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جيفارا مات

Ahmed Fouad Negm / احمد فؤاد نجم
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Traduzione italiana di Giorgio Banti
L'URLO DI GUEVARA

Guevara è morto
Guevara è morto
L'ultima notizia nelle radio
Nelle chiese, nelle moschee
Nei quartieri e nelle piazze
Nei caffè e nei bar
Guevara è morto

Si è diffusa la voce
e i commenti
È morto il combattente modello
Cento disgrazie per gli uomini.
Morto col fucile nella foresta.
Finisce la sua lotta con la morte
Silenzio
I suonatori di tamburo non suonano più,
niente annunci.
Che ne dite gentili signori?
Vecchiume, affogati nel vostro mangiare,
nel vostro vestire,
nelle vostre calde case con le stufe accese,
James Bond tirati a lucido,
voi rivoluzionari dell'ultim'ora,
nelle vostre barche,
che ne dite gentili signori?
Guevara è morto,
senza tam tam,
senza fanfare,
senza proclami.
Morire senza lo sguardo dei compagni,
il suo destino.
Rantola verso il cielo,
grida e nessuno lo ascolta.
Forse urla dal dolore,
dal fuoco che brucia dentro di se.

Forse ha riso, forse sorriso,
forse tremato o goduto,
forse il suo ultimo sospiro
è una parola di saluto
per la generazione degli affamati,
forse un testamento
per chi abbraccia la causa,
nella lotta.

Molte immagini,
da riempire l'immaginazione.
Mille milioni di possibilità.
Però di sicuro,
non si discute,
Guevara è morto, una morte da uomo.

Operai e dannati della terra,
legati i piedi e il cervello.
Basta, basta, non avete salvezza
senza il fucile e il piombo.
Questa è la logica di questi "bei tempi",
dei servi e degli americani.
La parola al ferro e al fuoco.
La giustizia è muta o vigliacca.
L'urlo di Guevara,
schiavi di ogni paese e di ogni luogo:
non c'è alternativa,
non resta altra strada.

O preparate gli eserciti di liberazione.
O dite al mondo che è finita.
GUEVARA È MORTO

Guevara è morto.
L'ultima notizia alla radio,
nelle chiese e nelle moschee,
nei vicoli e nelle strade,
nei caffè e nei bar;
Guevara è morto,
morto.
Si sentono le chiacchiere e i commenti.
Guevara è morto.
È morto il combattente esemplare,
che terribile perdita per gli uomini!

Il giovane è morto sul suo fucile nella giungla.
La sua lotta si è realizzata nella sua morte
e in silenzio, senza colpi a salve né annunci.
Guevara è morto.

Che ne pensate voi signori, voi vecchi,
voi affogati nei vestiti e nei cibi,
voi che state al caldo e accendete le stufe,
voi dandy, voi Johnson,
voi che siete arroganti e saccenti sui casinò galleggianti?
Che ne pensate, signori?
Niente celebrazioni né annunci.
Che pena l'ora del destino senza che i compagni lo salutino!
Guevara è morto.

Il suo lamento sale nello spazio, grida
e non c'è nessuno che lo senta.
Che pena l'ora del destino!
Forse ha gridato per il dolore
del morso del fucile tra le viscere;
forse ha riso
o ha sorriso
o ha tremato
o si è sentito soddisfatto;
forse ha emesso il suo ultimo respiro,
una parola di addio.
Per gli affamati, la sua testimonianza rafforza
coloro che promuovono la causa e la lotta.
Molte immagini piene di fantasia,
mille milioni di possibilità.
Ma è certo, è certo
e non ci può essere dubbio:
Guevara è morto lottando.
Guevara è morto.

Operai e diseredati, incatenati, correte alla lotta!
Liberazione, liberazione,
non c'è liberazione per voi,
se non con le bombe o le pallottole.
Questo è il discorso dell'era felice,
l'era dei negri e degli americani.
La parola spetta al fuoco e all'acciaio
quando la giustizia è muta o vigliacca.
Il grido di Guevara è: avanti, schiavi!
In qualsiasi condizione o luogo
non c'è alternativa, non c'è scampo:
o preparate l'esercito della liberazione
o mentite al mondo della liberazione.
Liberazione!


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