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I disien Elva

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Il testo originale di Dajre D'Angel (Dario Anghilante) nell’occitano d...
LO CHIAMAVANO ELVA

Il suo nome era Costanzo
viveva sempre ubriaco
se il vino era buono
cantava una canzone

Pipa, canna e cappello
di tutto si ricordava
gli amici li aveva all’osteria
per la bottiglia e la belote (*)

Lo chiamavano Elva
quello era il suo paese
I suoi due figli alla guerra
non sono più tornati a casa

In una strada malfamata ‎
della città forestiera
faceva passare il suo tempo
come una vita senza storia

Aveva un letto e guardaroba
ch’era tutta la sua fortuna
del paese aveva un ricordo
l’angoscia e lo sconforto

Lo chiamavano Elva
quello era il suo paese
I suoi due figli alla guerra
non sono più tornati a casa

Raccontano che in gioventù
fosse un grande lavoratore
la sua casa lassù
la più bella della zona

Vendere stoffa in Francia
Valle Corsaglia e Val Chisone
poi bruciava i soldi
che per lui non avevano più senso

Lo chiamavano Elva
quello era il suo paese
I suoi due figli alla guerra
non sono più tornati a casa

Della pensione per i figli
aveva detto merda
la mia vita non è più qui
me l’hanno presa ch’era ancora verde

Nessun soldo paga i morti
nessun Stato avrà un perdono
Era allegro quando beveva
e l’amore aveva negli occhi

Lo chiamavano Elva
quello era il suo paese
I suoi due figli alla guerra
non sono più tornati a casa

I DIZÌEN ELVO

Sun num ero Tan
sempe ciuc nele vivìo
'na tuscano, lu ciapél a cano
e de tut se navizàvo
Din na vìo malfamà
de la vilo furestiero
avìo en liech, bagage e fümo
ch'ero pei tut sa furtüno

I dizìen Elvo
ché achel ero sun pais
Nele avìio tut n'estorio
ma ilaval u subìen pa
i düi fi da les bumbes avìo agü mort
e la fremo d'crepocor

Dìzen ch'ero en gran
en gran travaiadur
vend' estofo 'chi outo en Franso e Val Clüzun
apres brüzavo i sòut
che per nele avìen püs razun
De la pensiùn
per i fi avìo dich merdo
degün sòut pagaré la mort
ero alegre curo büvìo
e l'amur l'avìo ent' i üei

I dizìen Elvo
ché achel ero sun pais
Nele avìio tut n'estorio
ma ilaval u subìen pa
i düi fi da les bumbes avìo agü mort
e la fremo d'crepocor
(*) Belote, un gioco di carte diffuso ovunque e quasi con lo stesso nome!

Il Belot è un popolare gioco di carte di origine francese, derivato probabilmente a sua volta dallo Klaverjassen, un gioco di carte giocato sin dal 1600 in Olanda. In Bulgaria il nome ufficiale è Bridge-Belote (Бридж-белот), in Grecia è chiamato Vida (Βίδα), a Cipro è chiamato Pilotta (Πιλόττα), in Québec la parola è stata accorciata alla prima sillaba e viene pronunciata bœuf, e in Croazia viene usato Bela come sinonimo. In Macedonia e in Armenia viene chiamato Belot come da noi (Бељот) anche se in Armenia, dove è meglio noto col nome di Bazaar Belote, assume delle regole leggermente differenti da quelle europee. In Arabia Saudita viene chiamato Baloot ed è il gioco di carte più popolare dell'intero Paese dove viene giocato con delle regole molto differenti rispetto alla versione europea.

Nel gioco vengono utilizzate le classiche carte da poker, ossia tutte dal sette in su esclusi i jolly; si gioca in quattro, a coppie, facendo il mazzo e distribuendo le carte a turno, come nello scopone scientifico o nella briscola, ma in senso orario come nel poker. (fonte: it.wikipedia)


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