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Les Bourgeois

Jacques Brel
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Versione italiana di Salvo Lo Galbo
I BORGHESI

Quand’ero piccolo non stavo mica bene,
ero anche magrolino, avevo qualche allucinazione
e quando andavo a cena, nel tinello con il tavolo di noce
ci sedevamo tutti e facevamo il segno della croce.

Dopo un po’ che li guardavo mi si trasformavano:
i gesti preparati, degli attori, attori consumati che dicono
la battuta e ascoltano l’effetto.
Ed io ero lì come una comparsa, vivevo la commedia,
anzi no la farsa, e chissà perché durante questa allucinazione
mi veniva sempre in mente una stranissima canzone:


I borghesi son tutti dei porci,
più sono grassi più sono lerci,
più son lerci e più c’hanno i milioni,
i borghesi son tutti …

Quand’ero piccolo non stavo mica bene,
ero anche molto magro, avevo sempre qualche allucinazione,
e quando andavo a scuola mi ricordo di quel vecchio professore,
bravissima persona che parlava in latino ore e ore.

Dopo un po’ che lo guardavo mi si trasformava, sì,
la bocca si chiudeva stretta, lo sguardo si bloccava, il colore scompariva,
fermo, immobile, di pietra, sì, tutto di pietra, e io vedevo già il suo busto
davanti a un’aiuola con su scritto: "Professor Malipiero – una vita per la scuola",
e chissà perché anche durante questa allucinazione
mi veniva sempre in mente una stranissima canzone:


I borghesi son tutti dei porci,
più sono grassi più sono lerci,
più son lerci e più c’hanno i milioni,
i borghesi son tutti …

Adesso che son grande ringrazio il Signore,
mi è passato ogni disturbo senza bisogno neanche del dottore,
non sono più ammalato, non capisco cosa mi abbia fatto bene,
sono anche un po’ ingrassato, non ho più avuto neanche un’allucinazione.

Mio figlio, mio figlio mi preoccupa un po’, è così magro,
e poi ha sempre delle strani allucinazioni, ogni tanto viene lì, mi guarda e canta,
canta un canzone stranissima che io non ho mai sentito:


I borghesi son tutti dei porci,
più sono grassi e più sono lerci,
più son lerci e più c’hanno i milioni,
i borghesi son tutti …ma!
I BORGHESI

Con il cuore al caldo,
gli occhi in un vinello,
incollati al banco di un saloon,
con l'amico Aldo
e l'amico Lello
brindavamo alla gioventù.

Aldo era Voltaire
e Lello, Casanova.
Ed io, io, io ...io ch'ero il più fesso,
io fingevo d'essere me stesso.

E quando a mezzanotte
i giudici in grembiuli
uscivano dal Grand Hotel
gli mostravamo i culi
e le buone condotte,
cantando al tre:

"I borghesi sono dei gran porci,
più si fanno vecchi, più si fanno marci!
Più son marci e più ci hanno i milioni!
I borghesi sono dei co...!"

Con il cuore al caldo,
gli occhi in un vinello,
incollati al banco di un saloon,
con l'amico Aldo
e l'amico Lello
brindavamo alla gioventù.

Voltaire ballava un po',
Casanova invece no
ed io, io, io ...io ch'ero il più fesso,
io ero sbronzo come da me stesso!

E quando a mezzanotte
i giudici in grembiuli
uscivano dal Grand Hotel
gli mostravamo i culi
e le buone condotte,
cantando al tre:
"I borghesi sono dei gran porci,
più si fanno vecchi, più si fanno marci!
Più son marci e più ci hanno i milioni!
I borghesi sono dei co...!"

Con il cuore al caldo,
gli occhi nel cappello,
chiacchierando un poco al Grand Hotel,
con il dottor Aldo
ed il dottor Lello
ammazziamo il tempo fra noi tre.

Chi cita da Voltaire
e chi da Casanova
ed io, io, io ...rimasto, ahimè, il più fesso,
io cito ancora e sempre da me stesso.

E sempre a un certo orario
- scriva, Commissario! -
fuori dal Saloon di fronte, tre
matricole ubriache
si calano le brache
gridando che:

"I borghesi sono dei gran porci,
più si fanno vecchi, più si fanno marci!
Più son marci e più ci hanno i milioni!
I borghesi sono dei...!"


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