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Le grand métingue du Métropolitain

Maurice Mac-Nab
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OriginalI' gran raduno di' Metropolitèn: Traduzione a metà tra l'italiano a...
LE GRAND MÉTINGUE DU MÉTROPOLITAINI' gran raduno di' Metropolitèn
  
C’était hier, samedi, jour de paye,Era ieri, sabato, giorno di paga
Et le soleil se levait sur nos frontsE il sole già ci sorgeva in fronte
J’avais déjà vidé plus d’une bouteille,Avevo già scolato diverse bottiglie,
Si bien que je m’avais jamais trouvé si rond.Tanto bene che non ero mai stato così briaco.
Voilà la bourgeoise qui rapplique devant le zingue:E vualà, o non t'arriva la mi' moglie [1] da i' vinaìno: [2]
« Feignant, qu’elle dit, t’as donc lâché le turbin ? »“Ehi tu perdigiorno...'un ci se' andato a lavorà, eh...?” [3]
« Oui, que je réponds, car je vais au métingue,“Eh sì!” -gni rispondo- “Oggi vo a i' gran raduno,
Au grand métingue du Métropolitain ! »A i' gran raduno di' Metropolitèn!”
  
Les citoyens, dans un élan sublime,I cittadini, con slancio inver sublime
Étaient venus guidés par la raison.Eran venuti sì, dalla ragion guidati.
À la porte, on donnait vingt-cinq centimesAll'entrata, si davan venticinque centesimi
Pour soutenir les grèves de Vierzon.Per sostener gli scioperi di Vierzòn. [4]
Bref, à part quatre municipaux qui chlinguentIn breve, tranne quattro vigili puzzolenti [5]
Et trois sergots déguisés en pékins,E tre sergenti vestiti in borghese, [6]
J’ai jamais vu de plus chouette métingue,Non ho mai visto un raduno più bellino
Que le métingue du Métropolitain !Di' gran raduno di' Metropolitèn!
  
Y avait Basly, le mineur indomptable,C'erano i' Baslì, i' minatore indòmito, [7]
Camélinat, l’orgueille du pays.E Camelinà, l'orgoglio di' paese. [8]
Ils sont grimpés tous deux sur une table,'E so' saltati tutteddùe su un tavolino
Pour mettre la question sur le tapis.Per cominciare là la discussione,
Mais, tout à coup, on entend du bastringue ;Ma d'improvviso si sente un gran baccano; [9]
C’est un mouchard qui veut faire le malin !C'era uno spione che voleva fa' 'i cattivo !
Il est venu pour troubler le métingue,Era venuto a rovinà' i' raduno,
Le grand métingue du Métropolitain !I' gran raduno di' Metropolitèn!
  
Moi je tombe dessus, et pendant qu’il proteste,Io gni vo addosso e, mentre protesta,
D’un grand coup de poing, j’y renfonce son chapeau.Gni do un cazzotto e gni rincarco i' cappello;
Il déguerpit sans demander son reste,Piglia i' fottuto, sennò gni do i' resto [10]
En faisant signe aux quatre municipauxE fa segno a' quattro vigili urbani
À la faveur de c'que j’étais brind'zingue,Dicèndogni ch'ero bell' imbenzinato, [11]
On m’a conduit jusqu’au poste voisinE m'han portato a i' commissariato.
Et c’est comme ça qu’a fini le métingue,E è così che è finito i' raduno,
Le grand métingue du Métropolitain !I' gran raduno di' Metropolitèn!
  
Morale :Morale:
  
Peuple français, la Bastille est détruite,Popol di Francia! La Bastiglia è distrutta,
Et y a z'encor des cachots pour tes fils !E ancor v'ha di galere pei tuoi figli !
Souviens-toi des géants de quarante-huitRicòrdati de' giganti del Quarantotto,
Qu’étaient plus grands que ceusses d’au jour d’aujourd’hui,Ch'eran più grandi di quelli d'oggigiorno,
Car c’est toujours le pauvre ouverrier qui trinque,Ché poi i' briaho gli è sempre i' pòero operajo
Même qu’on le fourre au violon pour un rien.Ancor che lo si metta in gattabuja pe' un nonnulla.
C’était tout de même un bien chouette métingue,Ma insomma, gliè stato in ogni caso un bei' raduno,
Que le métingue du Métropolitain !I' gran raduno di' Metropolitèn!
mamacnabchatnoir [1] Nell'argot parigino dell'epoca, la bourgeoise vale “mia moglie”. Fonte

[2] In realtà, zingue vorrebbe dire semplicemente “bar”; data l' “ambientazione condivisa” che ho dato alla traduzione (del resto, tra Parigi e Firenze esiste uno storico legame fin dai tempi di Caterina de' Medici e di Giovanni Battista Lulli, che divenne Jean-Baptiste Lully), ci ho messo il “vinaìno” (istituzione alcoolica ancora ben presente a Firenze, sebbene scivolata molto verso il modajolismo social). Zingue (derivato sì da zinc “zinco”) ha avuto poi svariate evoluzioni; ad esempio, nell'argot francese moderno significa piuttosto “aereo, aeroplano”.

[3] Turbin vale “lavoro” nell'argot parigino dell'epoca. Fonte

[4] Gli scioperi di Vierzon si svolsero nel 1886. Da segnalare che l'autore della canzone, Maurice Mac-Nab (o Mac Nab senza trattino; ma la grafia col trattino era la più comune all'epoca), era nativo proprio di Vierzon, dov'era venuto al mondo al castello di Fay il 4 gennaio 1856.

[5] Il verbo popolaresco chlinguer (forma alternativa: schlinguer, ma io così non lo ho mai visto) vale “puzzare”. Lo si dà come derivato dal tedesco schlingen, che però significa “annodare, legare, attaccare” (e popolarmente anche “inghiottire, ingollare”). La cosa, ovviamente, non è chiara.

[6] Il pékin (scritto anche péquin, dal nome di Pechino, indica in origine un tipo di stoffa di seta a righe alternate. Nell'argot militare significa invece “civile, borghese” (in opposizione a “militare”). Si noti che, nel verso originale, non si dice “vestiti in borghese”, ma “travestiti in borghese” (déguisés). Nel verso ho restaurato la dizione parigina sergots per sergents.

[7] Émile Basly, nato a Valenciennes nel 1854 e morto a Lens nel 1928, è stato un ex minatore del Nord poi eletto deputato. Dal 1900 al 1928 (cioè, fino alla sua morte), fu anche -ininterrottamente- sindaco della città mineraria e operaia di Lens (abitata dai sylicosés, come ancora sentivo non molti anni fa quando abitavo vicino a Valenciennes).

[8] Zéphirin Camélinat, nato a Mailly-la-Ville nel 1840 e morto a Parigi nel 1932, è stato un operaio che ebbe un importante ruolo durante la Comune di Parigi. Fu poi esponente prima del Partito Socialista, e poi del Partito Comunista Francese. Dal 1885 al 1889 fu deputato all'Assemblea nazionale.

[9] In origine, bastringue è una “sala da ballo popolare” dove si faceva, ovviamente, un gran baccano (e, altrettanto ovviamente, si beveva parecchio: il termine sembra essere derivato dall'olandese bas drinken “bere parecchio”). Da qui alla nozione di “baccano, fracasso, casino”, il passo è brevissimo. Altrettanto ovvio è che il termine indichi presto anche un “ballo rumoroso e incasinato” -così ad esempio lo usa zio Brassens in Le vieux Léon: voir' si 'l bastringue et le java... Il termine, per traslato, significa anche qualcosa come “carabattole, aggeggi” accatastati in disordine (si direbbe in italiano: “un casino di roba”). E' stato anche il termine argotico moderno per “juke-box”.

[10] Questa strofa è quasi interamente in fiorentino popolare (nella traduzione).Non c'è un motivo preciso: mi andava così. Indi per cui ho usato un'antica espressione fiorentina per “scappare, darsela a gambe” o anche semplicemente “andarsene via”: piglià i' fottuto.

[11] Brindezingue, attestato fin dal XVIII secolo (fonte) vale “(stato di) ubriachezza, ebbrezza”; usato anche aggettivamente (être brindezingue). Esempi anche in Émile Zola. Sebbene raramente, può significare anche “persona dalle idee bizzarre; squilibrato” (un significato comunque da tenere presente in questo testo). Probabilmente derivato dall'incrocio tra brinde con zingue (v. nota 2).


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