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O Bêbado e a Equilibrista

Elis Regina
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OriginalTraduzione inglese di Nonohay da http://lyricstranslate.com
O BÊBADO E A EQUILIBRISTA

Caía a tarde feito um viaduto (1)
E um bêbado trajando luto
Me lembrou Carlitos... (2)

A lua
Tal qual a dona do bordel
Pedia a cada estrela fria
Um brilho de aluguel (3)

E nuvens!
Lá no mata-borrão do céu
Chupavam manchas torturadas (4)
Que sufoco!
Louco!
O bêbado com chapéu-coco
Fazia irreverências mil
Prá noite do Brasil.
Meu Brasil!... (5)

Que sonha com a volta
Do irmão do Henfil. (6)
Com tanta gente que partiu
Num rabo de foguete (7)
Chora!
A nossa Pátria
Mãe gentil
Choram Marias
E Clarisses (8)
No solo do Brasil...

Mas sei, que uma dor
Assim pungente
Não há de ser inutilmente
A esperança...

Dança na corda bamba
De sombrinha
E em cada passo
Dessa linha
Pode se machucar... (9)

Azar!
A esperança equilibrista
Sabe que o show
De todo artista
Tem que continuar... (10)

THE DRUNK AND THE TIGHTROPE WALKER

Evening fell like a bridge
A drunk wearing a funeral suit reminded me of Chaplin’s tramp
The moon, like a brothel madam
begged from each cold star a rented shine

And clouds, up there in the blotting paper of the sky
sucked on tortured stains, what crazy agony
The drunk wearing a bowler hat was being irreverent
for Brazil’s night, my Brazil
is dreaming of the return of Henfil’s brother
of so many people who left on the tail of a rocket

Our gentle mother country is crying
Marias and Clarices are crying on Brazil’s soil
But I know that pain this sharp won’t be in vain
Hope dances on the tightrope with an umbrella
And with each step on this rope you can hurt yourself
Bad luck, the balancing hope
knows that each artist’s show
must go on
Note (a partire dai due blog citati nell’introduzione)

(1) Caía a tarde feito um viaduto: il “calar della sera” non era affatto quel momento di pace, di quiete che si accompagna al tramonto, allora in Brasile era il momento in cui la polizia politica, il famigerato DOI-CODI (Destacamento de Operações de Informações – Centro de Operações de Defesa Interna) iniziava le sue sessioni di tortura… E a cadere non è solo la sera ma anche la strada sopraelevata “Elevado Engenheiro Freyssinet” a Rio de Janeiro, costruita nel corso della dittatura, che il 20 novembre 1971 si sgretolò travolgendo auto e mezzi pubblici… Si contarono 50 morti ma i “gorilla” non permisero la diffusione della notizia né le vittime ricevettero mai alcun risarcimento o idennizzo.

(2) E um bêbado trajando luto me lembrou Carlitos: l’ “ubriaco vestito a lutto che sembra Charlot” rappresenta l’opposizione al regime, vista come l’allegro e malinconico vagabondo creato da Charlie Chaplin, ma che porta il lutto per tutti coloro che in quegli anni terribili furono assassinati, torturati fino alla morte, fatti sparire. Le cifre della repressione in Brasile tra il 1964 ed il ritorno alla democrazia non sono certo quelle terribili dell’Argentina, ma si parla comunque di centinaia di assassinati e scomparsi e di migliaia di torturati.

(3) La luna, maitresse di un bordello, che brilla della luce riflessa di stelle fredde: secondo un’interpretazione la luna sarebbe la compagnia televisiva Rede Globo che si strutturò proprio negli anni del regime (nasce nel 1965) e che fu il suo principale strumento di manipolazione. Ma potrebbe anche rappresentare la classe politica ed imprenditoriale che, grazie alla complicità con i militari, si arricchiva alle spalle del paese. La gente diceva che se i generali avessero detto che la luna era nera, il Parlamento avrebbe ratificato la cosa, sicchè i politici erano chiamati “I luna nera”. Le “stelle fredde” sono i militari, glaciali, distanti, i detentori del potere che esercitavano dietro le quinte, accumulando anch’essi ricchezze per sé ed i propri familiari e leccapiedi.

(4) Le nuvole, la carta assorbente del cielo, le macchie torturate: possono essere qui rappresentati i torturatori che come la carta assorbente cancellano, eliminano macchie ed errori (i ribelli, gli inconformi, gli oppositori); ma potrebbe anche essere un riferimento al silenzio ed alla copertura offerta al regime dalla chiesa cattolica.

(5) Di nuovo gli “ubriachi”, gli oppositori e fra di loro, in prima linea, gli artisti come Elis Regina che non smisero mai di levare le loro voci contro la dittatura.




(6) Henfil: soprannome di Henrique Filho, pungentissimo cartoonist e giornalista (molto sorvegliato dal regime) il cui fratello, il sociologo ed attivista per i diritti umani Herbert José de Sousa, detto Betinho, fu costretto all’esilio in Cile e poi, quando anche lì ci fu il golpe, in Canada e Messico. Lottatore sociale per la riforma agraria e contro la fame e la povertà, è morto di AIDS, malattia contratta per le trasfusioni cui doveva sottoporsi a causa dell’emofilia di cui soffriva. Il fratello Henfil ha fatto la stessa fine.

(7) Partire sulla coda di un razzo: credo che indichi la fuga precipitosa di tutti coloro che, come Betinho di cui alla nota precedente, furono costretti a scappare per evitare di essere arrestati, torturati, uccisi. Diversamente l’espressione potrebbe anche indicare gli scomparsi, coloro che per essersi opposti al regime finirono malamente chissà dove.




(8) Piangono le Marie e le Clarisse: il riferimento è a Maria Fiel Filho, la moglie dell'operaio Manuel Fiel Filho ucciso sotto tortura da agenti del DOI-CODI (SP) nel gennaio del 1976, e Clarice Herzog, moglie del giornalista Wladimir “Vlado” Herzog, anch’egli torturato a morte nell'ottobre del 1975. Maria e Clarissa sono il simbolo di tutte le donne, madri, mogli, compagne, di tutti gli assassinati dalla dittatura, da tutte le dittature.

Il corpo di Vlado Herzog assassinato, impiccato nella messa in scena di un suicidio.
Il corpo di Vlado Herzog assassinato, impiccato nella messa in scena di un suicidio.


(9) La speranza, l’Equilibrista, si tiene in bilico sul filo col suo ombrellino e ad ogni passo può precipitare nel vuoto…

(10) … ma in barba alla sorte, al destino [Azar!] gli artisti degni di questo titolo sanno di dover continuare lo spettacolo, la denuncia, la resistenza.



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