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Die Unentwegten

Kurt Tucholsky
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OriginalTraduzione italiana di Riccardo Venturi
DIE UNENTWEGTENIMPERTERRITI
  
Ein blinder Mann ist zu bedauern,Un cieco è da compiangere, perché
weil er die Welt nur hört und schmeckt.il mondo lui lo sente e basta, e lo assaggia.
Doch packt dich jäh ein Wehmutsschauern,E però, se ti piglia di colpo un brivido di malinconia,
siehst du den preußischen Defekt.allora vedi quel che c'è di guasto nei prussiani.
  
Historie kann noch so geschwind sein -La storia può, certo, essere rapidissima,
die Leute wollen eben blind sein!e la gente vuole persino essere cieca!
Das singt noch heut auf jeden Fall:In ogni caso, si sente cantare ancora oggi:
"Es braust ein Ruf wie Donnerhall!"“Risuona un richiamo come rombo di tuono!” [1]
  
Trotz Marneschlacht, trotz der Etappe,Malgrado la battaglia della Marna e le retrovie,
trotz Lille und andrer SchweinereiMalgrado Lilla ed altre porcherie,
reißt auf die alldeutschgroße Klappelo struzzo apre il gran coperchio pantedesco
der Vogel Strauß und legt ein Ei.e depone un uovo.
  
Schwarzweiß sind alle Straußenfedern,Bianche e nere son tutte le penne dello struzzo,
klein sein Gehirn, das Fleisch ist ledern...ma ha un cervellino, e la sua carne sembra cuoio...
Er steckt den Kopf in Sand hinein -Infila la testa nella sabbia -
"Fest steht und treu die Wacht, die Wacht am Rhein!"“Ferma e fedele sta la guardia, la guardia sul Reno!”
  
Das hat den Krieg erst angezettelt,Prima ha macchinato la guerra,
dann schlecht geführt und dann verratzt.e poi l'ha condotta male, e poi la perde. [2]
Und viel zu spät um Frieden betteltE troppo tardi implora la pace
die O. H. L. - die Bombe platzt.il Comando Supremo, e la bomba scoppia.
  
Erst schwere Fehler. Und dann heutePrima gravi errori. E poi, oggi,
beschimpft das uns und Land und Leute;oltraggi a noi, al paese, alla gente;
vom "Dolch der Heimat" hörst du sagen -senti parlare della “pugnalata alla patria”, [3]
und dem geht keiner an den Kragen!però nessuno di questi rischia nulla!
Da schlag doch gleich der Teufel rein!E allora che ci prenda il diavolo!
Wir pfeifen auf die Wacht am Rhein!E fischiettiamo “Die Wacht am Rhein!”
[1] Il primo verso della Wacht am Rhein, la canzone militar-patriottica tedesca per eccellenza citata più volte nel testo di Tucholsky.

[2] Tucholsky utilizza qui un verbo proveniente dal Rotwelsch, lo slang tradizionale tedesco della mala e di tutti i “sottoboschi”. Il Rotwelsch deriva moltissime parole dallo yiddish, e quindi spesso dall'ebraico. E' il caso di verratzen “perdere, essere battuto” (ma sich verratzen “sbagliarsi, fare male i conti”). La radice sembra essere quella dell'ebraico biblico רוץ [rūṣ] “correre”, probabilmente preso tramite lo yiddish nel senso di “correre troppo”.

[3] O "pugnalata alle spalle", il famoso Dolchstoß che fu fatto passare nelle coscienze dei tedeschi in senso revanscista. I germi esatti del nazismo, insomma.


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