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Die Stasi-Ballade

Wolf Biermann
Pagina della canzone con tutte le versioni


Parziale traduzione in francese di Jean-Pierre Hammer (trovata...
LA BALLATA DELLA STASI

Umanamente mi sento legato
ai poveri cani della Stasi [1]
che con neve e rovesci di pioggia
a fatica devono badare a me
che hanno installato un microfono
per ascoltare tutte le voci
canzoni, barzellette, sommesse maledizioni
sul cesso e in cucina
- fratelli della sicurezza
voi soli conoscete tutte le mie pene
Solo voi potete testimoniare come il mio
intero sforzo umano
appassionatamente tenero e selvaggio
vale alla nostra grande causa
Parole, che altrimenti sarebbero perdute
fissate su nastri registrati
e io so certamente! Ogni tanto
vi cantate a letto le mie canzoni
- con riconoscenza vi ascrivo a merito:
la Stasi è quella che mi sta al fianco
la Stasi è quella che mi sta al fianco
la Stasi è quello che mi sta al fianco

Dovessi una volta venire di notte solo
stanco dalla mia birreria
e mi si appostasse
qualche rozzo bifolco
che per non so cosa mi
sorprendesse davanti alla porta
- una cosa del genere sarebbe esclusa
perché i grigi compagni
della Stasi - scommettiamo?! -
mi salverebbero da assassinio e rapina
Allora i giornali dell’Ovest
questo reato - scommettiamo?! -
imputerebbero a Ulbricht [2]
(cosa che amano particolarmente!)
ma noi siamo comunisti
certamente non anarchici
il terrore (individuale)
secondo Marx è un grande errore
la Stasi è quel che più voglio
la mia più fedele guardia del corpo
la mia più fedele guardia del corpo
la mia più fedele guardia del corpo

O prendiamo per esempio
il mio stile libero sessuale
la mia maniera, che era così spiacevole
e per la mia donna era un tormento
cioè quella mostruosa
stupida voglia di avventura
- da quando so che i compagni
sono attenti, è escluso
che io spudoratamente le mie susine
le pilucchi da diverse piante
Perché potrei certo rischiare
che loro registrassero tutto
e poi lo servissero alla mia donna
una cosa del genere m’imbarazzerebbe
quindi non faccio salti fuori dei confini
risparmio nervi e tempo
l’ardore così risparmiato
giova poi al mio lavoro
- in poche parole: la sicurezza
mi assicura l’eternità
mi assicura l’eternità
mi assicura l’immortalità

Ah, il mio cuore però è oppresso
se doveste una volta arrivare improvvisamente
verreste alla vostra veloce
maniera, compagni, per arrestare
sia a casa con la mia donna
il mio povero corpo nudo
senza pietà umana
proprio quando noi ci abbracciamo
o chissà dove e quando
col diavolo Havemann [3]
Se noi cantiamo o proprio
trinchiamo cognac, questo sarebbe
ah, considerato male: io sto qui fisso
non posso andare a est, non ad ovest
non posso cantare, non posso gridare
non posso neanche essere quel che sono,
- se quindi mi cacciate
un nero giorno in galera
ah, per me questo sarebbe quasi
nient’altro che un più rigore
nient’altro che un più rigore
nient’altro che un carcere più di rigore
Post scriptum e richiamo
Ma io non voglio all’estremo
spingere le mie ironie sulla galera
Dio sa: ci sono cose più belle
proprio dei vostri musi
Ci sono anche galere più belle
della galera di Bautzen [4]
LA BALLADE DE LA STASI

Humainement je me sens lié
Avec ces pauvres mecs de la Secrète
Qui par la neige et par la pluie
Sont contraints de veiller sur moi,
Pour tout entendre de mes chansons,
De mes saillies, de mes jurons
Ils ont installé un micro
Dans ma cuisine dans mes WC
Frères de la Sécurité
Vous seuls mes malheurs savez
Vous seuls pouvez témoigner
Que mon unique souci
Ma passion démente et douce
A notre cause est consacrée
Mes paroles sinon oubliées
Par vos bandes vous les fixez
Et je le sais, de temps à autre
Mes chansons au lit vous chantez
— je vous en dis ma gratitude
La Secrète c’est mon secret
La Secrète c’est mon secret
La Secrète c’est mon secrétaire
(…)
[1] Stasi è abbreviazione di Staatssicherheit, sicurezza di stato; com’è noto, il ministero per la sicurezza di stato era nella Germania orientale l’opprimente organizzazione di sicurezza e spionaggio. Ennesima dimostrazione che la relazione tra sicurezza e libertà e giustizia è molto difficile...

[2] Walter Ulbricht (1893 - 1973), nella Germaia orientale del dopoguerra e fino alla successione di Honecker l’onnipotente segretario generale del comitato centrale del Sozialistische Einheitspartei Deutschlands (SED, partito di unità socialista di Germania). Poiché le potenze occidentali avevano respinto la nota di Stalin del marzo 1952 e con i preliminari al trattato di Bonn sulla difesa contro i paesi comunisti di fatto chiudevano ogni possibilità della riunificazione della Germania, il SED nel luglio 1952 decise la definitiva trasformazione socialista nella RDT sul modello sovietico e stalinista. Il nuovo Stato era costruito intorno al SED, e quindi il suo segretario era di fatto il detentore del potere, tenuto conto che gli era riservata anche la presidenza del Consiglio nazionale della difesa.

[3] Robert Havemann (1910 – 1982), chimico, epistemologo e intellettuale marxista, fin dalla gioventù aderì al Partito comunista della Germania (KPD) e nel 1932 e fu tra i fondatori del gruppo di resistenza Unione Europea. Fu per questo condannato a morte dal regime nazista, ma sfuggì all'esecuzione finché la prigione in cui era detenuto fu liberata dall'Armata Rossa. Probabilmente troppo indipendente non sfuggì ad altri guai dopo la guerra. Dal Kaiser Wilhelm Institut per la Fisica Chimica e per l'Elettrochimica a Berlino fu cacciato per pressioni politiche delle autorità americane. Non meglio gli andò nella Germania est: pur membro della Camera del Popolo nel 1950 e vincitore nel 1959 d’un premio nazionale della DDR, quando nel 1963 pubblicò Dialettica senza dogma - Marxismo e scienze naturali, fu espulso dal SED, destituito dall'università, ed avendo coraggiosamente continuato la sua critica socialista, messo agli arresti domiciliari nel 1976, fino alla morte. Fu riabilitato dal SED solo nel 1989, dopo la caduta del muro. Nel 2005 lo Yad Vashem, l'Ente nazionale per la Memoria della Shoah israeliano, gli conferì il titolo di Giusto tra le nazioni.

[4] A Bautzen, in Sassonia, era una concentrazione di prigioni per detenuti politici; portava il lugubre soprannome di Gelbes Elend, miseria gialla.


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