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Téngo 'no bove, se chiama Rosello

Graziella Di Prospero
Lingua: Italiano (Laziale)


Lista delle versioni e commenti


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Canto d’aratura - e di protesta - di anonimo contadino laziale, originariamente raccolto negli anni 60 (tra Sezze e Norma, in provincia di Latina) e poi interpretato da Graziella Di Prospero, personaggio poco noto ma importantissimo per il recupero del patrimonio musicale tradizionale del Lazio, scomparsa nell’ottobre del 2013.



E’ la canzone che dà il titolo al primo dei suoi tre dischi, incisi tra il 1975 ed il 1978.

Téngo 'no bove, se chiama Rosello

Più recentemente interpretata dalla BandaJorona, nel loro CD intitolato “Romana” del 2004.

Romana
Téngo 'no bove, se chiama Rosello
sa l'ha 'mparata l'ora di staccare
e quando il sole è giunto al Monticello
caro Rosello nun vò più aràne.

Ara Rosello mio, ara Rosello,
'n'atra votata la vogliamo fare
ca il nostro padrone è poverello,
poi ci darà da bere e da manciare.

Caro padrone co ssa camicia bianca,
che Dio ve pozza dà la vita longa;
a magnà e a beve ci hai la faccia franca,
ma a lavorà ce l'hai la vita cionca.

E lo patrone mio è 'nu lione
e de fatìa nun se sazia mai,
tié sempre quella stessa openione
de fà cento votate alla jurnata.

E la matina e sera co le stelle
questo padrone ci leva la pelle,
questo padrone ci leva la pelle
la stende pe le fratte e poi la vende.

inviata da Bernart Bartleby - 15/8/2014 - 22:02



Lingua: Italiano

Traduzione italiana da it.wikisource
HO UN BUE, SI CHIAMA ROSELLO

Ho un bue, si chiama Rosello,
ha ormai imparato quando è ora di terminare la giornata
e quando il sole è giunto a Monticello
il caro Rosello non vuole più arare.

Ara Rosello mio, ara Rosello,
ariamo un altro solco
che il nostro padrone è poverello,
poi ci darà da bere e da mangiare.

Caro padrone, con questa camicia bianca,
che Dio vi possa concedere una vita lunga;
se mangi e bevi hai la faccia serena
ma se fatichi nel lavoro hai la vita abbreviata.

E il mio padrone è un leone
e di fatica non si sazia mai,
ha sempre quella stessa opinione
di fare cento solchi a giornata.

E la mattina e la sera con le stelle
questo padrone ci toglie la pelle,
questo padrone ci toglie la pelle
la stende sui rami e poi la vende.

inviata da Bernart Bartleby - 15/8/2014 - 22:03




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