Originale | Traduzione italiana (incerta e incompleta) di Riccardo Venturi
10-12... |
UECH ORAS | OTTO ORE |
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N’avèm pas pron de la misèria | Non ne abbiamo abbastanza della miseria |
Que nos soca, paureis obriers ! | Che ci succhia, poveri operai ! |
Tot lo jorn dins la porcariá | Tutto il giorno nella schifezza, |
Fau encar qu’un molon d’arlèris | E ci manca ancora che un mucchio di buoni a nulla [1] |
Tròbe que trabalham pas pron, | Pensi che non lavoriamo abbastanza, |
Dins l’atalhier ò dins l’usina | Nell'officina o nella fabbrica |
Onte siam esclaus dei machinas | Dove siamo schiavi delle macchine |
E fòrja-escuts per lei patrons ! | E forgiatori di scudi per i padroni! |
Dian : "Volètz tot de vòstre caire, | Dicono: “Volete tutti il vostro angoletto, |
Vautrei que vos diatz lei dolents ; | Voialtri che vi dite i sofferenti ; |
Què metretz, se vos laissan faire, | Ché metterete, se vi lasciano fare |
Tot l’òli dins vostrei calens ; | Tutto l'olio nei vostri lampioni ; |
N’en sobrarà pas una gota... | Non ne rimarrà nemmeno una goccia... |
O banda de galabòntemps ! | Banda di buontemponi ! |
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Que quand fau que vos metetz sota | Ché quando bisogna che vi mettiate sotto |
Cridatz que l’i siatz tròp longtemps... | Urlate che lo siete da troppo a lungo... |
Volètz rebrondar la jornada, | Volete sfrondare la giornata, |
N’en metre tres oras a l’escart | Mettere da parte tre ore |
Sensa que de la setmanada | Senza che dal salario settimanale |
L’argent siegue roigat d’un quart ; | Il denaro sia diminuito [2] d'un quarto ; |
Volètz totjorn la mema paga. | Volete sempre la stessa paga, |
E trabalhar uech oras au mai. | E lavorare otto ore al massimo. |
Aquò n’es una de madraga ! | Certo che è proprio un bel problema! [3] |
Per la desbulhar seriá’n fais ! | Sbrogliarlo sarebbe difficile ! [4] |
Coma ! avètz pas pron de judici, | Come! Non avete abbastanza giudizio, |
Chorma de dògols abrasamats ! | Branco di cagnacci scatenati ! [5] |
Per reconeisser l’injustícia, | Per riconoscere l'ingiustizia |
Dei doas cavas que reclamatz. | Di quelle due sciocchezze che reclamate. [6] |
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Dei doas cavas que reclamatz ? | Di quelle due sciocchezze che reclamate? |
Gròssa paga, òbra mistolina | Grossa paga e lavorare poco [7] |
Pendon pas sota d’un briquet | Non prendono [ … ] [8] |
Sensa que vague de bolina | Senza che vada alla malora [9] |
E puei fague lo trebuquet... ! | E poi faccia il trabocchetto...! |
Pasmens, volètz qu’argent, benèstre, | Nondimeno, volete che denaro e benessere |
Rajan per vautrei a plen canon | Sgorghino per voi a pieno flusso |
Sensa regardar se lei mèstres | Senza guardare se i padroni |
Son sagnats coma de menons ; | Sono sgozzati come caproni ; [10] |
Tant pis s’en vos pagant lei gatgis, | Tanto peggio se vi pagano i salari |
D’un temps qu’aurètz pas trabalhat. | Per il tempo che non avrete lavorato. |
La desbranda tomba ambé ragi, | La rovina cade con rabbia |
Sus sei còmptes mal endralhats ! | Sui loro conti che vanno male ! |
Tant pis se córron dins lei motas... | Tanto peggio se corrono nel fango... [11] |
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Non ! siam d’òmes amb un còr, una ama, | No! Siamo uomini con un cuore, un'anima, |
Aimam anar sotar la rama | Amiamo andare a stare sotto il fogliame |
Deis aubres, dei largei pins vèrds ; | Degli alberi, dei grandi pini verdi ; |
Aimam anar sentir l’aureta. | Amiamo andare a sentire il venticello |
Qu’a l’embrunit fai l’amoreta | Che all'imbrunire fa dolcemente l'amore |
Ambé leis ondons de la mar, li blondisse...” | Con le ondate del mare, le blandisce...." |
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[2] Alla lettera, “rosicato”.
[3] Traduzione “ad sensum” e incerta. Madraga (come il francese madrague) significa alla lettera “tonnara”, e si tratta probabilmente qui di un modo di dire, di un idiomatismo che ignoro e che ha resistito ad ogni ricerca. Il verso che segue autorizza a pensare che abbia a che fare con una “difficoltà”, come ritrovarsi tonno in una tonnara o qualcosa del genere. Come dire: “è come essere un tonno in trappola...venirne fuori sarebbe difficile”.
[4] Alla lettera, “sarebbe un fardello”.
[5] Intendendo però abrasamar come variante locale di abramar (affine all'italiano “bramare” con una comune protesi vocalica), si potrebbe intendere anche “avidi, affamati”.
[6] Anche qui “ad sensum”; cava, come il francese cave, significa “cantina, sotterraneo” e nelle opere consultate non c'è traccia che possa voler dire “sciocchezza” o roba del genere. E' possibile anche qui che si tratti di un idiomatismo.
[7] Alla lettera, mistoli significa “gracile, magro, mingherlino”.
[8] Qui il verso ha resistito ad ogni tentativo di traduzione anche “ad sensum”; briquet, in occitano come in francese, significa “acciarino” e, più modernamente, “accendisigaro, accendino”. Né vale a nulla il lontano francese del nord briquet, che era lo spuntino del minatore, la fetta di pane imburrata che i minatori si portavano in galleria (termine popolarizzato dal Germinale di Zola). Inoltre, ho assunto che pendon significhi “prendono”: la pronuncia pendre per prendre, per dissimilazione, è quella standard in catalano, ma ignoro se lo sia anche nel dominio occitano.
[9] Alla lettera “andare di bolina”, cioè controvento. Nel dominio occitano significa comunemente (anche nella variante de borina) “andare male, andare alla malora”. Da qui l'ipotesi, che però non ha trovato nessuna conferma, che briquet (nota 8) sia pure un termine marinaresco.
[10] Alla lettera, menon significa “caprone castrato”.
[11] Senso non inteso bene, altro probabile idiomatismo. Mota, come il francese motte, significa “zolla di terra” propriamente.