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Kristallnaach

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OriginaleVersione italiana di Francesco Mazzocchi
KRISTALLNAACHNOTTE DEI CRISTALLI
Et kütt vüür, dat ich mein, dat jet klirrt,
dat sich irjendjet en mich verirrt,
e Jeräusch, nit ens laut,
manchmol klirrt et vertraut,
selden su, dat mer et direk durchschaut.
Mer weed wach, rief die Aure un sieht
en nem Bild zweschen Brueghel un Bosch
kei Minsch, dä öm Sirene jet jitt,
weil Entwarnung nur half su vill koss.
Et rüsch noh Kristallnaach.
Succede che penso che qualcosa tintinna,
che in me qualcosa si smarrisce,
un rumore, nemmeno forte,
a volte tintinna nell’intimo,
raramente così che si possa vederlo direttamente.
Ci si sveglia, si sfregano gli occhi e si vede
in un quadro tra Bruegel e Bosch
nessuno, che dà qualcosa per sirene,
perché il segnale di cessato allarme costa solo la metà.
C’è odore di notte dei cristalli.
En der Ruhe vüür`m Sturm, wat ess dat?
Janz klammheimlich verlööß wer die Stadt,
Honratioren incognito
hasten vorbei.
Offiziell sinn die nit jähn dobei.
Wenn die Volksseele, allzeit bereit,
Richtung Siedepunkt wütet un schreit,
" Heil Halali " un grenzenlos geil
noh Vergeltung brüllt, zitternd vor Neid,
en der Kristallnaach.
Nella quiete prima della tempesta – che è?
Chi quatto quatto lascia la città.
Notabili in incognito si affrettano davanti
- ufficialmente loro non ci sono volentieri,
quando l’anima del popolo – sempre pronta -
verso l’esasperazione infuria e grida:
"Heil - halali" e eccitata senza limiti urla per una vendetta,
fremente d’invidia nella notte dei cristalli.
Doch die alles wat anders ess stührt,
die mem Strom schwemme, wie`t sich jehührt,
für die Schwule Verbrecher sinn,
Ausländer Aussatz sinn,
bruchen wer, der se verführt.
Un dann rettet kein Kavallerie,
keine Zorro kümmert sich dodrömm.
Dä piss höchstens e " Zet " en der Schnie
un fällt lallend vüür Lässigkeit öm:
" Na un ? Kristallnaach ! "
Ma quelli che sono disturbati da tutto quel che è altro,
che nuotano con la corrente, comunque sia,
per i quali gli omosessuali sono delinquenti,
gli immigrati una peste, hanno bisogno di chi li seduce.
E poi nessuna cavalleria viene a salvare,
nessun Zorro se ne occupa.
Quello tutt’al più piscia una "Z" nella neve
e cambia idea per indolenza balbettando:
"E allora? – Notte dei cristalli!"
En der Kirch met dä Franz Kafka Uhr,
ohne Zeijer, met Striche drop nur,
ließ ne Blinde, nem Taube
Struvvelpeter vüür,
hinger dreifach verriejelter Düür.
Un dä Wächter mem Schlüsselbund hällt
sich em Ähnz für jet wie e Jenie,
weil`e Ausweje pulverisiert
un verkäuf jäjen Klaustrophobie, en der Kristallnaach.
Nella chiesa con l’orologio di Franz Kafka,
senza lancette, con su solo i trattini,
un cieco legge Struwwelpeter a un sordo [1]
davanti a porte sbarrate dietro con tre catenacci.
E la guardia con il mazzo di chiavi si comporta
sul serio come qualcosa come un genio,
perché polverizza vie d’uscita e le vende contro claustrofobia
nella notte dei cristalli.
Währendessen, om Maatplatz vielleich,
unmaskiert, hück mem wohre Jeseech,
sammelt Stein, schlief et Mezz
op die, die schon verpezz,
prob dä Lynch Mob für et jüngste Jereech.
Un zum laade nur flüchtig vertäut,
die Galeeren stonn längs unger Dampf,
weet em Hafen op Sklaven jewaat,
op dä Schrott uss dämm ungleiche Kampf
uss der Kristallnaach.
Intanto, forse sulla piazza del mercato,
senza maschera, oggi con un vero volto,
raccoglie sassi, affila il coltello,
contro quelli che ha già tradito,
fa le prove del linciaggio per il giudizio universale.
E ormeggiati solo di fretta per caricare
- le galere stanno da un po’ pronte a partire -
si aspettano schiavi nel porto,
sui rottami dell’inuguale combattimento
dalla notte dei cristalli.
Do, wo Darwin für alles herhällt,
ob mer Minsche verdriev oder quält,
do, wo hinger Macht Jeld ess,
wo stark sinn die Welt ess,
vun Kusche un Strammstonn entstellt,
wo mer Hymnen om Kamm sujar blööß,
en barbarischer Gier noh Profit
" Hosianna " un " Kreuzigt ihn " rööf,
wemmer irjendne Vorteil drin sieht,
ess täglich Kristallnaach.
Là dove si sfrutta Darwin per tutto,
se si perseguitano o si tormentano persone, là,
dove dietro potere c’è denaro, dove il mondo è esser forti,
sfigurati dallo stare a cuccia e sull’attenti.
Dove si suonano inni perfino soffiando col pettine
in barbarica brama di profitto,
si grida "osanna" e "crocifiggetelo!",
se ci si vede qualche vantaggio,
ogni giorno è notte dei cristalli.
[1] Struwwelpeter, letteralmente Piero spettinato, arruffato, è un libro illustrato per bambini, dello psichiatra e scrittore Heinrich Hoffmann (Francoforte sul Meno, 1809 –1894), sotto forma di raccolta di 10 filastrocche illustrate, con soggetto bambini disubbidienti o imprudenti, che secondo una discutibile morale autoritaria, vengono implacabilmente puniti. Scritto inizialmente solo per il figlio, venne poi pubblicato trovando, nonostante l’umorismo decisamente nero, un notevole successo anche internazionale. In Italia fu tradotto e pubblicato da Hoepli nel 1882 col titolo di Pierino Porcospino.


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