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Il monologo di don Bastiano [da Il Marchese del Grillo]

Flavio Bucci
Lingua: Italiano


Flavio Bucci

Lista delle versioni e commenti


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[1981]
Film / Movie / Elokuva :
Mario Monicelli
Il marchese del Grillo / The Marquis of Grillo / Le Marquis s'amuse

Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Flavio Bucci

Flavio Bucci: Don Bastiano
Flavio Bucci: Don Bastiano


Li soprani der Monno vecchio
di Giuseppe Gioacchino Belli

C’era una vorta un Re cche ddar palazzo
mannò ffora a li popoli st’editto:
«Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo,
sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.

Io fo ddritto lo storto e storto er dritto:
pòzzo vénneve3 a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impiccà nun ve strapazzo,
ché la vita e la robba Io ve l’affitto.

Chi abbita a sto monno senza er titolo
o dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
quello nun pò avé mmai vosce in capitolo».

Co st’editto annò er Boja pe ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e arisposeno tutti: «È vvero, è vvero».


Il film è un capolavoro della commedia all’italiana. La figura del protagonista del film, il marchese Onofrio del Grillo, è ben rappresentata dal sonetto del Belli. Anche la frase che il marchese pronuncia “Io sò io, e vvoi nun zete un cazzo” è tratta dal sonetto.

Il marchese vive facendosi beffe di tutto e di tutti. Però l’episodio che rimane più impresso non riguarda il protagonista. Ha a che fare con un prete ribelle e perciò brigante, condannato a morte dal potere papalino. Il testo che segue è la sua invettiva lanciata dal patibolo, sempre attuale.

L’interpretazione di Flavio Bucci, grande attore, genio e sregolatezza, é indimenticabile, tra le più belle pagine della Letteratura.

[Riccardo Gullotta]
E voi, massa di pecoroni invigliacchiti, sempre pronti a inginocchiarvi, a chinare la testa davanti ai potenti! Adesso inginocchiatevi, e chinate la testa davanti a uno che la testa non l’ha chinata mai, se non davanti a questo strummolo qua [la ghigliottina]!

Inginocchiatevi, forza! E fatevi il segno della croce! E ricordatevi che pure Nostro Signore Gesù Cristo è morto da infame, sul patibolo, che è diventato poi il simbolo della redenzione! Inginocchiatevi, tutti quanti! E segnatevi, avanti!

E adesso pure io posso perdonare a chi mi ha fatto male. In primis, al Papa, che si crede il padrone del Cielo. In secundis, a Napuljone, che si crede il padrone della Terra. E per ultimo al boia, qua, che si crede il padrone della Morte.

Ma soprattutto, posso perdonare a voi, figli miei, che non siete padroni di un cazzo! E adesso, boia, mandami pure all’altro mondo, da quel Dio Onnipotente, Lui sì padrone del Cielo e della Terra, al quale – al posto dell’altra guancia – io porgo… tutta la capoccia!

inviata da Riccardo Gullotta - 27/9/2022 - 19:38


I cani avrebbero votato meglio [25-09-2022]

Così titolò in prima pagina il settimanale satirico Don Basilio dopo le votazioni del 18 Aprile 1948.

Riccardo Gullotta - 27/9/2022 - 19:42


Flavio Bucci: semplicemente il più grande.

L'unico attore che mi abbia fatto piangere in pieno teatro, una caterva d'anni fa, col monologo finale de Il re muore di Eugène Ionesco.

Mi inchino e mi tolgo il cappello al cospetto del suo ricordo.

Colgo l'occasione per esprimere il mio non lieve disappunto per il fatto che il giorno in cui sono nato, il 25 settembre, sarà d'ora in poi associato alla trionfante "mamma cristiana".

Fino a domenica scorsa, tra l'altro, condividevo quel giorno di nascita con Sandro Pertini. Me lo vedo che si rivolta nella tomba.

Riccardo Venturi - 27/9/2022 - 19:58




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