Lingua   

Rimado de Palacio 337-341: Aqui fabla de la guerra

Pero López de Ayala y Salvatierra
Pagina della canzone con tutte le versioni


OriginaleTraduzione italiana di Riccardo Venturi
RIMADO DE PALACIO 337-341: AQUI FABLA DE LA GUERRARIMADO DE PALACIO, 337-341
QUI PARLA DELLA GUERRA
[337] Cobdiçian cavalleros las guerras cada dia
Por levar muy grandes sueldos e levar la quantia,
E fuelgan quando veen la tierra en roberia
De ladrones e cortones que llievan en compannia.
[337] Bramano i cavalieri le guerre ogni giorno
Per fare gran soldoni e guadagnar ricchezze,
Si rallegran quando vedon la terra depredata
Da ladroni e cavalli scodati che si portano appresso.
[338] Olvidado han a los moros las sus guerras fazer,
Ca en otras tierras llanas asás fallan que comer,
Unos son capitanes, otros enbian a correr,
Sobre los pobres syn culpa se acostumbran mantener.
[338] Non gliene importa nulla di far la guerra ai mori,
Ché in altre terre piane trovan da mangiare a sazietà,
Alcuni son capitani, altri ordinano razzie
E sui poveri innocenti usano mantenersi.
[339] Los christianos han las guerras, los moros están folgados,
En todos los mas regnos ya tienen reyes doblados:
E todo aquesto viene por los nuestros pecados,
Ca somos contra Dios en toda cosa errados.
[339] I cristiani han le guerre e i mori son tutti contenti,
In tutti gli altri regni han già il doppio dei re:
E tutto questo deriva dai nostri peccati,
Ché in ogni cosa noialtri pecchiamo contro Dio.
[340] Los que con sus bueyes solian las sus tierras labrar,
Todos toman ya armas e comiençan a robar;
Roban la pobre gente e la fasen hermar:
Dios solo es aquel que esto podria emendar.
[340] Coloro che solevan lavorare la terra coi loro buoi,
Tutti prendon le armi e cominciano a depredare;
Depredan la povera gente e la annientano:
Solo Dio è colui che questo potrebbe emendare.
[341] Non pueden usar justicia los reyes en la su tierra
Ca disen que lo non sufre el tal tiempo de guerra:
Asás es engannado e contra Dios mas yerra
Quien el camino llano desanpara por la syerra.
[341] I re non posson fare giustizia nella loro terra
Ché dicon che non si può farlo in tal tempo di guerra:
Oltremodo si inganna, e contro Dio ancor più pecca
Chi lascia la strada piana e batte per le campagne.


Pagina della canzone con tutte le versioni

Pagina principale CCG


hosted by inventati.org