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Лёнька Королёв, или Песня про Лёньку Королёва

Bulat Šalvovič Okudžava / Булат Шалвович Oкуджава
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La versione italiana di Alessio Lega
LENKA KOROLEV

Nel cortile in cui ogni sera il giradischi suonava,
dove le coppie ballando alzavano la polvere,
i ragazzi erano devoti a Lenka Korolev
e gli avevano conferito il titolo di RE.

Era un re come tutti i re, e dunque onnipotente
e se un amico era nei guai o in qualche brutta storia
Lenka Korolev gli porgeva la sua mano regale
e con la mano fedele, lo salvava.

Ma quando i Messerschmitt come corvi
lacerarono il silenzio dell’alba
il nostro re, come tutti i re, mise l’elmetto sulle ventitré,
come una corona, e partì in guerra.

Ora suonano di nuovo i dischi, il sole è alto,
ma nessuno piange sulla sua vita...
il nostro re era solo, scusatemi,
non aveva fatto in tempo a procurarsi una regina.

Però io dovunque vada e qualsiasi cosa pensi,
se lavoro o anche se passeggio,
ho sempre l’impressione che al primo angolo
incontrerò Korolev il re.

Perché se pure è vero che in guerra si muore,
la terra umida non può fare per Lenka,
e poi, scusatemi, ma Mosca non può esistere
senza un re come lui.
LA CANZONE DI LËNKA KOROLËV [*]

Nella corte dell'Arbàt una radio, certe sere,
accompagnava al ballo la città,
c'era Lënka Korolëv tra gli amici del quartiere,
un nome che vuol dire “Sua Maestà”.

Era un re, che come i re delle favole passate
aveva ogni sorta di virtù,
se un amico si perdeva dentro storie complicate
lui lo aiutava dandogli del tu.

Come corvi le sirene ci chiamarono sul fronte,
partimmo tutti e pure il nostro re,
io lo vidi che calzava la corona sulla fronte,
che era un berretto sulle ventitré.

Nel cortile silenzioso una nuova radiolina
che non sa nulla di chi non tornò,
Lënka non ha fatto in tempo a trovarsi una regina,
qualcuna che per lui piangesse un po'.

Ed io che vado di fretta per le strade della vita
un mese a caso passo di laggiù,
sembra sempre di sentire una radio si sfuggita,
rivedo il ballo della gioventù.

Perché i buchi delle bombe sono sempre a cielo aperto,
e Lënka odiava questa umidità,
perché Mosca non è Mosca, questa mia città è un deserto
senza amici, senza re, senza pietà.

Perché Mosca non è Mosca, questa mia città è un deserto
senza amici, senza re, senza pietà.



[*] Alessio Lega pronuncia “Lyonka Korolièv”.
Come detto nell'introduzione, la pronuncia corretta
sarebbe “Karaliòf”, ma al Lega lo perdoniamo. (rv)


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