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Gwerz tabut Kemper

Alan Stivell
Lingua: Bretone


Alan Stivell

Lista delle versioni e commenti


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Fin an naontegwed kantwed
(Alan Stivell)
Faili faili oro
(Alan Stivell)
Ne bado ket atao
(Alan Stivell)


[1968]
Gwerz di Yann Gouer
Gwerz de Yann Gouer
Gwerz gant Yann Gouer
Alan Stivell, 1972
(In album: Une journée à la maison, 1978)

gwerztabutAbituati come siamo al '68 “francese”, come sempre non abbiamo ben presente che la Francia non si ferma a Parigi. Erano gli anni, quelli, in cui la lotta si faceva sentire anche in regioni periferiche del paese, e in Bretagna aveva tutte le sue specificità legate anche all'indipendentismo. Un indipendentismo che, in Bretagna, ha sempre assunto forme attive di socialismo, anticapitalismo e antirazzismo. Sotto il nome di “Yann Gouer”, che in bretone è semplicemente un appellativo per il “contadino qualsiasi” (“Gian Contadino”, si potrebbe tradurre), proprio nel 1968 venne pubblicato questo gwerz in lingua bretone che ricorda una manifestazione contadina svoltasi a Quimper, e conclusasi con una violenta repressione da parte dei C.R.S., i celerini francesi (ricordiamo che è il gwerz, nella tradizione bretone, è una ballata “giornalistica” di argomento storico o di attualità). Il Gwerz tabut Kemper (laddove il termine tabut, o tabud, ha un significato abbastanza controverso: propriamente significa “lite, litigio”, ma è anche una “manifestazione di protesta” e anche “scontro, 'riots') si inserisce pienamente nella situazione bretone degli anni '60 e '70, con le difficili condizioni del mondo rurale e le lotte contro la militarizzazione del territorio (si veda anche Ne bado ket atao), contro la disoccupazione e la proletarizzazione (si veda Les prolétaires), contro la desertificazione sociale e la turistizzazione. Alcuni versi del Gwerz furono, tra le altre cose, scelti come “exergo” per il documento di presentazione dei Comités d'Action Bretons (C.A.B.); tuttora la ballata è presente nel famoso libretto di canti War un ton stourm (“Su un'aria di lotta”) dell'organizzazione Breizhistance, la sinistra indipendentista anticapitalista bretone. Libretto dal quale ho ripreso il testo, ricopiandolo di sana pianta e traducendolo dato che nemmeno il fatto che, fin dal 1972, la abbia cantata pure Alan Stivell non ancora “newagizzato” o roba del genere, l'abbia fatta essere presente tra i miliardi di "lyrics" dei vari siti specializzati. [RV]
Tostait va mignoned, azezit tro-war-dro,
Ma roin deoc'h hep dale keleier eus ar vro.
Ur sulvezh a viz Here, dre hentoù Finister
Kouerien a vilieroù a zo deuet da Gemper.

C'hoant a devoa da ziskouez da dud ar gouarnamant
Pegen kriz eo ar vuhez d'ar paour-kaezh peizant
Rak c'hoant o deus da vevañ 'vel ar Frañsizien all;
Met siwazh, den n'o selaou e touez mistri Bro-C'hall!...

Eus an ell bloaz d'egile an traoù war washaat
Setu ma oa e Kemper, tud yaouank tomm o gwad.
N'oa ket a-walc'h 'n emgannañ gant ar C.R.S.ed
An tan a zo bet lakaet 'n ti porzhier ar Prefed!...

Ma ne glev ket ar gentel ar gouarnamant gall
Mil boent eo dezhañ kompren 'mañ an traoù o vont da fall
Ar bloaz-mañ, pep votadeg he deus diskouezet sklaer
Eo krog an holl Vretoned da skubañ 'n U.N.R.

Me soñj e teuy un devezh ma ne vo renet Breizh
Nemet gant ar Vretoned, ha pep tra a vo reizh.
An deiz-se al labourer, war ar maez 'vel e kêr,
Ray e unan e lezenn 'n un ti bras en Kemper!

inviata da Riccardo Venturi - 16/12/2015 - 20:11



Lingua: Italiano

Traduzione italiana di Riccardo Venturi
16 dicembre 2015
BALLATA DEGLI SCONTRI DI QUIMPER

Venite qua vicini, amici miei, sedetevi tutti attorno,
ché vi do senza indugio notizie dal Paese.
Una domenica d'ottobre, per le strade del Finistère, [1]
contadini a migliaia sono arrivati a Quimper.

Avevan voglia di mostrare a quelli del governo
Quanto dura è la vita per il povero contadino in miseria,
volevano soltanto vivere come tutti i francesi; [2]
ma, purtroppo, i padroni della Francia non vengono a ascoltarli!...

Da un anno all'altro le cose sono andate peggiorando
e ecco che a Quimper c'erano giovani dal sangue caldo.
Non erano abbastanza per combattere coi celerini, [3]
ma è stato dato fuoco alla Prefettura!... [4]

Io non capisco la lezione del governo francese,
glielo abbiamo fatto capire mille volte che le cose si stavano guastando
quest'anno ogni elezione lo ha dimostrato chiaramente,
tutti i Bretoni hanno cominciato a spazzare via i gollisti. [5]

Io penso che verrà un giorno in cui la Bretagna
sarà diretta solo dai Bretoni, e tutto sarà giusto. [6]
Il giorno dei lavoratori, nelle campagne come in città,
sarà unica la legge, unico un parlamento a Quimper!
NOTE

[1] Viene usato qui il francesismo (probabilmente per questioni di rima) al posto della vera denominazione del Finistère in bretone, Penn ar Bed (“Capodimondo”).

[2] Anche qui viene usato il francesismo Frañsizien per “francesi” (il termine autoctono è Gallaoued, singolare Gall), ma può avere qui una valenza ironica.

[3] Si traduce qui “all'italiana” per rendere meglio l'idea: la C.R.S. (Compagnie Républicaine de Sécurité) è la polizia antisommossa francese. Da qui i CRS (pronunciato: séerésse) sono esattamente i celerini, in tutto e per tutto. Nel testo gli è dato il tipico plurale bretone in -ed per i nomi animati di persona.

[4] Nel testo la “Prefettura” (in bretone: prefeti, ove ti significa “casa”) è indicata ironicamente come “casa degli uscieri del Prefetto” (ti porzhier an Prefed).

[5] L' U.N.R. (Union Nationale Républicaine) era il partito gollista conservatore di destra, un esponente del quale, nel 1972, tenne un “memorabile” discorso nel quale preconizzava l'eradicazione totale della lingua bretone.

[6] Sono esattamente questi due versi ad aver servito come exergo per il documento di presentazione dei Comités d'Action Bretons (C.A.B., vedi introduzione)

16/12/2015 - 20:14


"Une journée à la maison" era un ellepì meraviglioso come non se ne fanno quasi più purtroppo, che ricordo, mi infondeva un grande senso di fratellanza e iniziava con una fantastica bombarda suonata da Alan sulle percussioni addirittura di Chris Hayward, (che bazzicava in Francia avendo suonato con i Gong di Daevid Allen)su un'aria tradizionale dell'Alta Bretagna: "Alziamo i nostri bicchieri". Siamo nel 1978 e quando entra il flauto irlandese possiamo addirittura sentire una tampura in sottofondo (allora non esisteva ancora la world music) e il titolo del brano non sarà certo sfuggito a Riccardo visto che si tratta di un incontro festaiolo intorno al vino. Più avanti ci sarà spazio anche per il sitar e l'accordéon e l'improvvisazione...

Flavio Poltronieri - 18/12/2015 - 18:35




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