The Ruin [Wrætlic is þæs wealstan]
anonimo
Originale | Traduzione italiana di Roberto Sanesi. |
THE RUIN [WRÆTLIC IS ÞÆS WEALSTAN] Wrætlic is þæs wealstan; wyrde gebræcon, burgstede burston, brosnað enta geweorc. Hrofas sind gehrorene, hreorge torras, hrungeat berofen, hrim on lime, scearde scurbeorge scorene, gedorene, Aeldo undereotone. Eorðgrop hafað waldendwyrhtan, forweorone, geleorene heard gripe hrusan, oþ hund cnea werþeoda gewitan. Oft þæs wag gebad, ræghar and readfah, rice æfter oþrum, ofstonden under stormum; steap IX. geap gedreas wonað giet se............num ge X. heapen felon.........................................................grimme XI. gegrunden............................................................a scan heo XII. …........................................................................orþone ær sceaft XIII. ….......................................................................lam rindum beag mod mo XIV. …....ry ne swiftne gebrægd hwæt red in hringas hygerof gebond weallwalan wirum wundrum togæedre. Beorht wæeron burgræced, burnsele monige, heah horngestreon, heresweg micel, meodoheall monig mondreama full, oþþæt þæt onwende, wyrd seo swiþe Crungon walo wide, cwoman woldagas swylt eall fornom secgrofra wera; wurdon hyra wigsteal westenstaþolas brosnade burgsteall. Betend crungon, hergas to hrusan. Forþon þas hofu dreorgiað and þaes teaforgeapa tigelum sceadeð hrostbeages hrof. Hryre wong gecrong gebrocen to beorgum þær iu beorn monig glædmod and goldbeorht gleoma gefrætwed, wlonc and wingal wighyrstum scan, seah on sinc, on sylfor, on searogimmas, on ead, on æht, on eorcanstan, on þas beorhtan burg bradan rices. Stanhofu stodan, stream hate wearp widan wylme; weal eall befeng beorhtan bosme. XXX. þær þa baþu wæron on hreþre þæt wæs hyðelic leton þonn XXXI. geotan …...............................................ofer harne stan hate strea XXXII. mas un ….............................................oþ þæt hring XXXIII. mere hate ….......................................þær þa ba XXXIV þu wæron þonne is …......................... XXXV. re .þ is cynelic þing huse …................ XXVI. burg .............................. | LA ROVINA Splendida è la muraglia di pietra, i fati la distrussero; i forti edifici crollarono, e quest'opera di giganti si sgretola. I tetti sono caduti, e le torri in rovina, il portale di tavole è infranto, e sulla calce ora è soltanto il gelo, e le tettoie sono sbrecciate, frantumate, sprofondate, corrose dal tempo. La morsa della tomba, il forte abbraccio della terra trattiene gli artefici, ormai decomposti ora che più di cento generazioni d'uomini son transitate e scomparse. Questa muraglia grigia di licheni e rossastra lungamente vide regno a regno succedersi, e rimase salda nelle bufere; ma sebbene fosse vasta ed eretta ora non è che un cumulo di rovine, e si sgretola ancora, essa che fu scheggiata dalle armi, …...dalle schiere, la terra crudelmente.............. …...splendeva …. l'opera antica con arte ideata, ….. affondò nella polvere ed affinò l'ingegno …. il suo pensiero rapido; abile e risoluto meravigliosamente con catene egli consolidò le fondamenta del muro circolare. E splendidi palazzi e molte terme v'erano, e una grande selva d'alti pinnacoli, un gran rumore di popolo, molte le sale dei banchetti ….gente in festa finché il Fato, il possente, non mutò ogni cosa. Guerrieri morti attorno; tempi di pestilenza vennero; la morte tutti distrusse. Gli spalti merlati altro non furono che luoghi desolati, e la fortezza si sgretolò. Quelli che avrebbero potuto edificarla ancora, in moltitudini caddero. Squallidi quei cortili, e quest'arcata di pietra rossa. Il tetto, circolare e forte, con parte delle tegole è crollato, le macerie a mucchi, là dove un tempo l'uomo lieto di cuore e luccicante d'oro, stupendamente abbigliato, orgoglioso e inebbriato dal vino, splendeva nella sua armatura e guardava i suoi tesori, argento e gemme strane, le sue ricchezze e i possessi, la pietra preziosa, quella città lucente entro i suoi vasti domini. Là si ergevano un tempo edifici di pietra; e dalla fonte d'acqua bollente un vasto corso rifluiva, e un muro lo riceveva nel lucente seno, e laggiù proprio al centro c'erano i bagni caldi, com'era giusto che fosse. E di là i caldi flussi dell'acqua si riversavano ….... sopra la pietra grigia ver...... fino alla vasca rotonda ….... la calda ….......dov'erano i bagni e quindi è …......... …...... una cosa regale un palazzo …....... una città....... |