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Okno na tamtą stronę

Władysław Szlengel
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La traduzione italiana di Laura Quercioli Mincer, da "Władysław...
חלון הפונה לצד ההואLA FINESTRA DA QUEL LATO DELLA STRADA
יש לי חלון הפונה לצד ההוא
חלון יהודי מחוצף
המשקיף על פארק קראסינסקי הנהדר
שם עלי הסתיו נרטבים...
לפנות ערב אפור-סגול
הענפים משתחווים
ומביטים העצים האריים
בחלוני היהודי...
ולי אסור לעמוד בחלון
(זהו דבר בדוק) חרקים יהודיים... חפרפרות...
מנועים בהכרח מלראות.
ישבו במאורותיהם, בחורים.
עיניהם שקועות בעבודה
הרחק מחלונותיהם היהודיים
ואני... כשיורד הליל...
להשיב הכל ולטשטש
עץ לחלון בחשיכה
ומסתכל... כרעב מסתכל...
גונב את וארשה הכבויה,
רשרושים ושריקות רחוקות,
תוי בתים ורחובות,
גדמי ארמונות...
חומד במבטי את בית-העירייה
ככר התאטרון לרגלי,
ירח מגונן מתיר לי
אותה הברחה סנטימנטלית...
חודרות העיניים הרעבות
כלהב הנעוץ בחזה הלילה
מתוך ערב ורשאי שותק,
בכיכר עיר אפלה...
וכשרוויתי די
עד מחר, אול אף יותר...
אני ניתק מעיר שותקת
בכוח מאגי מרים ידי
עיני עוצם ולוחש:
- ורשה... השמיעי קול... אני מחכה...
La mia finestra dà su quel lato della strada
la mia sfacciata finestra di ebreo
guarda sul parco Krasiński
dove appassiscono le foglie autunnali.
Nella sera grigia e violetta
i rami fanno un inchino
e fissano, quegli alberi ariani,
la mia finestra di ebreo…
io non potrei guardare fuori
(una legge davvero esemplare),
i vermi ebrei… le talpe ebree…
debbono essere ciechi.
Stiano accucciati nei covili, nelle tane.
E io… quando cade la notte…
per tutto spianare, cancellare,
corro alla mia finestra al buio
e guardo famelico intorno…
rubo Varsavia dalle luci spente,
rubo rumori e fischi lontani,
profili di strade, di case,
monconi di torri malferme…
Rubo il profilo del Municipio
Ai miei piedi ho la piazza del Teatro.
Il mio Wachtmeister, la luna, (*)
mi consente il contrabbando d’amore.
Si infilano i miei occhi avidi
come un coltello nel seno della notte
nella silenziosa sera varsaviana,
nella mia città dalle luci oscurate…
E quando ho scorte sufficienti
per l’indomani, e forse più ancora
do l’addio alla città silenziosa,
e sollevo per sortilegio le mani…
socchiudo gli occhi e sussurro:
Varsavia… parlami… io aspetto…
מיד הפסנתרים בעיר
מכסיהם הדוממים
מתרוממים הם מעצמם לפקודה
כבדים, נעצבים, עייפים...
ומתוך מאה פסנתרים עולה
אל הליל... פולונז לשופן...
קוראים הקלאוויקורדים
אל השקט המעיק
מעל העיר מתנוססים אקורדים
מעל קלידים לבנים כמת...
הקץ... אני מניח ידיים...
שב אל קופסאות הפולונז...
חוזר וחושב כמה רע
כשחלונך פונה לצד האחר...
Di colpo i pianoforti in città
scoprono le tastiere silenziosi,
si alzano da soli come per mio ordine
coperchi pesanti, tristi, spossati,
e fluisce da cento pianoforti
nella notte… la polonaise di Chopin…
Mi chiamano i clavicordi
nel silenzio rigonfio di pena
scorrono sulla città gli accordi
di tasti bianchi come sudari…
La fine… lascio cader le braccia …
Torna la polonaise nelle casse armoniche…
Resto nel buio e penso che fa male
aver la finestra da quel lato della strada…
(*) Poliziotto, guardia, in tedesco


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