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Von heiligen Kriegen

Reinhard Mey
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Versione italiana di Francesco Mazzocchi
GUERRES SAINTES

L’islam pacifique

On a appelé au Djihad, à la guerre sainte
Et on a été de Médine et La Mecque
Au berceau chrétien, en Palestine,
Et puis, jusqu’à Tunis et en Espagne,
Avec des oriflammes, des épées et d’autres instruments
Porter le salut de l’islam aux gens.
On a remplacé la croix par le croissant
Et on a pendu les mécréants.

La pax cristiana

Ça n’a pas laissé indifférents les chevaliers de la Croix
Et autour de l’an mil, ça y était : on partait là-bas
Avec écus, chevaux, armes et bagages,
À la croisade, au sacré carnage.
Avec le feu et l’épée, cette fois, on allait là-bas
Pour libérer des Turcs et des Sarrasins, la sainte patrie
Et celui qui ne put fuir la victoire de la Croix,
Par l’épée fut coupé en deux parties.

La confession de paix

Pourquoi fait-on toujours la guerre aux mécréants ?
Au nom de dieu ou contre une autre religion ?
Nous, avec Wallenstein, Tilly et l’Empereur germanique,
On fait la guerre au nom d’une confession.
On ne peut pas se supporter entre hérétiques et catholiques.
Alors, on brûle les maisons des protestants
Et on assassine vieux ou jeunes
En réplique à la furie suédoise d’avant.

Et maintenant ?

Aujourd’hui aussi, on appelle à la guerre sainte
On y va en mots et en actes
Et tous au ciel montent en triomphe.
Mais dites-moi, en quoi une guerre est-elle sainte ?
DI GUERRE SANTE

Si grida alla jihad, a guerre sante
E si va da Medina e Mecca
Alla Palestina, alla culla cristiana
Ed anche fino a Tunisi e Spagna
Con fiamme e spada e simili cose
Per portare alle persone la salvezza dell’Islam
Si è soppiantata la croce con la mezzaluna
E chi non lo voleva è stato impiccato

Questo non fermò i cavalieri della croce
E intorno all’anno mille, era così
Si partì con cavalli, con armi e bagagli
Alle crociate, alla guerra santa
Con fuoco e spada, ora si porta a quelli
Libertà da Turchi e Saraceni
E chi non sfugge alla vittoria della croce
viene tagliato in due con la spada

Perché sempre solo si combatte contro i pagani
E contro l’altra religione?
Così pure non si possono sopportare gli eretici
Per cui si fa guerra per la confessione
Con Wallenstein, Tilly e l’imperatore romano
Si bruciano le case ai protestanti
Ed ora li si uccide, vecchi o giovani
Dopo aver somministrato la pozione svedese [1]

Anche oggi, si chiama a guerre sante
E ci si mette con parole e fatti
E tutti nel cielo aiutano nella vittoria
Ma ditemi, in che cosa sia santa una guerra
[1] traduco così alla lettera lo Schwedentrunk, metodo di tortura così chiamato perché introdotto dai soldati dell’esercito svedese durante la guerra dei trent’anni (1618 - 1648) per l’egemonia nel Sacro Romano Impero ed in Europa: la vittima immobilizzata era costretta con secchio e imbuto a ingurgitare liquami di vario genere; oltre all’intollerabile ribrezzo, le conseguenze erano spesso mortali per avvelenamento o infezioni batteriche a carico sia dell’apparato digerente, sia dei polmoni dove facilmente andava di traverso la pozione.


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