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מײַדאַנעק

Yitsik Manger / איציק מאַנגער
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OriginaleTraduzione italiana di Riccardo Venturi
מײַדאַנעק

דער אַלטער אליהו־הנבֿיא
גלעט די הױפֿנס אַש
מיט שטילע טרױעריקע פֿינגער:
־ אױ גאָטעניו, טי נאַש!
 
נישטאָ מער קײן סדר אין פױלן,
װעט ער דאָ אײנער אַלײן,
מיט צעשױבערטע באָרד און פּאות
אַן אײביקער דענקמאָל שטײן.
MAJDANEK

Il vecchio profeta Elia
accarezza i mucchi di cenere
con dita calme e tristi:
- Oh, Dio caro, nostro Dio!

Più nessun seder [1] in Polonia,
se ne starà là, da solo,
con la barba arruffata e i capelli spettinati [2],
sarà un monumento eterno.
[1] Il seder (ebraico: סדר), alla lettera "ordine", "sequenza", indica in generale un complesso di rituali durante varie ricorrenze della religione ebraica. Si può dire però che il seder per antonomasia è il seder di Pesakh, il rituale della Pasqua ebraica; non c'è alcun dubbio che Manger si riferisca proprio a questo. Il Seder di Pesakh è la cena rituale che si consuma nelle prime due sere della Pasqua (in Israele solo nella prima) secondo un ordine ben preciso e con la lettura della Haggadah (il libro che narra della liberazione degli Ebrei dalla schiavitù).

[2] Il termine פּאות (singolare: פּאה /peye/) è ebraico e indica propriamente i "ciuffi di capelli che cadono di lato" o "ciuffi ribelli".


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