Apocalypse
GlenmorOriginale | Versione italiana di Flavio Poltronieri |
APOCALYPSE Nous vivions pourtant si loin des fureurs de la ville quand le ciel d'un midi s'est éteint chez nous le ruisseau courait entre prés et prairies tranquilles quand les chevaux qui s'y roulaient devinrent fous bien sûr nous sommes d'ouest et savons l'orage mais les pluies nous désertaient sans raison ce fut l'aride creusé, la brûlure en bocage puis la chienne dégueulée noire au seuil de la maison Que reviennent les vents de toute miséricorde et dans leurs plis l'étoile du pardon ils nous ont dit que le cap sera pointe morte que les hommes d'ici un jour s'en iront que reviennent les vents de toute miséricorde et dans leurs plis l'étoile du pardon Nous vivions pourtant si loin de l'horreur militaire quand le chant du grillon chez nous s'est éteint la vague poussait l'algue sous la verte lumière quand les chaluts du matelot coiffèrent le sous-marin bien sûr nous sommes de cœur, de paix, de tendresse mais la colombe nous désertait sans raison ce fut la peur panique, les pas ferrés de la détresse puis l'ombre des barbelés de Dinheol à Crozon Nous vivions pourtant si loin des terres désertes quand l'humide octobre ici noyait le tison le dernier vieillard a laissé porte ouverte quand l'enfant désertant le menait en prison bien sûr nous sommes du temps et savons le voyage mais l'âtre et le feu n'éclairent plus le vagabond ce fut la mort tonnante et la ronce au village puis l'ortie brûlante au seuil de la maison | APOCALISSE Eppure vivevamo così lontano dai furori della città Quando il cielo di un mezzogiorno si è spento da noi Il ruscello correva tra pascoli e prati tranquillo Quando i cavalli che vi si rotolavano divennero folli Certamente noi siamo dell'ovest e conosciamo il temporale Ma le pioggie ci disertavano senza ragione Fu l'arido scavato, la bruciatura nel boschetto Poi il muso da cagna nera sulla soglia della casa Che ritornino i venti di ogni misericordia E nelle loro pieghe la stella del perdono Ci hanno detto che il capo sarà punta morta Che gli uomini di qui un giorno se ne andranno Che ritornino i venti di ogni misericordia E nelle loro pieghe la stella del perdono Eppure vivevamo così lontano dall'orrore militare Quando il canto del grillo da noi si è spento L'onda spingeva l'alga sotto la luce verde Quando la cagnara del marinaio coprì il sottomarino Certamente noi siamo uomini di pace, di cuore, di tenerezza Ma la colomba ci disertava senza ragione Fu la paura panico, i passi ferrati dello sconforto Poi l'ombra dei reticolati da Dinheol a Crozon Che ritornino i venti di ogni misericordia E nelle loro pieghe la stella del perdono Ci hanno detto che il capo sarà punta morta Che gli uomini di qui un giorno se ne andranno Che ritornino i venti di ogni misericordia E nelle loro pieghe la stella del perdono Eppure vivevamo così lontano dalle terre deserte Quando l'umido ottobre qui annegò il tizzone L'ultimo vecchio ha lasciato la porta aperta Quando il bambino disertando lo portava in prigione Certamente noi siamo dei tempi e conosciamo il viaggio Ma il focolare e il fuoco non illuminano più il vagabondo Fu la morte tormenta e il rovo nel villaggio Poi l'ortica ardente sulla soglia della casa Che ritornino i venti di ogni misericordia E nelle loro pieghe la stella del perdono Ci hanno detto che il capo sarà punta morta Che gli uomini di qui un giorno se ne andranno Che ritornino i venti di ogni misericordia E nelle loro pieghe la stella del perdono |