Andalusia
Mireille SafaOriginal | Il testo originale di Mahmud Darwish / محمود درويش e la trad... |
ANDALUSIA Piangono i violini dei gitani che vanno errando per la via raccontano di ebrei e mussulmani cacciati per sempre dall’Andalusia. Io piango perché ormai più nulla resta della patria andalusa che fu mia, e i violini danno fuoco alla foresta della Storia, dei ricordi e di antiche gesta. I violini han le note d’un miraggio, e accordi di fontane singhiozzanti i violini ci accompagnano nel viaggio verso l’esilio e secoli da erranti. Piangono i violini dei gitani che vanno errando per la via raccontano di ebrei e mussulmani cacciati per sempre dall’Andalusia. I violini hanno l’anima insanguinata, urla ogni corda sempre più forte, ogni nota è una freccia avvelenata che fa un duetto assieme alla morte. Suona il violino la marcia funeraria che accompagna sulle strade dell’esilio popoli che percorrono come paria questo mondo alla ricerca d’un appiglio. Piangono i violini dei gitani che vanno errando per la via raccontano di ebrei e mussulmani cacciati per sempre dall’Andalusia. Popoli in cerca d’un giaciglio, su cui dormire per poter sognare, d’una terra che non sia un nascondiglio, ma una patria da proteggere e amare. E quel giorno i violini narreranno che popoli in esilio hanno trovato una loro Andalusia e adesso sanno che hanno una patria e un proprio stato. Ridono i violini dei gitani che vanno errando per la via raccontano di ebrei e mussulmani che han trovato la loro Andalusia. | الكَمَنْجًاتً الكَمَنجاتُ تَبْكى مَعَ الْغَجَر الذَّاهبينَ إلى الأنْدَلُسْ الكَمَنجاتُ تَبْكى على الْعَرب الْخارجين منَ الأنْدلُسْ الكَمَنجاتُ تَبْكى على زَمَنٍ ضائعٍ لا يَعودْ الكَمَنجاتُ تَبْكى على وَطَنٍ ضائعٍ قَدْ يَعودْ الكَمَنجاتُ تُحْرقُ غَابات ذاكَ الظَّلام الْبعيد الْبعيد الكَمَنجاتُ تدْمي الْمُدى، وَتَشُمُّ دمى في الْوريد الكَمَنجاتُ تَبْكى مَعَ الْغَجِر الذَّاهبينَ إلى الأنَْدَلُسْ الكَمَنجاتُ تَبْكى على الْعَرَب الْخارجين منَ الأنَْدلُسْ الكَمَنجاتُ خَيْلٌ على وَتَرٍ من سرابٍ، وماءٍ يَئنُّ الكَمَنجاتُ حَقْلٌ مِنَ اللَّيْلكِ الْمُتو حش يَنْأىَ وَيَدْ نو الكَمَنجاتُ وَحْشٌ يُعَذِ بُهُ ظُفْرُ إمرة مَسَّهُ، واربْتَع د الكَمَنجاتُ جَيْشٌ يُعَ مرُ مَقْبَرَةً منْ رُخامٍ ومنْ نَهَ وَنْد الكَمَنجاتُ فَوْضى قُلوب تُجن نُها ال ر يحُ في قَدَم الرَّاقصَةْ الكَمَنجاتُ أْسْرابُ طيْرٍ تفرُّ منَ الرَّايَة النَّاقصَةْ الكَمَنجاتُ شَكْوى الْحَرير المُجَعِ د فى لَيْلَةِ الْعاشقَةْ الكَمَنجاتُ صَوْتُ النبيذ الْبعيدِ على رغْبَةٍ سابِقَةْ الكَمَنجاتُ تَتْبعُني، ههُنا وهناكَ لتثأر مَن ي الكَمَنجاتُ تَبْحَثُ عن ى لتقتلني، أَيْنما وَجَدتْني الكَمَنجاتُ تَبْكى على الْعربَ الْخارجينَ منَ الأنَدلُسْ الكَمَنجاتُ تَبْكى مَعَ الْغَجَر الذَّاهبينَ إلى الأنْدَلُسْ |
I VIOLINI
I violini piangono con i gitani diretti verso l’Andalusia
I violini piangono sugli arabi che abbandonano l’Andalusia
I violini piangono su un tempo perduto che non tornerà
I violini piangono su una nazione perduta che forse tornerà
I violini incendiano i boschi di quest’oscurità lontana
I violini sanguinano lo spazio e fiutano il sangue nelle mie vene
I violini piangono con i gitani diretti verso l’Andalusia
I violini piangono sugli arabi che abbandonano l’Andalusia
I violini sono cavalli sul filo di un miraggio e su acqua che stride
I violini sono un campo di lillà selvatici che si allontana e si avvicina
I violini sono un mostro torturato dall’unghia di una donna che lo ha toccato e si è allontanato
I violini sono un’armata che popola un cimitero di marmo e melodia triste
I violini sono il caos dei cuori che il vento nei piedi della ballerina fa impazzire
I violini sono stormi di uccelli che fuggono dal vessillo incompleto
I violini sono il lamento della seta stropicciata nella notte dell’amante
I violini sono il suono lontano del vino sul desiderio passato
I violini mi seguono, qui e lì, per vendicarsi di me
I violini mi cercano per uccidermi ovunque mi trovi
I violini piangono sugli arabi che abbandonano l’Andalusia
I violini piangono con i gitani diretti verso l’Andalusia