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אדעסאַ מאַמע

Pesach Burstein [Peysekh Burshteyn] / פסח בורשטיׅין
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Deutsche Übersetzung / דייַטש איבערזעצונג /Traduzione tedesca / German ...
Mamma OdessaIch habe gehört, viele gute Lieder werden gesungen,
man singt sie alle mit großem Interesse.
Über Slutsk, über Belz, über Tiatev und Lituania.
Nur nichts habe ich über mein Odessa gehört.
Ho sentito cantare tante buone canzoni,
le si cantano tutte con grande interesse,
Su Sluck [1], su Belz [2], su Zlutkhiv [3] e sulla Lituania,
solo non ne ho mai sentite cantare sulla mia Odessa.
Wie kann man eine so schöne Stadt vergessen,
wo ich aufgewachsen bin, wo meine Heimat ist.
Es gibt in der ganzen Welt nur ein Odessa,
ich möchte euch jetzt daran erinnern.
Come si può dimenticare una città tanto bella,
dove io son cresciuto, dov'è casa mia ?
In tutto il mondo, di Odessa ce n'è una sola,
e adesso ve la vorrei ricordare.
Ach Odessa, mein Odessa, lieb bist du mir,
wo ich gehe, wo ich stehe denke ich nur an dich.
Deine Straßen, deine Menschenmengen, wo ich lebte,
ich sehne mich nach dir bei Tag und bei Nacht.
Ah, Odessa, Odessa mia, mi sei cara,
ovunque vada, ovunque stia, penso solo a te.
Le tue strade, le tue folle dove son vissuto,
ho nostalgia di te di giorno e anche di notte.
Ich erinnere mich an den Marktplatz und die Läden,
und die Tanzplätze mit den jungen Leuten.
Wo junge Pärchen dort sich lieben,
und die Taschendiebe mit den lustigen Schnurrbärten.
Ricordatevi del mercato delle pulci [4] e delle botteghe, [5]
e delle balere con la gioventù, [6]
dove le coppiette son solite andare a pomiciare,
e il teppistello [7] con i baffi finti.
Kaum trägt eine Dame einen Lammfellmantel,
geht mit dem Mantel ins Theater hinein,
Bis sie aus dem Theater herauskommt,
ist der Mantel nicht mehr auf ihren Schultern gewesen.
Appena una signora si mette una pelliccia di agnellino, [8]
per andarci a teatro impellicciata,
quando poi esce da teatro
sulle spalle la pelliccia non ce la ha più. [9]
Ach Odessa, mein Odessa, lieb bist du mir,
wo ich gehe, wo ich stehe denke ich nur an dich.
Deine Straßen, deine Menschenmengen, wo ich lebte,
ich sehne mich nach dir bei Tag und bei Nacht.
Ah, Odessa, Odessa mia, mi sei cara,
ovunque vada, ovunque stia, penso solo a te.
Le tue strade, le tue folle dove son vissuto,
ho nostalgia di te di giorno e anche di notte.
Mein Moldavanka wo ich aufgezogen wurde,
wo gibt es in der Welt noch so einen Diamant,
oh die Fassade, sie steht noch vor den Augen,
und die Wellen des fremden schwarzen Meeres.
La mia Moldavanka [10], dove sono stato educato,
c'è forse al mondo un simile diamante?
Oh, la Fasada [11] ce l'ho ancora davanti agli occhi,
Ed il Mar Nero, ignoto, che sciaborda.
Auf der Bulgarsker Straße sehe ich mich als Junge gehen,
er führt ein Mädchen Arm in Arm, Sonnenblumen schwingt er.
Gibt ihr einen Kuss, versteckt, weil es keine sehen soll,
und singt sich ein Lied im Takt.
Sulla Bulgarska [12] mi rivedo ragazzo, [13]
a braccetto con una fanciulla, con in mano girasoli,
le do un bacio furtivo, ché nessuno deve vedere,
e le canto una canzonetta bene a tempo:
Oh Jablodka, ich nehme meine schöne Zipe,
Dschela meine Mutter, stell mir einen Traubaldachin,
sei bereit, Mutter, stell mir einen Traubaldachin.
“Ehi Jablodka, sposo la mia bella Tsipi, [14]
Dzhela, mammina mia, me la prendo in moglie, [15]
Stai pronta, mamma, me la prendo in moglie.”

Ah, Odessa, Odessa mia, mi sei cara,
ovunque vada, ovunque stia, penso solo a te.
Le tue strade, le tue folle dove son vissuto,
ho nostalgia di te di giorno e anche di notte.
Ach Odessa, mein Odessa, lieb bist du mir,
wo ich gehe, wo ich stehe denke ich nur an dich.
Deine Straßen, deine Menschenmengen, wo ich lebte,
ich sehne mich nach dir bei Tag und bei Nacht.
[1] [1] Sluck (russo e bielorusso Слуцк, polacco Słuck) è attualmente una città bielorussa di circa 60.000 abitanti. Il 27 ottobre del 1941 fu teatro di un massacro nazista.

[2] Belz (ucraino Белз, polacco Bełz) è una cittadina di circa 2500 abitanti nell'oblast di Leopoli, in Ucraina. Fino al 1951 appartenne alla Polonia, per passare poi all'URSS. Dal 1991 fa parte dell'Ucraina indipendente.

[3] Qui non sono riuscito a determinare con precisione (neppure all'ascolto) di quale località si tratti; la traduzione tedesca riporta un'altrettanto misteriosa “Tiatev”. Può darsi comunque che si tratti di un villaggio, in quanto il senso di tutto l'attacco della canzone è che l'autore ha sentito “buone canzoni” su cittadine e paesi abbastanza insignificanti, ma non su Odessa. L'aggiunta della Lituania, che ovviamente insignificante non è, sembra soltanto una sorta di riempitivo per dire: “ho sentito canzoni su questo e quel posto...”

[4] A Odessa, il Толчок (pron. [tałčók], da cui la resa in yiddish) era, un tempo, un grosso mercato delle pulci e dell'usato dove si vendeva roba di ogni genere (la parola è russa, e significa, brutalmente, “tazza del cesso, WC”; è passata anche in altre lingue con il significato di “mercato delle pulci”, come ad es. il rumeno talcioc). Per questo motivo, traduco così data l'epoca di ambientazione della canzone. Dopo la Rivoluzione, il Talčók di Odessa divenne in pratica il più grosso mercato di manufatti abusivi e di contrabbando dell'intera Unione Sovietica, più volte chiuso dalle autorità ma sempre poi riaperto, e addirittura potenziato, con la connivenza “sotterranea” di queste ultime. Vi si potevano trovare, ad esempio, merci richiestissime e introvabili altrove come blue jeans, giacconi in pelle, piccoli elettrodomestici occidentali, ecc. Negli anni '90 del XX secolo, come si vede dalla foto, era un enorme ammasso di baracche e containers suddiviso in vere e proprie vie denominate con nomi di colori (la dicitura Бежевая улица in primo piano significa “Via Beige”).

talchokodessa


[5] Si veda la nota 4 a אדעסאַ מאַמאַ. Qui, però, ho preferito tradurre genericamente "botteghe".

[6] Per indicare la “gioventù”, i “giovani del posto”, qui l'autore si serve della parola russa, молодëж (pron, appr. [maladióž]). L'uso del termine yiddish, yugnt, avrebbe forse significato esclusivamente la gioventù ebraica.

[7] Termine gergale russo, шпана, dal significato di “teppista, teppistello, bulletto”. Si noti che, ancora, le figure e i luoghi caratteristici di Odessa sono tutti denominati in lingua russa.

[8] Propriamente la pelliccia di “agnellino persiano”. La karakul è una pecora originaria del Turkestan, allevata sia per le pellice di lana che per la carne.

[9] Ovvero, gliela hanno rubata.

[10] Per la Moldavanka, lo storico “macroquartiere” di Odessa (un tempo località autonoma, poi inglobata nella città), si veda l'introduzione di Riccardo Gullotta e anche il cospicuo articolo di en.wikipedia. Una cosa piuttosto importante da aggiungere, è che nella Moldavanka si trovava anche il quartiere ebraico ortodosso. Nella canzone, viene trasposto in yiddish il nome del quartiere secondo la pronuncia russa (Maldavanke).

[11] Si tratta dell' "Affacciata" di Odessa sul Mar Nero.

[12] Si veda anche qui l'introduzione. La strada pure si trova nella Moldavanka.

[13] Avvertenza: pur traducendo qui con la prima persona, più consonamente all'andamento dell'italiano (e di altre lingue), tutta la strofa originale è condotta in terza persona: “mi rivedo, ragazzo... lui andava a braccetto...le dà un bacio”, ecc.

[14] Tsipi è il diminutivo (anche in ebraico) del nome femminile Tsip(p)orah (= “uccello”). E' nome biblico: nella Bibbia, Tsipporah è la moglie di Mosè, madre di Gershom e Eliezer.

[15] L'espressione yiddish, “fare un baldacchino nuziale”, significa semplicemente “sposare”.









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