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Desaparecidos

Mario Benedetti
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Versione italiana di Gerraro Carotenuto della poesia di Mario Benedetti
ESA BATALLA

¿Cómo compaginar
la aniquiladora
idea de la muerte
con ese incontenible
afán de vida?

¿Cómo acoplar el horror
ante la nada que vendrá
con la invasora alegría
del amor provisional
y verdadero?

¿Cómo desactivar la lápida
con el sembradío?
¿La guadaña con el clavel?
¿Será que el hombre es éso?
¿Esa batalla?
DESAPARECIDOS

Sono da qualche parte
concertati
sconcertati
sordi
cercandosi
cercandoci
bloccati da segni e dai dubbi
contemplando le grate delle piazze
i campanelli delle porte
le vecchie terrazze,
ordinando i loro sogni i loro oblii
forse convalescenti delle loro morti private

Nessuno gli spiegato con certezza
se già se ne sono andati o no
se son striscioni o tremori
sopravvissuti o funerali.

Vedono passare alberi ed uccelli
e ignorano a che ombra appartengono.

Quando iniziarono a scomparire
tre cinque sette cerimonie fa
a scomparire come senza sangue
come senza volto e senza motivo
videro dalla finestra della loro assenza
quanto restava indietro
un’impalcatura
di abbracci cielo e fumo

Quando iniziarono a scomparire
come le oasi nei miraggi
a scomparire senz’ultima parola
tenevano in mano i pezzetti
delle cose che amavano

stanno da qualche parte
nube o tomba
stanno da qualche parte
son sicuro
là nel sud dell’anima
è possibile che abbiano perso la bussola
e oggi vaghino domandando domandando
ma dove cazzo resta il buon amore
perché vengono dall’odio




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