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Affaire Rimbaud

Hubert-Félix Thiéfaine
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OriginaleTraduzione italiana di Riccardo Venturi
AFFAIRE RIMBAUDL'AFFARE RIMBAUD
  
La jambe de Rimbaud,La gamba di Rimbaud
De retour à Marseilledi ritorno a Marsiglia
Comme un affreux cargocome un orrendo cargo
Chargé d'étrons vermeils,pieno di stronzi vermigli
Dérive en immondicesalla deriva nella rumenta
À travers les égouts.attraverso le fogne.
La beauté fut assiseSedette la bellezza
Un soir sur ce genou.un tempo su quel ginocchio.
Horreur Harar Arthur,Orrore, Harar, Arthur,
Et tu l'as injuriée.e tu l'hai ingiuriata.
Horreur Harar ArthurOrrore, Harar, Arthur,
Tu l'as trouvée amère... la beauté ?l'hai trovata amara...la bellezza?
  
Une saison en enferUna stagione all'inferno
Foudroie l'Abyssinie.sconvolge l'Abissinia.
Ô sorcière, ô misère,Strega, miseria,
Ô haine, ô guerre, voiciodio e guerra: eccolo
Le temps des assassinsil tempo degli assassini
Que tu sponsorisasche hai sostenuto
En livrant tous ces flinguesfornendo tutte quelle armi
Au royaume de Choa.al regno di Scioa.
Horreur Harar Arthur,Orrore, Harar, Arthur,
Ô Bentley, ô châteaux,Bentley e castelli,
Horreur Harar Arthur,Orrore, Harar, Arthur,
Quelle âme, Arthur est... sans défaut ?quale anima, Arthur...è senza difetti?
  
Les poètes aujourd'huiI poeti di oggigiorno
Ont la farce plus tranquilleson buffoni più tranquilli
Quand ils chantent au profitquando cantano in favore
Des derniers Danâkil.degli ultimi Dancali.
Juste une affaire d'honneurGiusto una questione d'onore
Mouillée de quelques larmesbagnata da un po' di lacrime,
C'est quand même un des leursè comunque uno dei loro
Qui fournissait les armes.che forniva le armi.
Horreur Harar Arthur,Orrore, Harar, Arthur,
T'es vraiment d'outre-tombe.sei davvero d'oltretomba.
Horreur Harar ArthurOrrore, Harar, Arthur,
Et pas de commission.e niente provvigioni.
Horreur Harar ArthurOrrore, Harar, Arthur,
Et pas de cresson bleue niente nasturzio azzurro.
Horreur Harar ArthurOrrore, Harar, Arthur,
Où la lumière pleut.dove piove la luce.
INVECE DELLE NOTE

Invece delle “note alla traduzione”, perché non mi andava di numerare il testo. Si andrà comunque per ordine, ricordando dapprima il ritorno di Rimbaud dall'Africa a Marsiglia, dove morì il 10 novembre 1891 con una gamba distrutta dalla cancrena (e da una sinovite tubercolare degenerata in cancro). Harar è la citta etiope dove Rimbaud risiedeva e lavorava. Ad un certo punto, Thiéfaine si spinge evidentemente ad immaginare una sorta di Rimbaud moderno; effettivamente, con il commercio delle armi guadagnò molti soldi, ma sicuramente non esistevano le Bentley che devono qui essere viste come una sorta di “status symbol intemporale”. I Dancali (noti anche come Afar o Danâkil) sono una tribù guerriera con cui Rimbaud ebbe a che fare. Infine il “nasturzio azzurro”, il cresson bleu che fa da guanciale al giovanissimo soldato morto della poesia "L'addormentato nella valle”. Qui viene negato a chi aveva scritto quella bellissima poesia contro la guerra, e che adesso si arricchisce e si distrugge rimpinzandola d'armi in terre lontane. Un particolare al tempo stesso commovente e agghiacciante.


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