Language   

Göttingen

Franz-Josef Degenhardt
Back to the song page with all the versions


Traduzione italiana e note di Francesco Mazzocchi
GÖTTINGENGÖTTINGEN
  
GöttingenGöttingen
  
Dans cette ville, on devrait cavaler, my love,In questa città, my love, si dovrebbe cavalcare
Comme un hussard, la cape au vent,con un mantello svolazzante, come un ussaro,
Se laisser glisser sur la Lison aux oiesalla Gänselieselbrunnen [1] scendere dalla sella
S'asseoir, les cheveux flous,e sedersi accanto a lei coi capelli spettinati,
Boire des coups de sa bière, se tairebere con lei birra dalla lattina, tacere
Et se ressouvenir des nuits d'août :e ricordarsi delle notti d’agosto:
  
On jouait là de l'harmonica et du violon,allora qui suonavamo armonica e violino,
Et autour de la fontaine, nous dansions sans façon.e vicino alla fontana ballavamo in pura passione.
Adenauer était en partance,L’era di Adenauer andava a finire,
Nous chantions à haute voix une république libre,cantavamo ad alta voce di una libera repubblica,
Beaucoup rêvaient d'une nouvelle alliancee molti si sognavano il rovesciamento dell’alleanza [2]
Noble orgueil de prince et chance d'enfant sale.da nobile orgoglio di principi e felicità di bambini sporchi.
  
J'ai chanté ma chanson dans cette ville,Io ho cantato la mia canzone in questa città,
Éclaboussé et malmené par la gazette.il giornale mi ha sgridato e riempito d’improperi,
Elle me traitait de sale gamin prolétaire.mi ha chiamato lo sporco giovane proletario.
Ça m'a peu servi auprès des camarades.Questo non solo mi è servito molto coi compagni.
Là, des enseignants ont tiré sur des élèves,Qui c’erano maestri, che tiravano addosso agli alunni,
Dans ma robe, face à la Cour, j'ai hurlé.nei miei panni qui ho urlato in faccia,
Avec la guitare, j'ai riposté.con la chitarra io ho tirato di rimando.
J'étais témoin, mais ici, on ne m'a pas fait confiance.Qui sono stato testimone, ma non ci si è fidati di me.
Ici, Barbara chantait les enfants blondsE qui Barbara cantava di ragazzi biondi
Les roses aussi et la mélancolie,ed anche di rose e della malinconia,
Qu'en eux les enfants de vaincus ont,che si portano dentro i figli dei vinti,
Jusqu'à devenir des Mescaleros, et libérer leur vie.finché arrivano i Mescaleros [3] e li liberano.
  
e cours dans le vent sur les tombes.Io corro a piedi nel vento sulle tombe.
Par exemple, l'Hans voulait poursuivre la ville,Hans da qui voleva spianare la città come esempio,
Car nous avons enterré une amie morte,perché abbiamo seppellito un’amica,
Qui s'était tiré une overdose de neige.che s’è sparata il colpo d’oro nella neve [4].
Laisse-moi guider et allons à la Tour de BismarckVa’ nella Bismarckturm [5] e lasciami far da guida,
Le pensionné aveugle cliquette tout comme un étudiantil pensionato cieco cicala come lo studente d’una corporazione,
Dans les duels corporatifs, il exhibe le sabre de Bismarckmostra la sciabola per duelli di Bismarck
Un ruban, un chapeau et une chemise tachée de sang.e fascia e berretto ed una camicia macchiata di sangue.
Je cours dehors et je vois devant moi sur le rempartIo corro fuori e sto davanti a un muro,
Peint en rouge : « Vengeance pour Christian Klar ».lì scritto in rosso: „vendetta per Christian Klar" [6].
Je découvre encore toujours plus précisément,Io qui riconosco ancor sempre molto più propriamente,
Que ce pays ne restera plus comme il était avant.che questo paese non resterà com’era una volta.
Chiedo scusa della lunghezza delle note, ma per una canzone come questa mi parevano indispensabili; e sono ancora in dubbio se cercare qualcosa di più due nomi citati, Barbara e Hans.

[1] Gänseliesel (Liesel delle oche, dove Liesel è un diminutivo-vezzeggiativo di Elisabeth) è una tipica rappresentazione, in pittura o scultura, di una ragazza che cura o porta al mercato le oche, molto spesso usata in Germania nell’arredo urbano, e in particolare per fontane (Brunnen). A Göttingen la fontana della Gänseliesel si trova davanti al vecchio municipio, risale al 1901 e vale come emblema della città universitaria. Ben presto gli studenti se la fecero propria, instaurando l’uso di salirci e baciare la Liesel di bronzo; le autorità cominciarono subito a proibirlo, dando origine a malumori, che culminarono in una causa “per la libertà del bacio” che gli studenti intentarono nel 1926, mandarono fino a Berlino, ma persero. Con questo il divieto rimase ufficialmente in vigore, ma come spesso succede nel vietare l’inevitabile, a Göttingen si diceva che Liesel era la ragazza più baciata della terra; e alla fine dopo aver collocato l’originale nel museo cittadino, sostituito da una copia, nel centenario della fontana il consiglio comunale ha rimosso il divieto.

[2] penso (ma vorrei essere più sicuro) che si tratti di quello che era uno dei motivi di contestazione degli anni ’60, la presenza dell’Alleanza Atlantica (anche da noi volava la parola d’ordine “fuori l’Italia dalla NATO, fuori la NATO dall’Italia”)

[3] Il 25 aprile 1977 sulle Göttinger Nachrichten, giornale dell’AStA (rappresentanza studentesca dell’università di Göttingen), compariva l’articolo “Buback – Ein Nachruf” (Buback - un necrologio), a commento dell’assassinio del procuratore federale generale Siegfried Buback ad opera della RAF (Rote Armee Fraktion) avvenuto pochi giorni prima, il 7 aprile 1977. L’autore si definiva „Stadtindianer“ (indiano metropolitano), e si firmava col nome di una tribù Apache, „Mescalero“. Si dava a conoscere come membro del “Bewegung Undogmatischer Frühling” (Movimento della primavera non dogmatica) che allora faceva parte dell’AStA.
Tra i passaggi più significativi del documento la prima parte scatenò una violenta polemica condotta dai mezzi di comunicazione:
„La mia reazione immediata, il mio ‚turbamento‘ per l’abbattimento di Buback è presto descritto: io non potevo e volevo (né voglio) nascondere una latente soddisfazione. Io ho sentito spesso questo tipo aizzare. Io so, che nella persecuzione, criminalizzazione, tortura di gente di sinistra ha giocato un ruolo di spicco.“
Nel clima avvelenato del periodo chiamato “Autunno tedesco” gli stessi mezzi non dettero pari peso, perché non contribuiva alla criminalizzazione della sinistra, la seconda parte, contro l’uso della violenza „indipendente dalla ‚congiuntura politica‘“ cioè senza riguardo a come veniva recepita dall’opinione pubblica:
„Queste riflessioni da sole sono state sufficienti a fermare un interiore fregarsi le mani.“ Cioè in soatanza:
„Noi tutti dobbiamo retrocedere dall’odiare gli oppressori del popolo in sostituzione del popolo.“
„Il nostro fine, una società senza terrore e violenza (se non anche senza aggressione e militanza), […] questo fine non giustifica proprio ogni mezzo, ma solo alcuni. La nostra via al socialismo (per me: anarchia) non può essere lastricata di cadaveri. […] Sviluppare una teoria ed una prassi di violenza/militanza, che siano gioiose e che abbiano la benedizione delle masse partecipanti, questo è (volto in termini pratici) il nostro compito quotidiano.“
Tralasciando la sequela di polemiche e processi, destituzioni e condanne seguite alla pubblicazione, nel torbido periodo seguente, nel 2001 il professor Klaus Hülbrock (classe 1947) si fece riconoscere come l’autore, rivelando che nel 1999 aveva scritto una lettera a Michael Buback, figlio del procuratore assassinato, in cui confessava che le sue parole di allora “gli facevano male”.

[4] Il colpo d’oro (goldener Schuss) è l’eufemismo per l’overdose, intenzionale o accidentale.

[5] La Bismarckturm (torre di Bismarck) è una particolare forma di monumento, diffusa in Germania, ma presente anche altrove (nel mondo ad oggi ce ne sono ad oggi 173, delle quali 146 in Germania). Quella di Göttingen è un’imponente torre d’avvistamento di quattro piani, alta 31 m, sul colle del Kleperberg, inaugurata nel 1876 in onore dell’allora cancelliere del Reich, anche in ricordo del fatto che aveva studiato giurisprudenza all’università di Göttingen negli anni 1832-33. Vi avevano sede alcune corporazioni di studenti, al secondo piano ospita un museo bismarckiano.

[6] Christian Klar (classe 1952) è stato una figura chiave della seconda generazione della RAF; partecipando alla maggior parte degli attentati ed omicidi della RAF tra il 1977 ed il 1982, anno in cui fu arrestato, e poi condannato all’ergastolo nel 1984. Nell’ambito dei dibattiti dei primi anni 2000 sulla possibilità di rivedere l’atteggiamento verso i responsabili degli anni di piombo, anche per lui ci furono interviste nelle quali esplicitò la sua posizione:
„Io lascio all’altra parte i suoi sentimenti e rispetto i sentimenti, ma non me li faccio propri. È troppo impresso dentro, che proprio qui nei paesi ricchi troppe vite umane non contano niente. Davanti alla tristezza moltissime cose dovrebbero cambiare. Belgrado viene bombardata.[…] In molti paesi si stabiliscono condizioni, in cui una vita umana non ha nemmeno un nome.”
Nel 2003 chiedendo al presidente della repubblica federale la grazia, che non gli fu poi concessa, scriveva:
„Naturalmente devo riconoscere una colpa. Io capisco i sentimenti delle vittime e mi dispiace il dolore di queste persone.
Anche nel 2007 si sviluppò nuovamente il dibattito sulla grazia, ed infine il tribunale di Stoccarda, trascorso il termine minimo di 26 anni di carcere, dispose la scarcerazione, accompagnata da vivaci polemiche.


Back to the song page with all the versions

Main Page

Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.




hosted by inventati.org