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אדעסאַ מאַמע [Yablokof]

Herman Yablokof [Herman Yablokoff] / הערמאַן יאַבלאָקאָף
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Version française – MAMAN ODESSA – Marco Valdo M.I. – 2022
Mamma OdessaMAMAN ODESSA
  
Oh, come stavi quando c'erano i soldi,Oh, comme tu étais quand il y avait de l’argent,
e la vita era dolce zucchero...Alors, la vie était un doux sucre…
Oh, oggi ci stai ché di soldi 'un ce n'è più,Oh, comme te voilà à présent qu’il n’y a plus d’argent,
e la vita è diventata una schifezza. [1]La vie est devenue une merdre.
  
C'eran tanti fratelli odessani,Il y avait tellement de frères odessins,
oh, si mangiava e si beveva vino,Oh, on mangeait et on buvait du vin,
ma non ci si ubriacava [2] stramazzando al suolo, [3]Mais on ne se soûlait pas à rouler à terre,
e la vita era zucchero dolce.Lors, la vie était un doux sucre.
  
“...Ma oggi, buon fratello, oggi siamo signori...” [4]"… Aujourd’hui, bon frère, aujourd’hui, nous sommes des seigneurs… »
  
I bambini andavano scalzi con le scarpe rotte,Les enfants aux chaussures trouées allaient pieds nus,
la Moldavanka non è più quel che era...La Moldavanka n’est plus ce qu’elle était…
Oh, il Valkele [5] è secco, come lui non ce n'è più,Oh, le Valkele est sec, comme lui il n’y en a plus,
di Bessarabi [6] non se ne vedrà mai più.De Bessarabi, il ne se verra plus jamais.
  
Nella via Deribasovskaja è tutto chiuso,Tout est fermé dans la rue Deribasovskaya,
non c'è più anima viva e quello splendore,Elle n’a plus d’âme, ni de cette splendeur,
è perciò che mi viene un travaso di bile [7]Et j’ai des aigreurs
sempre, quando guardo Odessa.Chaque fois que je vois Odessa.
  
Mamma Odessa, cara, che ne è stato di te?Chère Odessa, ma mère, qu’en est-il devenu de toi ?
Dimmelo, fratellino mio adorato. [8]Mon petit-frère adoré, dis-le-moi.
Nelle botteghe non beviamo più tè, o kvass con una ciambella,Dans les boutiques, on ne boit plus le thé, ni le kvas avec un beignet,
Non ci capacitiamo dove tutto sia scomparso, dove?On ne comprend pas où tout a disparu, où tout disparaît ?
  
Nella via Deribasovskaja è tutto chiuso,Tout est fermé dans la rue Deribasovskaya,
non c'è più anima viva e quello splendore,Elle n’a plus d’âme, ni de cette splendeur,
è perciò che mi viene un travaso di bileEt j’ai des aigreurs
sempre, quando guardo Odessa.Chaque fois que je vois Odessa.
[1] Lo yiddish mies (parola di origine ebraica) è in realtà un aggettivo dal significato di: “sporco”, “osceno”, “schifoso”.

[2] Altra parola ebraica (che in ebraico si pronuncia shikòr), e che parola: nella Bibbia è quella utilizzata per l'ubriachezza di Noè!

[3] L'espressione yiddish utilizzata significa alla lettera “cadere dai (propri) piedi”.

[4] La parola utilizzata è qui quella russa per “signori”, господа. Da notare che, riportandola in yiddish, l'autore/interpreta la pronuncia [gaspadà], con la “g”; in russo, si tende invece a pronunciare invece [haspadà]. Oltre ad avere una pronuncia irregolare, il nome господь [hòspat] è tutto quanto irregolare in russo: accentazione ballerina, pronuncia dura della [d] finale nonostante si scriva con una molle, e plurale in [-a] come nei sostantivi neutri, seppure sia di genere maschile.

[5] Come è noto, anche nei suoi furti più clamorosi, anche Arsenio Lupin, a volte, lascia qualcosina. Succede. Così, nonostante tutti i miei sforzi, non sono venuto a capo di questo “Valkele” (che appare in forma diminutiva); ho pensato a un fiumiciattolo di Odessa, ma in modo del tutto inconsistente. Altri testi riportano un altrettanto misterioso “Livankele”.

[6] Bessarabi, cioè della Bessarabia, nome storico di quella che adesso è la Moldavia. La Bessarabia era ed è abitata prevalentemente da rumeni, vale a dire coloro che costruirono la Moldavanka e vi si stabilirono originariamente. In tutto l' “impasto” etnico e linguistico di Odessa, si può dire anche che la Bessarabia, nel 1918, ottenne brevemente l'indipendenza; nel periodo tra le due guerre, però, fu annessa alla Romania. Nel 1945 fu annessa all'Unione Sovietica come “Repubblica Socialista di Moldavia”, che vi impose, oltre che del russo data l'importante minoranza russa che vi risiedeva, l'uso del “moldavo”, vale a dire del rumeno traslitterato in caratteri cirillici. Attualmente, l'indipendente Repubblica di Moldavia è tornata a servirsi ufficialmente del rumeno letterario standard scritto in caratteri latini (a parte la regione separatista della Transnistria, abitata da russi, dove il russo è lingua ufficiale). Una parte della regione, la cosiddetta “Bessarabia storica”, appartiene però allUcraina, attualmente. Ad ogni modo, nel testo di questa canzone, “Bessarabi” vale “rumeni” o “moldavi”, è la stessa precisa identica cosa.

[7] La Via Deribasovskaja è una storica via alberata di Odessa. E' dedicata al fondatore di Odessa, José De Ribas, che nel 1789 prese la fortezza ottomana di Haji Bay e ci cominciò a far costruire la città che vediamo oggi, ancora non si sa per quanto. José De Ribas, nome originario completo José Pascual Domingo de Ribas y Boyons, in Italia noto come Giuseppe de Ribas y Boyonsin e in Russia come Osip Michajlovič Deribas, era di nobìllime origini spagnole, ma era nato a Napoli il 24 settembre 1749 (morì a San Pietroburgo nel 1800). Ammiraglio al servizio dello Zar, fu lui, come detto, a fondare la città di Odessa. Come dire: Odessa è stata fondata da un napoletano. Nella strofa in questione, traduco con “mi viene un travaso di bile” ciò che, nell'originale yiddish, è alla lettera: “mi sento scoppiare la cistifellea”.

[8] Qui siamo all'interno della strofa in russo. L'espressione russa qui usata, братец по душе, significa alla lettera: “fratellino d'animo (o d'anima)”. “Fratellino” non è qui, ovviamente, da intendere come fratello minore: è un diminutivo affettivo. Se la strofa fosse stata in yiddish, ci sarebbe stato un analogo diminutivo.



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