Lingua   

Icaro

Alessio Lega
Lingua: Italiano


Alessio Lega

Ti può interessare anche...

Alessio Lega: Straniero
(GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG)
Ultima risata
(Alessio Lega)
Avventure di carta
(Alessio Lega)


[1998]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Alessio Lega
Album: Mala Testa



Henri Matisse Icarus, 1947  New York Metropolitan Museum
Henri Matisse Icarus, 1947 New York Metropolitan Museum


Questa è la storia di un impiegato che sta dietro il suo computer, che ha smesso di vivere, che ha barattato la tranquillità con la vita. [...]E poi incomprensibilmente arriva l’amore... (Alessio Lega) [il Deposito]

Segue l’ultima strofa della poesia Icarus di Edward Field, nato a Brooklyn da famiglia ashkenazita. L’autore fu arruolato nell’Aviazione degli Stati Uniti durante la 2^ guerra mondiale. Icaro è la figura di un reduce, di un eroe di guerra combattuto tra smarrimento e alienazione

[…] And nightly Icarus probes his wound
And daily in his workshop, curtains carefully drawn,
Constructs small wings and tries to fly
To the lighting fixture on the ceiling:
Fails every time and hates himself for trying.
He had thought himself a hero, had acted heroically,
And dreamt of his fall, the tragic fall of the hero;
But now rides commuter trains,
Serves on various committees,
And wishes he had drowned.

[…] E di notte Icaro esplora la sua ferita
E di giorno nella sua bottega, attento a chiudere le tende,
Costruisce piccole ali e cerca di volare
Sino all’impianto della luce sul soffitto:
Volta per volta fallisce e odia sé stesso per avere tentato.
Si era ritenuto eroe, aveva agito da eroe,
E sognò la sua caduta, la caduta tragica dell'eroe;
Ma ora viaggia sui treni pendolari,
È membro di vari comitati,
E vorrebbe essere morto annegato.
[ trad. Riccardo Gullotta]
(per Marta)

Io non accuso il soffio di burrasca
che ha riappiccato la fiamma del mio petto
preso d’assedio e poi tenuto stretto
e poi la resa più dolce che conosca

io non rimpiango il volo della mosca
che contro il vetro spinge le ali al sole
che, come Icaro, brucia perché vuole
toccar lampade accese, portarsi il fuoco in tasca.

Esco tra voi la luce nelle mani
sorrido, parlo e dico cose futili
innalzo persino argini inutili
contro il pensiero che inonda ogni domani
ogni ora futura, io amo ed ho paura

perché amore nella tua bocca amara
mi tieni l’anima stretta tra i denti
e sono cinque, son dieci, sono venti
sono cent’anni che sbaglia e non impara:
quanta fatica avara.

Perché amore nella tua bocca amara
mi tieni l’anima stretta tra i denti
e sono cinque, son dieci, sono venti
sono cent’anni che sbaglio e non imparo
quanta paura.

Esco tra voi col viso d’ogni giorno
ma mi nascondo dentro un turbine radioso
mi chiudo in petto un male insidioso
che non ha cura io amo ed ho paura

e non rimpiango la vita d’ogni giorno
cui indifferentemente passo affianco
e incomprensibilmente non mi stanco
di questa mia tortura io amo ed ho paura

e non accuso la bellezza straordinaria
che mi sprofonda scafandro in fondo al mare
solo vorrei prima che manchi l’aria
capire se tu mi potrai mai amare
prima di soffocare se tu mi puoi amare.

Perché è amaro nella tua bocca amore
sentirsi l’anima stretta fra i denti
scavate gallerie, gettate ponti
sono cent’anni che vivo di paure.

Questo dolore che ansima e travolge
danzalo amore, non farlo più tornare
travolgi ogni paura d’amare
e dammi un bacio con la tua bocca dolce

...e dammi un bacio con la tua bocca dolce.

inviata da Riccardo Gullotta - 29/10/2021 - 18:58




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org