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La légende de la nonne

Georges Brassens
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OriginaleVersione italiana di Nino Muzzi (della poesia completa)
LA LÉGENDE DE LA NONNE

Venez, vous dont l'œil étincelle
Pour entendre une histoire encor
Approchez: je vous dirai celle
De doña Padilla del Flor
Elle était d'Alanje, où s'entassent
Les collines et les halliers
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers

Il est des filles à Grenade
Il en est à  Séville aussi
Qui, pour la moindre sérénade
A l'amour demandent merci
Il en est que parfois embrassent
Le soir, de hardis cavaliers
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers

Ce n'est pas sur ce ton frivole
Qu'il faut parler de Padilla
Car jamais prunelle espagnole
D'un feu plus chaste ne brilla
Elle fuyait ceux qui pourchassent
Les filles sous les peupliers
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers

Elle prit le voile à  Tolède
Au grand soupir des gens du lieu
Comme si, quand on n'est pas laide
On avait droit d'épouser Dieu
Peu s'en fallut que ne pleurassent
Les soudards et les écoliers
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers

Or, la belle à  peine cloîtrée
Amour en son cœur s'installa
Un fier brigand de la contrée
Vint alors et dit : "Me voilà !"
Quelquefois les brigands surpassent
En audace les chevaliers
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers

Il était laid : les traits austères
La main plus rude que le gant
Mais l'amour a bien des mystères
Et la nonne aima le brigand
On voit des biches qui remplacent
Leurs beaux cerfs par des sangliers
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers

La nonne osa, dit la chronique
Au brigand par l'enfer conduit
Aux pieds de Sainte Véronique
Donner un rendez-vous la nuit
A l'heure où les corbeaux croassent
Volant dans l'ombre par milliers
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers

Or quand, dans la nef descendue
La nonne appela le bandit
Au lieu de la voix attendue
C'est la foudre qui répondit
Dieu voulu que ses coups frappassent
Les amants par Satan liés
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers

Cette histoire de la novice
Saint Ildefonse, abbé, voulut
Qu'afin de préserver du vice
Les vierges qui font leur salut
Les prieurs la racontassent
Dans tous les couvents réguliers
Enfants, voici des bœufs qui passent
Cachez vos rouges tabliers


LA LEGGENDA DELLA MONACA

Acobose vuestro bien,
Y vuestros males no acaban.
Reproches al rey Rodrigo.


Venite, voi, dall’occhio che brilla,
ad ascoltare una storia ancor,
accostatevi: vi dirò quella
di Doña Padilla del Flor.
Era di Alanje dove si ammassano
colline e cespugli floreali, -
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Esiston ragazze a Granata,
esistono pure a Siviglia,
che alla minima serenata,
l’amore per schiave le piglia;
ce ne son che di sera si lasciano,
baciare da arditi cavalieri. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Ma è un frivolo tono questo
che non si deve usar per Padilla,
perché mai di un fuoco sì casto
brillò una spagnola pupilla;
lei fuggiva da quelli che cacciano
ragazze fra i pioppi nei viali. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Niente toccava quel ruvido cuore,
né dolci cure, né frasi allettanti;
per bella bocca di poche parole,
per un accenno di occhi attraenti,
si sa, non c’è cosa non facciano
i notabili e gli scolari. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Prese il velo a Toledo Padilla,
per la gente fu tutt’un dolore,
come se, per una che è bella,
sia un diritto sposare il Signore.
E per poco poi non piangevano
sia i soldati che gli scolari. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Lei diceva: “Lontana dal mondo,
pregar e vivere per i malviventi!
Che gioia! Che gaudio profondo
nella preghiera, avvolta nei canti!
Là, se i demoni vi minacciano,
sono gli angeli scudi ideali!” -
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Or la bella, appena inchiostrata,
nel suo cuore l’amor s’installò.
Un fier brigante della contrada
venne allora e si presentò!
Certe volte i briganti sorpassano
in audacia i cavalieri. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Lui era brutto, i tratti austeri,
la mano più rude del guanto;
ma l’amore ha tanti misteri
e la monaca amò il brigante.
Si vedon cerve che rimpiazzano
i loro bei cervi con dei cinghiali.-
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Per varcare il limite santo,
di eremita spesso il brigante,
accostandosi a quel convento,
prendeva il cilicio e sovente
la cotta di maglie in cui stanno
le nere croci dei templari. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

La monaca osò, per la cronaca,
al messo d’inferno, il brigante,
dare ai piedi di Santa Veronica
un appuntamento galante,
nell’ora in cui i corvi schiamazzano,
agitando nel buio mille ali. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Padilla voleva, anatema!
scordando una vita in un giorno,
darsi nella chiesa medesima,
casta all’amore, santa all’inferno,
fino all’ora scialba in cui languono
i ceri sopra i candelabri. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Ora nella navata è discesa,
la monaca, e chiama il brigante,
al posto della voce attesa,
una folgore scende tuonante.
Dio vuole che i suoi colpi cadano
su amanti di Satana sodali. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Oggigiorno, in un’estasi divina
s’infiamma il pastore nel racconto,
vi mostra di fianco alla rovina
qualche brandello di muro spento,
due campanili che gli anni crepacciano,
il cui riparo ucciderebbe i suoi animali. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Quando la notte, del chiostro gotico
annerendo i portali beanti,
trasforma all’orizzonte fantastico
i campanili in due giganti;
nell’ora in cui i corvi schiamazzano,
agitando nel buio mille ali… –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

con la lampada in mano, una suora
esce di cella a mezzanotte,
striscia lo spettro lungo le mura,
dietro a lei un fantasma si mette;
sui loro piedi catene si ammassano,
pesanti gogne hanno per collari. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Il lume avanza, sparisce, brilla,
va sotto le volte, resta invisibile,
poi tremola dietro a una griglia,
poi scintilla in cima a un campanile;
e i suoi raggi nell’ombra tracciano
immagini multispettrali. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

I due spettri che un fuoco divora,
trascinando i sudari a brandelli,
si cercano per unirsi ancora,
traballando su degli avelli;
i loro ciechi passi s’intrecciano
sopra i gradini delle scale. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quel rosso grembiale!

Ma si tratta di scale incantate,
sotto i piedi s’intrecciano ognora;
l’uno sta in cantine soffocate,
quando l’altra sulla torre dimora;
sotto i piedi in continuo si spostano
i pianerottoli e i pianali. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Levando le voci sepolcrali,
con le braccia tese si cercano,
e vanno…Le magiche spirali
sempre perduti passi mischiano;
loro si estenuano e si sfiniscono
in sempre scordate spirali. -
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

La pioggia allora, a rade gocce,
batte sui vetri fragili e freddi;
fora il vento agli archi le brecce,
esce un pianto dai battifredi;
si sentono sospiri che raggelano,
risa di spiriti familiari. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Una flebile voce, una grave
dicono: “Quando tutto finirà?
È colpa nostra! soffrir si deve:
ma non ha termine l’eternità!
Là, stanche mani di ore rigirano
clessidre sempre eguali…” -
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

L’inferno, ahimè! non può mai spengersi.
Ogni notte, in questo maniero,
si cercano senza mai raggiungersi
l’ombra bianca e lo spettro nero,
finché all’ora scialba si smorzano
i ceri sopra i candelabri. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!

Se, tremante per i suoni che ode,
qualche notturno viaggiatore
segnandosi agli angeli chiede
su chi infierisca Dio vendicatore,
dei serpenti di fuoco si slanciano
a tracciar due nomi sui pilastri. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete i grembiali vostri!

Questa cronaca della novizia
volle Sant’Ildefonso, abate,
al fin di preservare la grazia
alle vergini in convento velate,
che le priore la raccontassero
in tutti i conventi regolari. –
Bambine, ci son buoi che passano,
nascondete quei rossi grembiali!



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