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Don Juan

Georges Brassens
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La versione italiana scritta e cantata da Pardo Fornaciari. Viene...
DON GIOVANNI

Gloria a chi tira un'inchiodata per paura di maciullare
il riccio sperduto, il rospo fuori strada!
E gloria a Don Giovanni per avere un giorno sorriso
a quella di cui tutti quanti se ne fregavano!
Questa ragazza è troppo brutta, io la voglio.

Gloria al vigile che faceva fermare le macchine
per far attraversare i gatti di Léautaud!
E gloria a Don Giovanni per aver preso appuntamento
con quella trascurata, rinnegata dall'amore.
Questa ragazza è troppo brutta, io la voglio.

Gloria al primo venuto che passa e non dice niente
quando la canaglia inveisce addosso a qualcuno.
E gloria a Don Giovanni per le sue galanterie
a quella cui nessuno faceva mai la corte!
Questa ragazza è troppo brutta, io la voglio.

Gloria a quel parroco che salvò il suo nemico
quando ci fu il massacro della notte di S.Bartolomeo!
E gloria a Don Giovanni che ricoprì di baci
la ragazza che tutti si rifiutavano di baciare!
Questa ragazza è troppo brutta, io la voglio.

Gloria a quel soldato che buttò via il fucile
piuttosto che finire l'ostaggio nelle sue mani!
E gloria a Don Giovanni per aver osato alzare
la sottana alla ragazza che ce l'aveva sempre abbassata!
Questa ragazza è troppo brutta, io la voglio.

Gloria alla monaca, che in stagione non certo calda
sghiacciò nella sua mano il cazzo del monco.
E gloria a Don Giovanni che fece splendere una sera
quel culo diseredato che sapeva solo mettersi a sedere!
Questa ragazza è troppo brutta, io la voglio.

Gloria a chi, non avendo ideali sacrosanti,
si limita a non rompere troppo le scatole ai vicini!
E gloria a Don Giovanni per aver reso donna
quella che, orrore!, senza di lui sarebbe morta vergine.
Questa ragazza è troppo brutta, io la voglio.
GLORIA A DON GIOVANNI!

Gloria a chi sbanda e frena
e per non provar pena
non schiaccia, poverino,
un riccio o un uccellino!

Ma gloria a Don Giovanni che -
- che con passion baciò
quel volto coi foruncoli
che nessun mai più guardò

Quella racchia, poverina, io me la fo
quello scorfano di bimba felice farò!

Gloria a quel partigiano che -
- che lasciò andare via
colui che da squadrista
gli massacrò la zia

E onore a Don Giovanni che -
- che iniziò al piacere
lo sventurato culo
buono soltanto a sedere.

Quella racchia, poverina, io me la fo
quello scorfano di bimba felice farò!

Gloria a quel prete che
nascose in sacrestia
l’ebreo che le esse esse
volevan portar via

E viva Don Giovanni che
rese femmina viva
quella che senza lui
da vergine moriva

Quella racchia, poverina, io me la fo
quello scorfano di bimba felice farò!

Viva il carabiniere che
non fece il tiro a segno
contro quel ladro che
gli sottrasse un assegno

E viva Don Giovanni che
- che alla matura dama
che ormai non ci sperava più
la gonna tirò su!

Quella racchia, poverina, io me la fo
quello scorfano di bimba felice farò!

Che in paradiso vada lei
quella crocerossina che
al mutilato delle mani
pensò a scaldar l’uccel

E viva Don Giovanni che
fece la corte e amò
la storpia in carrozzina
che nessun mai più toccò

Quella racchia, poverina, io me la fo
quello scorfano di bimba felice farò!


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