Et deixo un pont de mar blava
Lluís LlachTraduzione spagnola dal sito ufficiale | |
TI LASCIO UN PONTE DI MARE BLU Ti lascio un ponte di mare blu che va dal sogno fino ai tuoi occhi, da Alcúdia (1) fino ad Amorgo (2), dal tuo ventre al mio cuore. Ti lascio un ramo di domande per riempirti le dita di luce come quella che illumina lo sguardo dei ragazzini di Sidone (3). Un ponte che ci aiuti a solcare la pelle antica del mare. Che svegli il mormorio di tutti i tempi e ci insegni il gesto dimenticato dei ribelli, con la rabbia del canto con la forza del corpo, col godimento dell'amore... Un ponte di mare blu per sentirsi fianco a fianco, un ponte che affratelli pelli e vite diverse, diverse. Ti lascio un ponte di speranza e l'antico faro del nostro domani perché tu non smarrisca il nord nel tuo navigare Ti lascio un verso a Sinera (4) scritto con un tratto di un blu luminoso che cantava ad Alghero (5) per cantare la sua nostalgia... Ti lascio l'acqua e la sete il sogno acceso e il ricordo E a Ponza (6) la morte per vivere di fronte al mare... il mare... il mare. Lo spazio pieno di luce ove si rispecchia il mare... il mare... il mare. Il blu del nostro silenzio da dove nasce sempre la canzone. Che svegli il mormorio di tutti i tempi e ci insegni il gesto dimenticato dei ribelli, con la rabbia del canto con la forza del corpo, col godimento dell'amore... Un ponte di mare blu per sentirsi fianco a fianco, un ponte che affratelli pelli e vite diverse, diverse. * Attorno a me non c'è ombra se con le dita raccolgo la luce, se con il sentimento e con le parole costruiremo il rifugio dei sogni. Da tanto amore per sempre legati, Un orizzonte, alberi (di navi) e uccelli, in mezzo al mare risorto belli rinasceremo al nostro ritmo. Non ci sarà né deserto né vuoto se con le dita di vento raccogliamo tanta luce dispersa se con le parole e il sentimento sappiamo costruire il rifugio di tutti i sogni convertiti da tanto amore nell'orizzonte che disegnano uccelli e vele di fronte al mare sempre in movimento che con il suo ritmo incessante ci spinge a crescere. Lentamente comincia il canto Lentamente l'ombra degli anni pioggia d'oro, dominio acceso nessun segreto ci è segreto Per il pendio di questa luce non ci sarà deserto né vuoto * E a Ponza la morte per vivere di fronte al mare... il mare... il mare. Lo spazio pieno di luce ove si rispecchia il mare Lo spazio pieno di luce | TE DEJO UN PUENTE DE MAR AZUL Te dejo un puente de mar azul que va del sueño hasta tus ojos, desde Alcúdia hasta Amorgos, de tu vientre a mi corazón. Te dejo un ramo de preguntas para que llenen tus dedos de luz como la que prende la mirada de los niños de Sidón. Un puente que ayude a surcar la piel antigua del mar. Que despierte el rumor de todo tiempo y nos enseñe la olvidada actitud de los rebeldes, con la rabia del canto, con la fuerza del cuerpo, con el goce del amor... Un puente de mar azul para sentirnos muy juntos un puente que una pieles y vidas diferentes, diferentes. Te dejo un puente de esperanza y el faro antiguo de nuestro mañana para que el norte mantengas en tu navegar. Te dejo un verso en Sinera escrito con trazos de azul luminoso que cantaba en Alguer por cantar su nostalgia... Te dejo el agua y la sed, el sueño encendido, el recuerdo. Y en Ponza la muerte para vivir frente al mar... el mar... el mar. El espacio lleno de luz donde se mira el mar... el mar... el mar. El azul de nuestro silencio de donde nace la canción. Que despierte el rumor de todo tiempo y nos enseñe la olvidada actitud de los rebeldes, con la rabia del canto, con la fuerza del cuerpo, con el goce del amor... Un puente de mar azul para sentirnos muy juntos un puente que una pieles y vidas diferentes, diferentes. * ... ... No habrá desierto ni vacío si con dedos de viento tanta luz dispersa recogemos, si con palabras y el sentimiento alzar sabemos el cobijo de todos los designios, de tanto amor convertidos en horizonte que dibujan aves y velas, de frente al mar siempre vibrante que con su ritmo incesante nos impulsa a crecer. Lentamente comienza el canto lentamente la sombra de los años lluvia de oro, dominio encendido, ningún secreto nos es secreto Por la pendiente de esta luz no habrá desierto ni vacío * Y en Ponza la muerte para vivir frente al mar... el mar... el mar El espacio lleno de luz donde se mira el mar... el mar... el mar. El espacio lleno de luz |
(2) Amorgo è l'isola più orientale delle Cicladi. Si tratta di un'isola vulcanica e montagnosa, divisa in tre regioni ciascuna con un villaggio di pescatori principale. L'isola è ceòebre per il monastero di Panagia Hozoviotissa (in greco Παναγία Χοζοβιώτισσα, Panaghía Hozoviótissa o Chozoviótissa), aggrappato alla scogliera.
(3) Sidone o Saïda in arabo è una città del Libano che fu nell'antichità la capitale della Fenicia. Fu ribattezzata Sagette dai crociati e servì da rifugio ai templari.
(4) « Sinera » è l'anagramma di Arenys (de Mar) utilizzato dal poeta catalano Salvador Espriu, nato à Santa Coloma de Farnés (Girona). Ad Arenys del Mar il poeta passò una parte della sua infanzia serena, poi marcata dalla morte dei suoi fratelli e di una sorella, poi, nel 1938, del suo amico Rosseló Porcel. Nel 1946 Espriu pubblica delle poesie dedicate a Arenys, composte nel cimitero che domina la cittadina e dove riposano i suoi.
(5) Alghero è una delle principali città della Sardegna, in provincia di Sassari, sulla costa nord occidentale dell'isola. E' la sola città italiana dove il catalano, nella sua variante algherese, è una lingua ufficiale. La presenza dominante del catalano ad Alghero risale agli inizi del XIV secolo, con l'espulsione nel 1372 da parte dei conquistatori aragonesi delle popolazioni sarde e genovesi a seguito di una ribellione e la loro sostituzione con genti venute dalla Catalogna e dal Paese Valenzano.
(6) Ponza è la maggiore delle Isole Ponziane nel mar Tirreno. Dai tempi dell'impero romano l'isola è stata una prigione e un luogo di confino (nella vicina Palmarola morì Papa Silverio). Nel 1928 il regime fascista destinò Ponza a luogo di confino degli oppositori politici. Vi furono inviati, dai Tribunali Speciali, Giorgio Amendola, Lelio Basso, Pietro Nenni, Mauro Scoccimarro, Giuseppe Romita, Pietro Secchia e Umberto Terracini. Lo stesso Mussolini fu poi prigioniero nell'isola dal 27 luglio al 7 agosto 1943.