Les Bourgeois
Jacques BrelLa rielaborazione di Giorgio Gaber | |
I BORGHESI Col cuore al calduccio e gli occhi nella birra all’osteria «Adriana» di Montalant con l’amico Giò-Giò e l’amico Piero ci bevevamo i nostri vent’anni. Giò-Giò si credeva Voltaire e Piero Casanova e io... io che ero il più fiero... io... mi credevo me! E quando a mezzanotte passavano i notai che uscivano dall’Hotel dei tre Fagiani gli mostravamo il culo, educatamente e cantavamo: I borghesi sono come i porci più invecchiano più rimbecilliscono I borghesi sono come i porci più invecchiano più sono (coglioni)... Col cuore al calduccio e gli occhi nella birra all’osteria «Adriana» di Montalant con l’amico Giò-Giò e l’amico Piero bruciavamo i nostri vent’anni. Voltaire ballava come un vicario, Casanova non osava... e io... io che ero il più fiero... io... ero sbronzo quasi come me stesso! E quando a mezzanotte passavano i notai che uscivano dall’Hotel dei tre Fagiani gli mostravamo il culo, educatamente e cantavamo: I borghesi sono come i porci più invecchiano più rimbecilliscono I borghesi sono come i porci più invecchiano più sono (coglioni)... Col cuore a riposo, gli occhi piantati a terra al bar dell’Hotel dei tre Fagiani col signor Giò-Giò e col signor Piero fra notai ammazziamo il tempo. Giò-Giò parla di Voltaire e Piero di Casanova e io... io che sono restato il più fiero... io... parlo di me! E quando a mezzanotte usciamo, signor commissario, dalle parti dell’osteria «Adriana» di Montalant tutte le sere dei mocciosi ci mostrano il culo cantando: «I borghesi sono come i porci» (dicono, signor commissario) «più invecchiano più rimbecilliscono I borghesi sono come i porci più invecchiano e più...» | I BORGHESI Quand’ero piccolo non stavo mica bene, ero anche magrolino, avevo qualche allucinazione e quando andavo a cena, nel tinello con il tavolo di noce ci sedevamo tutti e facevamo il segno della croce. Dopo un po’ che li guardavo mi si trasformavano: i gesti preparati, degli attori, attori consumati che dicono la battuta e ascoltano l’effetto. Ed io ero lì come una comparsa, vivevo la commedia, anzi no la farsa, e chissà perché durante questa allucinazione mi veniva sempre in mente una stranissima canzone: I borghesi son tutti dei porci, più sono grassi più sono lerci, più son lerci e più c’hanno i milioni, i borghesi son tutti … Quand’ero piccolo non stavo mica bene, ero anche molto magro, avevo sempre qualche allucinazione, e quando andavo a scuola mi ricordo di quel vecchio professore, bravissima persona che parlava in latino ore e ore. Dopo un po’ che lo guardavo mi si trasformava, sì, la bocca si chiudeva stretta, lo sguardo si bloccava, il colore scompariva, fermo, immobile, di pietra, sì, tutto di pietra, e io vedevo già il suo busto davanti a un’aiuola con su scritto: "Professor Malipiero – una vita per la scuola", e chissà perché anche durante questa allucinazione mi veniva sempre in mente una stranissima canzone: I borghesi son tutti dei porci, più sono grassi più sono lerci, più son lerci e più c’hanno i milioni, i borghesi son tutti … Adesso che son grande ringrazio il Signore, mi è passato ogni disturbo senza bisogno neanche del dottore, non sono più ammalato, non capisco cosa mi abbia fatto bene, sono anche un po’ ingrassato, non ho più avuto neanche un’allucinazione. Mio figlio, mio figlio mi preoccupa un po’, è così magro, e poi ha sempre delle strani allucinazioni, ogni tanto viene lì, mi guarda e canta, canta un canzone stranissima che io non ho mai sentito: I borghesi son tutti dei porci, più sono grassi e più sono lerci, più son lerci e più c’hanno i milioni, i borghesi son tutti …ma! |