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Los Salieris de Charly

León Gieco
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OriginalTraduzione italiana di Riccardo Venturi
LOS SALIERIS DE CHARLYI SALIERI DI CHARLY
  
Somos campesinos de la raza de altroqueSiamo contadini della razza d'altroché [1]
Jamás un turista del famoso déme tresMai turisti del famoso “dammene tre” [2]
Nacimos en el pasto, asado y mucho vinoSiam nati tra il foraggio, asado e tanto vino
Pero nunca seremos un gordito argentinoMa non saremo mai un panzone argentino [3]
  
Nos gusta la tierra odiamos la ciudadCi garba la terra, odiamo la città
Mas sabemos que en el polvo no hay oportunidadMa sappiamo che tra la polvere non c'è possibilità
Andamos de aquí, andamos para alláCe ne andiamo via di qui e ce ne andiamo là
Chocamos al país diciendo la verdadE sciocchiamo il paese dicendo la verità
  
Menos mal, no somos cualquieraPer fortuna non siamo gente qualunque
Nunca nos odiaron en la escuelaNon ci hanno mai odiati a scuola
Menos mal, no somos cualquieraPer fortuna non siamo gente qualunque
Nunca mentimos en la iglesiaNon abbiamo mai detto bugie in chiesa
Somos del grupo los Salieris de CharlySiamo del gruppo dei Salieri di Charly
Le robamos melodías a él, ah, ah, ah,...È a lui che freghiamo le melodie, ah, ah, ah...
  
Queremos ya un presidente jovenOra vogliamo un presidente giovane
Que ame la vida, que enfrente la muerteChe ami la vita, che affronti la morte,
La tuya, la mía, de un perro, de un gato,La tua, la mia, quella di un cane o di un gatto,
De un árbol, de toda la gente.Di un albero, di tutti...
  
Compramos el Página, leemos a GaleanoCompriamo il Página [4], leggiamo Galeano [5],
cantamos con la Negra, escuchamos Víctor JaraCantiamo con la Negra [6], ascoltiamo Víctor Jara
Dicen la juventud no tieneDicono che la gioventù non ha abbastanza
para gobernar experiencia suficienteEsperienza per governare
  
Menos mal, que nunca la tengaPer fortuna non la avrà mai
Experiencia de robarL'esperienza per rubare,
Menos mal, que nunca la tengaPer fortuna non la avrà mai
Experiencia de mentirL'esperienza per mentire,
Somos del grupo los Salieris de CharlySiamo del gruppo dei Salieri di Charly,
Le robamos melodías a él, ah, ah, ah,...È a lui che freghiamo le melodie, ah, ah, ah...
  
Aunque tengamos un equipo RobertoneAnche se abbiamo un impianto Robertone [7]
Un Leme, un Ucoa, para sacar la vozUn Leme [8], un Ucoa [9] per tirar fuori la voce,
Siempre sobrará para decirte fuerteBasteranno sempre per dirti forte
Si sos una mierda o no.Se sei una merda o no.
  
En la Perla del Once compusiste "La balsa"Alla Perla del Once [10] hai composto “La balsa”,
Después de la cana no saliste másPerò poi non sei mai uscito dal cesso
¿Qué nos dirán por no pensar lo mismoChe ci diranno perché non pensiamo la stessa cosa,
Ahora que no existe el comunismo?Ora che non esiste il comunismo?
  
Estarán pensando igualStaranno pensando lo stesso
Ahora son todos enfermitosChe ora son tutti fuori di ceppa,
Estarán pensando igualStaranno pensando lo stesso
Ahora son todos drogadictosChe ora son tutti dei fattoni,
Somos del grupo los Salieris de CharlySiamo del gruppo dei Salieri di Charly,
Le robamos melodías a él, ah, ah, ah,...È a lui che freghiamo le melodie, ah, ah, ah...
  
El 1 % quiere esto torcerL'1% vorrebbe arrovesciare tutto [11]
El 9 % tiene el poderIl 9% ha il potere
De lo que queda el 50 sólo comeDi quel che resta, solo il 50% mangia
Y el resto se muere sin saber por quéE il resto crepa di fame senza sapere perché
  
Es mi país, es el país de CristoÈ il mio paese, il paese di Cristo
Damos todo sin recibirDiamo tutto senza nulla in cambio
Es mi país, es un país esponjaÈ il mio paese, un paese spugna,
Se chupa todo lo que pasóSi ciuccia tutto quel che è successo
  
Menos mal que estamos acáPer fortuna che stiamo qua
Nosotros no vamos a transarNoi non scendiamo a patti
Menos mal que estamos acáPer fortuna che stiamo qua
Nosotros no vamos a pararNoi non ci fermeremo
Somos del grupo los Salieris de CharlySiamo del gruppo dei Salieri di Charly,
Le robamos melodías a él, ah, ah, ah,...È a lui che freghiamo le melodie, ah, ah, ah...
  
Somos tipos solos comemos de la lataSiamo tipi solitari, mangiamo dal barattolo,
nos gusta el sol del cementerio de TilcaraCi piace il sole del cimitero di Tilcara [12]
Nos apura la Odeón, nos apuran los amigosCi scoccia la Odeon [13], ci scocciano gli amici,
Nos gastan por teléfono pidiendo si tenemosCi rompono telefonandoci se ci abbiamo soldi
  
Les damos guita a los basurerosI soldi li diamo ai vendispazzatura
Vendemos muchos discos pero somos igual que ellosVendiamo tanti dischi però siamo uguali a loro,
¿Qué culpa tenemos si vamos al bar más rascaChe colpa ci abbiamo se andiamo al bar più schìfido
A tomarnos unos vinos con el borracho que nos canta?A bere un po' di vino col briacone che canta con noi?
  
Nos gusta Magaldi cantando chamaméCi garba Magaldi che canta il chamamé [14]
Siempre mencionamos a PuglieseE sempre nominiamo Pugliese,
Troilo y Grela es disco cabeceraIl disco di Troilo e Grela [15] ce lo teniamo sul comodino
Siempre mencionamos a Pugliesee sempre nominiamo Pugliese
  
Somos del grupo los salieris de CharlySiamo del gruppo dei Salieri di Charly,
Le robamos melodías a él, ah, ah, ah,...È a lui che freghiamo le melodie, ah, ah, ah...
[1] Secondo il Cicottino, altroque è termine lunfardo derivato esattamente dall'italiano “altro ché!”, esclamazione tipica degli immigrati italiani; e si usa esattamente come in italiano (“Ma non ti piace? Altro ché!”, e roba del genere). Mi spiega la mia vicina che, almeno secondo lei, qui León Gieco voleva far notare la “componente rustica” del gruppo, che parla il bonaerense stretto (pieno, pienissimo, infarcito di italianismi). Quelli che dicono “altroque” non appartengono ai quartieri alti, insomma.

[2] L'espressione “déme dos” (“dammene due”) ha origine nella politica economica della dittatura militare di Videla & compagni di merende (1976-1982), detta “política de la plata dulce” (politica del denaro facile). Il modello economico della dittatura fu, naturalmente, basato su uno sfrenato liberismo che arricchì i ricchi e impoverì i poveri; in tale periodo, una conseguenza tipica fu che gli argentini ricchi e agiati delle classi medioalte cominciarono, col denaro che scorreva tra le loro mani, a fare “viaggi di shopping”, specialmente negli USA e ancor più specialmente a Miami, dove potevano contare su mezza città che parlava spagnolo. Coi portafogli gonfi di dollari grazie al cambio favorevole, gli argentini a Miami resero popolare la frase “Dammene due”: avendo a disposizione molto denaro, entravano nei negozi e, invariabilmente, ne uscivano col doppio della mercanzia. I voli delle Aerolíneas Argentinas di ritorno da Miami atterravano con le stive piene di casse e scatole contenenti soprattutto articoli elettronici alla moda, impianti stereo e abiti di marca. In non molto tempo, al posto del “dammene due” si ebbe addirittura il “dammene tre”, categoria alla quale, come fa notare León Gieco, i “Salieri di Charly” proprio non appartengono...

[3] Mi fa opportunamente notare la mia vicina di Tucumán che, nel castigliano argentino, molto spesso un diminutivo indica in realtà il suo esatto contrario, ovvero un accrescitivo. Da qui gordito (“grassoccio”, alla lettera) vuol dire invece “grassone, panzone, obeso”. La cosa ha valore pienamente sociale: il panzone argentino è il ricco borghese che volava a Miami a farsene dare due o tre nei negozi (vedi nota 2).

[4] Il quotidiano Página/12, di tendenze visibilmente progressiste, è stato fondato il 25 maggio 1987 dal giornalista Jorge Lanata, dallo scrittore Osvaldo Soriano e dall'altro giornalista Horacio Verbitsky (famoso per le sue indagini sulle connessioni e le complicità tra la dittatura militare e le maggiori istituzioni del suo paese, ivi compresa la chiesa cattolica: è stato lui ad accusare di connivenza piena anche l'allora arcivescovo Bergoglio). Per “Página/12” (così chiamato perché in origine aveva esclusivamente dodici pagine) hanno scritto anche lo storico Osvaldo Bayer e Eduardo Galeano. Ha pubblicato, nella sua collezione di classici della letteratura, anche le opere di autori rimasti vittime della dittatura, come Haroldo Conti (desaparecido il 5 maggio 1976) e Rodolfo Walsh (scomparso il 25 marzo 1977).

[5] Eduardo Galeano (v. anche nota 4). Scrittore uruguaiano, nato il 3 settembre 1940 a Montevideo e morto il 13 aprile 2015. Tra i giganti della letteratura latinoamericana contemporanea, è stato, come tutti sanno, anche un grande cantore del gioco del calcio (che paragona a una recita teatrale, o a una guerra). Fuggito dall'Uruguay per sfuggire alla dittatura militare, si rifugiò in Argentina; in breve si ritrovò di nuovo sulla lista nera degli squadroni della morte. Si rifugiò in Spagna, per tornare nel 1985 in Uruguay.

[6] Vale a dire Mercedes Sosa.

[7] L'amplificatore valvolare Robertone 7600 a 60 W era di produzione argentina, di basso costo e ha praticamente amplificato tutti i gruppi rock caserecci, giovanili e quant'altro tra gli anni '70 e '80.

robertone


[8] Altro impianto di amplificazione di prezzo contenuto (sebbene più sofisticato del Robertone), prodotto dalla ditta L.E.M.E., brasiliana (considerata una sottomarca della Sony).

leme


[9] Anche l'UCOA (in varie versioni) era un amplificatore valvolare di produzione argentina, pure di basso costo.

ucoa


I tre amplificatori a basso costo e di produzione locale stanno qui, evidentemente, in contrasto con i sofisticati apparecchi all'ultima moda che i turisti danarosi andavano a comprare a Miami (v. nota 2). Sono robaccia, ma sono sufficienti per urlare come stanno le cose e “dire se sei o no una merda”.

[10] La Perla del Once, detta semplicemente La Perla è un bar ristorante situato a Buenos Aires, nel quartiere di Balvanera, al n° 2800 della Avenida Rivadavia all'incrocio con la Avenida Jujuy.

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Si chiama “La Perla del Once” perché fu fondato nel 1911; negli anni '20 del XX secolo vi teneva conferenze, chiacchierate e dibattiti il filosofo Macedonio Fernández, cui assisteva con gran piacere anche l'allora poco più che ventenne Jorge Luis Borges. Negli anni '60, il locale divenne la culla del rock argentino sotto la direzione dell'impresario Rodríguez Barredo; il mitico episodio della composizione de La balsa da parte di Tanguito e Litto Nebbia (1967) è ricordato addirittura in una targa apposta nel 2006 dalla Municipalidad de Buenos Aires.

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Dal 1994, la Perla del Once è Sitio de Interés Cultural della città di Buenos Aires.

[11] Il particolare senso di “torcer” in questa espressione mi è stato fortunatamente chiarito dalla mia vicina di Tucumán; e poiché ella, oramai bilingue tra l'argentino e il fiorentino, ha tradotto “arrovesciare”, lo lascio così com'è.

[12] Può darsi che il Cimitero di Nuestra Señora del Carmen, situato nel villaggio di Maimará (nome che in lingua omaguaca significa “stella cadente”), nel Dipartimento di Tilcara della provincia di Jujuy, sia il più famoso dell'intera Argentina. L'immagine che segue servirà a chiarire perché.

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Il cimitero è un delirio di sole e colori, e si trova nel punto più alto della zona, in piena Quebrada de Humahuaca. Gli anziani del luogo sostengono che il cimitero si trova in alto perché le anime dei morti siano più vicine al Padre Inti.

[13] La casa discografica.

[14] Il chamamé è uno stile musicale e una danza tipico della provincia di Corrientes, nel nord dell'Argentina (la provincia confina con il Paraguay, col Brasile e con l'Uruguay). Corrientes è una provincia dove la lingua guaraní è ufficiale accanto al castigliano (come nel vicino Paraguay), e il chamamé è probabilmente di origine guaraní (lo stesso nome “chamamé” sembra fosse il vecchio nome del popolo Charrúas, anche se alcuni sostengono che il nome sia una corruzione di “San Mamés”, o San Mamete, santo assai venerato nei Paesi Baschi). Ha una storia antica, poiché le sue origini risalgono al XVI secolo; nel tempo si è venuto contaminando con diverse tradizioni musicali, tra le quali quella italiana e quella ebrea sefarditica. In linea di massima, il chamamé è suonato da un trio con due chitarre e una fisarmonica; si tratta di una danza molto allegra e animata, dove il ballerino tiene il ritmo battendo coi tacchi delle scarpe.

[15] Aníbal Troilo, detto Pichuco e Roberto Grela formarono un celebre duo nel 1953 in occasione della rappresentazione teatrale de El patio de la morocha. Da lì il duo ebbe modo di partecipare a varie pellicole cinematografiche, e si trasformò poi nel Cuarteto Típico Troilo y Grela assieme a Edmundo Zaldívar e Enrique “Kicho” Díaz, specializzato in tanghi e milonghe.


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