raccattando tutti i jolly che s'è lasciato dietro,
scopri che non t'ha lasciato molto, neanche le risate.
Da buon giocatore stava cercando quella carta
così alta da esser buona per ogni giocata,
da non dover mai più giocarne un'altra:
non era che un Giuseppe in cerca di una mangiatoia,
non era che un Giuseppe in cerca di una mangiatoia.

E poi, sporgendosi al tuo davanzale,
un giorno ti dirà che sei stata tu
a indebolirlo col tuo amore, e il calore, e il rifugio.
Tirerà fuori dal portafoglio
un vecchio orario dei treni, e ti dirà:
Te l'avevo detto, al mio arrivo, che ero un estraneo
Te l'avevo detto, al mio arrivo, che ero un estraneo.

Ma ora sembra che un altro estraneo
voglia che tu ignori i suoi sogni
come fossero il fardello addosso a un altro.
L'hai già visto prima, quell'uomo
che dava le carte col suo braccio d'oro
ora arrugginito dal gomito alle dita,
vuole scambiare la sua mano di carte con un rifugio,
scambiare la mano di carte conosciuta con un rifugio.

E detesti vedere un altro uomo stanco
posare giù le sue carte
come abbandonasse il sacro gioco del poker.
E mentre dice ai suoi sogni di andare a dormire
ti accorgi che c'è una specie di autostrada
che si snoda come fumo sopra la sua spalla,
e all'improvviso ti senti un po' più vecchia.

E gli dici di entrare, di mettersi a sedere
ma c'è qualcosa che ti fa voltare,
la porta è aperta e non puoi chiudere il tuo rifugio.
Provi la maniglia della strada,
si apre, non avere paura,
e sei tu, amore mio, che sei l'estranea,
e sei tu, amore mio, che sei l'estranea.

Bene, ti aspettavo, ero sicuro
che ci saremmo incontrati tra i treni che attendevamo,
credo sia tempo di salire su un altro.
Ti prego di capire, non ho mai avuto una mappa segreta
per arrivare al cuore di questa o quella cosa;
e quando ti parla così non sai che stia cercando,
non t'importa nulla di che cosa stia cercando.

Incontriamoci domani, se ti va,
in riva al mare, sotto il ponte
in costruzione su qualche fiume infinito.
Poi lascia il binario
per il calore d'un vagone letto
e capisci che non fa che réclame a un altro rifugio,
e capisci che non era mai stato un estraneo,
e dici, Va bene il ponte o un altro posto, dopo.

Poi, raccattando tutti i jolly che s'è lasciato dietro,
scopri che non t'ha lasciato molto, neanche le risate.
Da buon giocatore stava cercando quella carta
così alta da esser buona per ogni giocata,
da non dover mai più giocarne un'altra:
non era che un Giuseppe in cerca di una mangiatoia,
non era che un Giuseppe in cerca di una mangiatoia.

E sporgendosi al tuo davanzale,
un giorno ti dirà che sei stata tu
a indebolirlo col tuo amore, e il calore, e il rifugio.
Tirerà fuori dal portafoglio
un vecchio orario dei treni, e ti dirà:
Te l'avevo detto, al mio arrivo, che ero un estraneo
Te l'avevo detto, al mio arrivo, che ero un estraneo.
CHANSON DE L'ÉTRANGER

Tous les hommes que tu as connus
Te disaient qu'ils ne voulaient plus
Donner les cartes pris comme dans un piège.
C'est dur de retenir la main d'un
Homme qui cherche plus loin,
Qui veut atteindre le Ciel pour se livrer.
Et qui veut atteindre le Ciel pour se livrer.

Puis, ramassant les cartes
Qui sont restées là sur la table,
Tu sais qu'il t'a laissé très peu, pas même son rire.
Comme tous les joueurs, il cherchait la carte
Qui est si délirante,
Qu'il n'aura plus jamais besoin d'une autre.
Qu'il n'aura plus jamais besoin d'une autre.

Un jour, penché à ta fenêtre,
Il te dira qu'il veut renaître,
Au monde que ta tendresse lui cache.
Puis, sortant de son portefeuille
Un vieil horaire de train,
Il dit "Je t'avais prévenu, je suis étranger".
"Je t'avais prévenu, je suis étranger".

Maintenant, un autre étranger
Semble vouloir que tu ignores ses rêves,
Comme s'ils étaient le fardeau de quelqu'un d'autre.
Tu as vu cet homme déjà
Donner les cartes avec son bras en or,
Et maintenant, tu vois, sa main est figée.
Oui, maintenant, tu vois sa main est figée.

Mais tu n'aimes pas regarder
Un autre homme fatigué
Déposer toutes ses cartes comme une défaite.
Tandis qu'il rêve jusqu'au sommeil,
Dans l'ombre, tu vois comme une fumée,
Une route qui monte derrière sa tête.
Une route qui monte derrière sa tête.

Tu lui dit d'entrer et de s'asseoir,
Mais, en te retournant, tu vois
Que la porte de ta chambre reste ouverte.
Et, quand tu prend sa main,
Il dit "N'ai pas peur, ma tendre amie
Ce n'est plus moi, ô mon amour, l'étranger".
"Ce n'est plus moi, ô mon amour, l'étranger".

J'ai attendu, toujours certain
De te revoir entre les trains.
Bientôt, il va falloir en prendre un autre.
Oh, je n'ai jamais eu, tu sais,
Pas le moindre plan secret,
Ni personne pour me conduire.
Et tu te demandes ce qu'il cherche à dire.
Oui, tu te demandes ce qu'il veut dire.

En bas, au bord du fleuve, demain,
Je t'attendrai, si tu veut bien,
Là, tout prés du pont qu'ils construissent.
Puis, il quitte le quai pou un wagon-lit.
Tu sais qu'il cherche un autre abri,
Qu'il n'avait jamais été un étranger.
Qu'il n'avait jamais été un étranger.
Et tu dis "D'accord, le pont
Ou bien ailleurs, je viendrai".

Un jour, penché à ta fenêtre,
Il te dira qu'il veut renaître,
Au monde que ta tendresse lui cache.
Et, sortant de son portefeuille
Un vieil horaire de train,
Il dit "Je t'avais prévenu, je suis étranger".
"Je t'avais prévenu, je suis étranger".


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