War
EmigrateOriginal | Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne... |
WAR We’re burning at the stakes now Our angels from a far Have come to live in ghost towns Their tombs were black and charred I’ve seen the messengers But they were not for me They said we’re all black witches Part of an industry War This is what it sounds like War Cries unsynchronized War This is what it sounds like War To keep us terrified We keep the cameras rolling So we can televise All that we’ve have been controlling To keep you mesmerized What could the right explosions Just like the laboratories Commercialized religions And their inequities War This is what it sounds like War Cries unsynchronized War This is what it sounds like War To keep us terrified... War This is what it sounds like War Cries unsynchronized War This is what it sounds like War To keep us terrified... War This is what it sounds like War Cries unsynchronized War This is what it sounds like War To keep us terrified. | GUERRA Stiamo bruciando sul rogo adesso I nostri angeli sono lontani Sono venuti a vivere in città fantasma Le loro tombe sono nere e carbonizzate Ho visto messaggeri Ma non stavano dalla mia parte Dicevano che siamo fottuti neri [1] parte di un business Guerra Questo è ciò che sembra Guerra Urla non simultanee Guerra Questo è ciò che sembra Guerra Per tenerci nel terrore Continuiamo a tenere telecamere in azione Così possiamo trasmettere Tutto ciò che abbiamo tenuto sotto controllo Per tenervi ipnotizzati Ciò che potrebbero le esplosioni giuste Così come i laboratori Le religioni oggetto di commercio E le disuguaglianze che producono Guerra Questo è ciò che sembra Guerra Urla non simultanee Guerra Questo è ciò che sembra Guerra Per tenerci nel terrore… Guerra Questo è ciò che sembra Guerra Urla non simultanee Guerra Questo è ciò che sembra Guerra Per tenerci nel terrore… Guerra Questo è ciò che sembra Guerra Urla non simultanee Guerra Questo è ciò che sembra Guerra Per tenerci nel terrore. |
Tentiamo una spiegazione, la buttiamo li. “Black witch” [una falena di aspetto simile ad un pipistrello] nell’immaginario collettivo fa riferimento alla leggenda gallese del ciclo di re Artù, Culhwch ac Olwen . Culhwch deve sposare Olwen, figlia del gigante Ysbaddaden su cui grava la pena della morte se la figlia dovesse sposarsi. Perciò Ysbaddaden per sbarazzarsi di Culhwch gli impone una quarantina di imprese assai pericolose. Lo spasimante si rivolge a re Artù. L’ultima impresa consiste nel tagliare i capelli e radere la barba a Ysbaddaden. Facile a dirsi, ma senza il sangue della “black witch” l’impresa è vana. Artù riesce ad uccidere l’animale. Con il sangue del cadavere Culhwch riesce a portare a termine l’ultima impresa. Ysbaddaden crepa come da copione, i due assatanati doc (la cui foga, presumiamo, avrà sorvolato sui preliminari) sono finalmente liberi di una congiunzione non stop. E vissero felici e contenti.
Superfluo aggiungere che nella cultura anglosassone, in quella celtica, il lepidottero in questione porta male ed è segno di morte.
...Tutto questo spappié per dire che i soggetti in predicato sono individui di cui farne a meno.