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Es war ein Kind in Birkenau

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Versione italiana di Francesco Mazzocchi

FLUGIS INFAN’ EN BIRKENAŬ (LA KANTO PRI LA MORTA INFANO, KIU VOLIS VARMIGI SIN)

Flugis infan’ en Birkenaŭ
tra kamentub’ ĉe la fin’.
Tio devis nun en vintro en vent’
en frida frost’ movi sin.

La infanet’ ne estis sola.
Kunflugis en cindrofum’
multaj pliaj post ĉi murd’ kun ĝi,
eĉ novnaskitoj, en brum’.

Frostvent’ blovis al ĉiuj, ho ve.
La infaneto tremis tre,
kvankam ĝi brulis en la forn’
ardega ĝis la cindroform’.

Nun serĉas la frosttrema infanet’
lokon kun varmo kaj kviet’.
Ĝi frapas ĉe domo je la pord’.
Elvenis jen la murdisto sen vort’.

Li ridas pri l’ infan’.
La pordon klakfermas per man’ :
„Neniam mortis infan’ en gas’.
Aĉas nur, ke ne pli mortis de l’ fatras’ !“

La infan’ frapas plu ĉe dom’.
Elvenas bona civita hom’.
Al la morta infan’ kapable
li parolis tre varme afable.

"Eĉ la gasmortigit’
entombu en lit’.
Por burĝo pac’ kaj ordo rekomendas.
Forgesi ni devas
kaj pri ordo obstinu.
Do, kun bedaŭro, funebrojn ni finu."

En frost’ la infan’ nun frapis plu,
fenestre miris vir’ pri la bru’,
tuj preĝis, ke la voj’ de Di’
ne estas nia tie ĉi.
Ke la nomo Lia kaj la sorto
estu sanktigitaj de l’ morto.
Kaj tiam la pia vir’ post dir’
plu bone dormis kun inspir’.

La infano nun plori komencas.
La ploroj kvazaŭ glacie densas.
Ĝi patrinon vokis kun plend’.
Sed patrino mem
forflugis en plia vent’.

La mortinfan’ pro la horor’
lastfoje frapis en ĉi hor’.
Alvenis progresema vir’,
fenestre parolis eĉ sen spir’.

Mi ja pensas pri vi kun simpati’,
kaj pri la faŝisma teori’
mi seminarojn gvidis eĉ mem,
findiskutis pri l’ mortinfan-problem’,
kaj la temon mi do lastfine forlasis,
pli aktuala ol ĝi
post tio min embarasis.

Jen miraklo ! En ĉi moment’
la propran infanon nun en la vent’
li ekvidas.
Li diris al si, mi volas,
ke miavive
ĝi ne plu solas.

Sed nun la ĉiel’ kun kria flamo
disrompas en fajro
en fuma dramo.
De l’ infanet’ ne restis eĉ spur’.
Makul’ fenestre ja restis nur.
Ĝi tuj forflugis en frida vent’.
Ĉu ĝi, la infanrekrement’ ?

Flugis infan’ en Birkenaŭ
tra kamentub’ je la fin’.
Tio devis do en vintro en vent’
en frida frost’ movi sin.

La infanet’ ne estis sola.
Kunflugis en cindrofum’
multaj pliaj post ĉi murd’ kun ĝi,
eĉ novnaskitoj, en brum’.
C’ERA UN BAMBINO A BIRKENAU

C’era un bambino a Birkenau,
passato per il camino,
che doveva ora nel vento invernale
andare nel cielo gelato.

Il piccolo bambino non era solo,
volavano insieme come cenere e fumo
molti bambini piccoli morti,
ed anche neonati.

Il vento soffiava i bambini davanti a sé,
era freddo per il bambino e lui gelava molto,
nonostante che a mille gradi
fosse stato incenerito nel forno.

Allora il gelato bambino morto cercò
un luogo dove trovare un po’ di caldo,
bussò alla porta in una casa,
e uscì il compagno degli assassini.

Lui vede il bambino morto e ride,
e dice, prima di chiudere la porta:
“Non si è gasato nemmeno un bambino,
peccato che non lo siano più stati.”

Il bambino bussa alla casa vicina,
e guarda fuori il buon cittadino,
lui gentilmente al morto infreddolito
bambino ha tenuto un caldo discorso:

“Quel che è morto e gasato,
si deve seppellire.
Il cittadino deve avere tranquillità ed ordine,
dimenticare il passato,
volgersi al futuro
e con dispiacere smettere il lutto.”

Augura buon viaggio e buona notte
ed ha chiuso la finestra,
e venne una voce come di chi grida
dal bambino nella sua solitudine.

Il bambino gelato bussa ancora,
e alla finestra c’è un uomo pio,
lui subito prega per il bambino morto,
e gli dice che le vie di Dio non
sono le nostre vie, ed il suo nome
è santificato attraverso la morte, amen.
Dopo di che il pio uomo commosso s’è
messo di nuovo nel suo letto.

Allora il bambino ha cominciato a piangere,
dai suoi occhi è sgorgato ghiaccio,
ha chiamato la mamma e:
“Aiuta il tuo bambino!”
Ma la mamma era volata
in un altro vento.

Il bambino morto nella sua pena
ha bussato un’ultima volta.
Ed arriva un uomo progressista
alla finestra e comincia a parlare:

“Egli avrebbe sentito soggettiva simpatia,
e sulla teoria del fascismo
aveva condotto seminari,
e discusso a lungo dei bambini morti,
aveva lasciato la tematica in perfetto ordine;
ora si doveva
occupare di attualità.”

Ma è accaduto un prodigio,
l’uomo ha visto il suo proprio bambino
nel morto,
e con la sua vita avrebbe voluto
dargli protezione e rifugio
e calore.

All’improvviso esplode in fiamme urlanti
il cielo in fuoco
e fumo insieme,
come era lì, il bambino era sparito,
alla finestra restava solo una macchia grigia,
che anch’essa presto volò via nel vento gelido,
forse era del bambino morto.

C’era un bambino a Birkenau,
passato per il camino,
che doveva ora nel vento invernale
andare nel cielo gelato.

Il piccolo bambino non era solo,
volavano insieme come cenere e fumo
molti bambini piccoli morti,
ed anche neonati.


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