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L'antisociale

Francesco Guccini
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Il sociale
L'antisociale
Ravenna, 14 febbraio 1975.

Proprio in quel periodo lì, questo periodo di Venerdì santo, durante il quale io posi in pace questi miei famosi desii, mi capitò una cosa bella e gloriosa. Ricevetti una simpatica cartolina che mi invitava gentilmente ma fermamente ad andare a servire la patria in armi. Ed onestamente la cosa non mi fece del tutto piacere, rimasi un po' turbato da questo problema. Sebbene i miei genitori erano del tutto convinti che io dovessi andarvi, a servire la patria in armi...
Mio padre sosteneva la teoria che uno non è maturo se non ha fatto il servizio militare; e dico vabbè, non capivo bene come... Adesso, non pretendo di essere stato molto maturo allora...
Mia madre sosteneva la teoria che chi non è buono per il re non è buono neanche per la regina, e questo attacco alla mia virilità mi ha sempre preoccupato e non si capisce ben perché, insomma...
No, voglio dire, perché almeno uno facesse quei 15, che allora poi allora magari erano anche 18, mesi scopazzando di qua e di là come un matto si capiva, si corrono dei rischi tragici in questi 15 mesi, non ultimo l'omosessualità...
Adesso io non ho niente ovviamente contro gli omosessuali sia ben chiaro, ma non si capisce bene questo strano rapporto fra virilità e servizio militare. Forse era il caso di altri tempi, dico, magari i tempi di Napoleone non lo so insomma...
Sinceramente a far parte dell'Armée non mi aveva chiamato nessuno, mi avevano chiamato a far parte dell'esercito italiano, quindi era tutta un'altra cosa... magari se mi facevano generale napoleonico chissà poteva anche darsi che mi fosse andata bene, voglio dire...
Fa niente. E allora, proprio così, in questo mio dubbio atroce, concepii da giovinetto ventenne tale ero io allora, una canzone. Una canzone molto facile e molto banale, quasi qualunquista. Ma d'altra parte poi io allora non è che avessi molti appigli, molte esperienze, molte cose, soprattutto in senso di canzone.
Io soltanto poi ero uno così, che doveva andare a fare il servizio militare e non ci voleva andare. Questo è vissuto. E allora feci questa canzone, vecchissima, che io non ho cantato per un certo periodo di tempo, poi l'ho ripresa perché vedo che funziona ancora nonostante tutto certe cose vanno ancora. La canzone ovviamente, essendo vecchissima, ha dei riferimenti ben precisi e dev'essere qua e là commentata.
Ora io già chiedo scusa a chi l'ha già sentita commentare, perché i commenti più o meno sono sempre gli stessi, sono come le barzellette che uno si sente raccontare sei volte.
La canzone è così, e però ha bisogno di essere chiarita. Si chiama L'antisociale.

Sono un tipo antisociale, non m'importa mai di niente,
non m'importa dei giudizi della gente.
Odio in modo naturale ogni ipocrisia morale,
i dogmatici, i fascisti, il clericale.
Odio gli alti funzionari, doganieri, reazionari,
Sbirri e stato, scocciatori della vita,
odio il culto ed il rispetto, le carriere di concetto,
qualsivoglia autorità costituita.

Odio il gusto del retorico, il miracolo economico [1]
il valore permanente e duraturo,
radio a premi, caroselli, T.V., cine, radio, rallies,
frigo ed auto, non c'è Ford nel mio futuro!
E voi bimbe sognatrici della vita delle attrici, [2]
attenzione da me state alla lontana:
non mi piace esser perbene, far la faccia che conviene
poi alla fine sono sempre senza grana...

Odio la vita moderna fatta a scandali e cambiali,
i rumori, gli impegnati intellettuali. [3]
Odio i fusti carrozzati dalle spider incantati,
coi vestiti e le camicie, tutti uguali,
che non sanno che parlare di automobili e di moda,
di avventure estive fatte ai monti e al mare,
Vuoti e pieni di sussiego se il vestito non fa un piego,
mentre io mi metto quello che mi pare...

Sono senza patrimonio, sono contro il matrimonio,
non ho quello che si dice un posto al sole;
non mi piaccion le gran dame, preferisco le puttane,
perché ad essere sincere son le sole.
Non mi piaccion l'avvocato, il borghese, l'arrivato,
odio il bravo e onesto padre di famiglia,
quasi sempre preoccupato di vedermi sistemato
se mi metto a far l'amore con sua figlia...

Sono un tipo antisociale, non ho voglia di far niente,
sulle scatole mi sta tutta la gente.
In un'isola deserta voglio andare ad abitare
e nessuno mi potrà più disturbare
e nessuno mi potrà più disturbare
e nessuno mi potrà più disturbare!
IL SOCIALE

Non amo viver con tutta la gente,
Mi piace solo la gente "bene"...
Come si dice comunemente,
"Bene si nasce non si diviene"...
C'è chi nasce per le scienze o per le arti:
Io sono nato solamente per i party la lalalala...lalalala

Amo oltremodo parlare male,
Fare il maiale con le ragazze,
La Pasqua vado in confessionale
E tutte quante per me vanno pazze.
Perché fra i "bene" poi non conta l'astinenza,
Basta ci sia soltanto l'apparenza la lalalala...lalalala

Quindi non curo la mia intelligenza,
La gente bene con questo non lega,
Ma alle canaste di beneficenza
So sempre tutto sull'ultimo"Strega"...
L'intelligenza c'è sol coi milioni
E ammiro i film di Monica e Antonioni la lalalala...lalalala

Sono elegante ed è inutile dire
Che le mie vesti son sempre curate,
Perché senz'altro è importante vestire,
Perché è la tonaca che fa il frate...
In fondo poi due cose hanno importanza
E sono il conto in banca e l'eleganza la lalalala...lalalala

Andiamo matti per cocktail e feste,
Amo oltremodo le donne mondane:
Non fraintendete non parlo di "quelle",
Star con la gente più in basso sta male...
Mon ho rapporti con i proletari...
Soltanto a tarda notte lungo i viali la lalalala...lalalala...lalalala

Ma non trascuro la scienza umanista
E si può dire che sono impegnato,
Anzi alle volte sono comunista,
Ma non mi sono sempre interessato:
La lotta delle classi sol mi va
Per far bella figura in società la lalalala..lalalala...

Non si può dire che sia clericale,
Come Boccaccio amo rider dei frati,
Ma ossequio sempre lo zio cardinale
E vado a messa nei dì comandati.
Il mio credo vi dico brevemente:
Pensare a ciò che può dire la gente la lalalala...lalalala...lalalala

La gente "bene" è la mia vera patria,
La gente "bene" è il mio unico Dio,
L'unica cosa che ho sempre sognata,
La sola cosa che voglio io...
È solo essere un bene sempre ed ora
E tutto il resto vada alla malora la lalalala...lalalala
la lalalala...lalalala...
[1] "Ecco, vi prego di credere, c'era, o almeno dicevano che ci fosse, questo miracolo economico, questa cosa così favolistica."

[2] "Queste bimbe sognatrici della vita delle attrici in realtà eran povere sfigate come me soltanto che mi dicevano 'no Francesco, non c'è niente da fare' e io mi vendicavo in questo modo."

[3] "Altra precisazione sugli impegnati intellettuali: gli impegnati intellettuali del '60 erano un po' come i Pasolini d'adesso che a un certo punto "aborto" scrivono delle cose pazzesche sui vari giornali che dice giustamente no fra l'altro ecco succede una cosa molto bella capisci? Sono tutti dunque sono amicissimi gli uni con gli altri. Pasolini è amico di tutti, la Dacia Maraini è la donna di Moravia, Moravia è amico di Pasolini, quell'altro va a letto con quell'altra. Oh, delle telefonate non se ne fanno mai, si scrivono solo sui giornali; cioè, non è che siedono al bar, dice 'ma te cosa pensi dell'aborto, cara?' 'ma niente' dice 'io penso questo' e si chiariscono, poi fanno un sunto... Noi? No no no no no, sui giornali con gran articoli che poi magari ci guadagnano anche, a uno ci viene il sospetto voglio dire, d'altra parte... E allora, l'idea non è mia, l'idea è di Oreste Del Buono, e allora ai miei tempi, ai miei tempi insomma... nel '60 c'erano ancora questi impegnati intellettuali che dato che questi problemi tipo aborto eccetera non esistevano ancora, c'era una cosa che li eccitava moltissimo, loro arrivavano per queste cose e noi li chiamavamo 'i ferri da stiro' perché si scaldavano con la Resistenza."


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