La guardia rossa
Raffaele Offidani [Spartacus Picenus]Originale | Traduzione tedesca di autore anonimo da “Europa im Kampf 1939–1944”,... |
LA GUARDIA ROSSA Quel che si avanza è uno strano soldato viene da Oriente e non monta destrier la man callosa ed il viso abbronzato è il più glorioso fra tutti i guerrier. Non ha pennacchi e galloni dorati ma sul berretto scolpiti e nel cor mostra un martello e una falce incrociati gli emblemi del lavor viva il lavor. È la guardia rossa che marcia alla riscossa e scuote dalla fossa la schiava umanità. Giacque vilmente la plebe in catene sotto il tallone dei ricco padron dopo millenni di strazi e di pene l'asino alfine si cangia in leon. Sbrana furente il succhion coronato spoglia il nababbo dell'or che rubò danna per fame al lavoro forzato chi mai non lavorò non lavorò. È la guardia rossa che marcia alla riscossa e scuote dalla fossa la schiava umanità. Accorre sotto la rossa bandiera tutta la folla dei lavorator rimbomba il passo dell'immensa schiera sopra la tomba di un mondo che muor. Tentano invano risorgere i morti tanto a che vale lottar col destin marciano al sole più ardenti e più forti le armate di Lenin viva Lenin. È la guardia rossa che marcia alla riscossa e scuote dalla fossa la schiava umanità. Quando alla notte la plebe riposa nella campagna e nell'ampia città più non la turba la tema paurosa del suo vampiro che la svenerà. Ché sempre veglia devota e tremenda la guardia rossa alla sua libertà la tirannia cancrenosa ed orrenda più non trionferà trionferà. Ché la guardia rossa già l'inchiodò alla fossa nell'epica riscossa dell'umanità. | DIE ROTE GARDE Sieh, ein seltsamer Soldat geht voran. Er kommt aus dem Osten, nicht hoch zu Ross mit riesigen Händen und gebräuntem Gesicht. Er ist der kämpferischste der Krieger, er trägt weder Federbusch noch goldene Tressen. Auf der Mütze und auch im Herzen trägt er Hammer und Sichel. Das sind die Zeichen der Arbeiter. Das ist die Rote Garde, die für die Befreiung marschiert, rüttelt die versklavte Menschheit aus ihrem Elend auf. Unter der roten Fahne schreitet das arbeitende Volk. Das ist unser großes Heer, das mit glühendem Stolz kämpft. Es ist so vergeblich, die Toten zu erwecken, wie gegen das Schicksal sich stellen zu wollen. Es gilt, wie Stalins Armeen, einer heller glühenden Sonne entgegen zu gehen. Das ist die Rote Garde, die für die Befreiung marschiert, rüttelt die versklavte Menschheit aus ihrem Elend auf. Angekettet lag das gemeine Volk unter den Füßen der reichen Herrn. Nach tausenden Jahren Leiden und Qual ist endlich der Esel zum Löwen geworden und weil er für unsere Freiheit kämpft, zerreißt er jeden, der's wagt, ihm entgegen zu treten. Und wir, wir werden die Toten rächen so unverbrüchlich ist unsere Treue. Das ist die Rote Garde, die für die Befreiung marschiert, rüttelt die versklavte Menschheit aus ihrem Elend auf. |